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TESTO Beati i poveri in spirito (179)

don Remigio Menegatti   Parrocchia di Illasi

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (30/01/2005)

Vangelo: Mt 5,1-12a Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

4Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

5Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

7Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

8Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

9Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

10Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (Sof 2,3;3,12-13) è un invito rivolto a tutti i poveri della terra di cercare la giustizia nell'umiltà e ponendo la fiducia in Dio. In invito alla liberazione quindi, ma non affidandosi alla violenza o creando altra ingiustizia. Il piccolo gruppo che torna dalla schiavitù in Babilonia agirà, dice il profeta, in maniera nuova: con la sincerità, e senza operare il male. Sono un piccolo resto, come dei poveri, che non confidano nelle loro forza, bensì nel Signore. E questo sarà il segreto della loro vittoria. Il "vangelo" è la bella notizia che Gesù rivolge soprattutto ai poveri, e li invita ad accogliere il regno. Il discorso della montagna, vero programma di liberazione inizia con le Beatitudini (Mt 5,1-12), che pongono la base del regno che Gesù è venuto ad annunciare e realizzare così che ogni uomo sia veramente "beato", come lo vuole Dio.

Salmo 145

Il Signore è fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati;
libera i prigionieri,

il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge lo straniero,

Egli sostiene l'orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie degli empi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion,
per ogni generazione.

Ci sono nella comunità ebraica, al tempo di Gesù, alcune categorie di persone che vivono situazioni di particolare sofferenza. Si tratta di chi è oppresso, poveri economicamente e umanamente, sfruttati dai ricchi che dovrebbero invece aiutarli e sostenerli.

Sono prigionieri, spesso per pagare i debiti, dovuti anche a malattie e infermità che impediscono di lavorare, e quindi di mantenersi in maniera onesta e decorosa.

Tra loro ci sono gli stranieri, che rimangono esclusi da molti momenti della vita sociale. E ancora: gli orfani e le vedove, che non possono contare sulla forza e protezione di un padre e marito.

Anche i "diversamente abili" come i ciechi sono in situazione di povertà: dipendono dalla generosità di chi può provare per loro un po' di compassione.

Il salmo annuncia che Dio, per primo, si pone dalla loro parte, condivide la loro sofferenza e risponde alle loro invocazioni operando la giustizia. Lui è fedele; lo è per sempre. Opera la giustizia opponendosi agli empi che dimenticano che quanti soffrono sono loro fratelli, membri dello stesso popolo che Dio ha scelto per manifestare il suo amore, un amore destinato a tutti gli uomini.

Un commento per ragazzi

Non possiamo prendere il vangelo, aprirlo a caso, e leggere il primo racconto che ci viene sotto gli occhi, pensando di aver trovato le parole più importanti, quelle a cui legare la nostra vita. Si tratta invece di capire bene dove avviene il fatto raccontato, quali gesti ci sono prima e cosa segue. Gesù riceve il battesimo di Giovanni, ma soprattutto avverte la chiamata di Dio che lo indica come suo figlio prediletto; va nel deserto per decide come vivere il ruolo di Messia, cosa fare per liberare il suo popolo; ritorna in Galilea e chiama alcuni a seguirlo, formando così un gruppetto di amici fedeli. Infine comincia a girare per la Galilea, parlando di Dio e facendo miracoli. (Mt 3, 1-4,25).

La gente inizia a seguirlo, da qui la decisione di presentare in maniera chiara il suo progetto: portare la salvezza annunciata da tanti profeti, attesa soprattutto dai "poveri di Jhavè", coloro che nella vita hanno poche soddisfazioni. Quelli di cui parla anche il salmo in questa domenica. Lui vuole manifestare che Dio è come lo si presenta: fedele per sempre, che rende giustizia agli oppressi, dà il pane che sfama, è sostegno per orfani e vedove, si contrappone agli empi che invece sfruttano le persone deboli della propria comunità.

Si tratta quindi del discorso di presentazione ufficiale, tenuto davanti a tanta gente (come in Luca nella sinagoga di Nazaret, Lc 4,16 – 21). Il monte richiama quello del Sinai, dove Mosè ha ricevuto l'impegno di alleanza di Dio. Ora Gesù rinnova questa alleanza e propone il suo modo di risolvere i problemi: non come gli ha suggerito il demonio nel deserto, con la forza, il potere, la vendetta. Gesù aveva richiamato la fedeltà a Dio, anche se questa può sembrare lenta rispetto alle attese dell'umanità.

Infatti a chi povero e cerca che i suoi desideri di giustizia si realizzino, può sembrare perdita di tempo usare mitezza, misericordia, perdono. Può apparire inutile conservare un cuore puro e uno sguardo limpido, portare pace a chi ti tratta con egoismo ed è causa della sofferenza che da tempo ti sta mettendo in ginocchio. Quello di Gesù è un discorso che sconvolge il modo di pensare comune, indica nuove strade per raggiungere la felicità che tutti cercano, dà speranza a chi sembra rassegnato di dover solo patire e per nulla poi. Per realizzare questo progetto Gesù indicherà poi alcuni strumenti concreti come: riconciliazione (Mt 5, 21 - 26), fedeltà (Mt 5, 27 - 32), sincerità (Mt 5, 33 - 37), perdono (Mt 5, 21 -26), solidarietà (Mt 6, 1 - 4), non giudicare (Mt 7, 1 - 6). Inoltre l'uomo può rivolgersi a Dio valorizzando preghiera, gesti di condivisione, fiducia nella provvidenza (Mt 6, 5 - 34).

Per non rischiare di considerare le parole di Gesù solo un discorso per illudere gli ascoltatori fermiamoci a rileggere le promesse che ci mette davanti. E Dio si prende cura di chi è povero perché:
offre loro il suo regno
li consolerà
darà loro la terra promessa
esaudirà i loro desideri
avrà compassione di loro
li accoglierà come figli
darà loro il suo regno
prepara la grande ricompensa:
infatti vedranno Dio.

Un suggerimento per la preghiera

Signore, anch'io, che per tanti sono poco importante, davanti a te, ai tuoi occhi, sono grande. Tu m chiami "figlio", e mi doni quanto serve per la mia vita. Tu mi doni il perdono e mi chiedi di condividerlo; mi affidi tante doti e mi prometti che sarò felice se le condivido. Tu mi chiedi di cercare la giustizia, per me stesso e per gli altri, ma senza produrre altre ingiustizie. Mi ricordi che il perdono è la forza di chi sa che può ottenere da te quanto dona ai fratelli. Grazie, perché con le parole del tuo Figlio, scopro un modo nuovo di vivere.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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