PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Gloria e lode al tuo nome, o Signore (176)

don Remigio Menegatti  

don Remigio Menegatti è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

Battesimo del Signore (Anno A) (09/01/2005)

Vangelo: Mt 3,13-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 3,13-17

In quel tempo, 13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (Is 42,1-4.6-7) è una presentazione del Messia, qui definito come "servo": Dio gli dona il suo Spirito e gli affida la missione di portare la giustizia a tutti i popoli, che attendono la sua parola che educa. Inoltre è chiamato a stabilire con tutti gli uomini l'alleanza di Dio. Una particolare attenzione sarà per chi soffre: chi nelle tenebre non può vedere la bontà di Dio, potrà finalmente godere della salvezza. Il vangelo (Mt 3,13-17) racconta l'incontro presso le acque del Giordano tra Giovanni, colui che battezza, e Gesù che chiede di ricevere questo gesto penitenziale. Più grande del dono dell'acqua del Battista c'è la consacrazione che il Padre stesso compie su Gesù, dopo avergli comunicato il suo amore e la sua gioia.

Salmo 28

Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore in santi ornamenti.

Il Signore tuona sulle acque,
il Signore, sull'immensità delle acque.
Il Signore tuona con forza,
tuona il Signore con potenza.

Il Dio della gloria scatena il tuono
Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore è assiso sulla tempesta,
il Signore siede re per sempre.

La vita dell'uomo, la sua relazione con Dio, potrebbe essere riassunta in questo salmo. In fondo noi siamo qui per "dare gloria" al Signore, per lodare la sua bontà. Un po' come succede quando seguiamo la partita cantando i canti e scandendo gli slogan della nostra squadra, dicendo che è la più forte, quella che non perde mai.

Tutti i figli di Dio sono chiamati a lodarlo, ad annunciare il suo amore perché anche quelli che sembravano indifferenti e distratti si coinvolgano e diventino "suoi tifosi".

"Il Signore" non resta muto, lui parla ai suoi figli. Anche attraverso fatti forti, che possono impressionare l'uomo (con forza, con potenza, sull'immensità delle acque, sulla tempesta...) lui entra in dialogo per farsi conoscere, e non solo da chi frequenta il tempio e quindi è già in sintonia con lui. Il compito dei suoi amici (figli di Dio) è prima di tutto ascoltare la sua voce e poi lodarlo. Così la sua voce, attraverso i suoi amici, raggiunge ogni uomo.

Un commento per ragazzi

Abbiamo provato a chiedere al nostro don e alle suore che lavorano in parrocchia quando hanno scoperto di voler scegliere questo tipo di servizio, questa vita. Magari l'abbiamo detto con parole molto più semplici: "Perché hai deciso di farti prete, suora?". Ci hanno parlato di "vocazione", "chiamata", "consacrazione", della "voce di Dio che invita a seguirlo". "Ma allora – abbiamo insistito noi – tu hai parlato con Dio? O comunque, lui ha parlato con te?"

La stessa domanda si poteva rivolgere anche a Gesù: "Perché hai deciso di lasciare la tua casa, il lavoro di carpentiere, il villaggio di Nazaret, e cominciare a girare la Palestina per parlare di Dio?"

Lui ci avrebbe risposto che un giorno ha avvertito chiara la chiamata del Padre, che ha sentito come una voce, e ha riconosciuto di chi era. Una voce che gli diceva non tanto quello che doveva fare, ma prima di tutto chi è lui per Dio: il Figlio prediletto, nel quale il Padre trova la sua gioia. La chiamata, ci spiega Gesù, non è come l'assunzione al lavoro: ti assegnano il reparto, il ruolo e gli attrezzi necessari; l'ufficio, la scrivania e cominciano a passarti delle "carte". La chiamata non è neppure come quando l'allenatore ti consegna la maglia e ti dice di tenerti pronto ad entrare in campo.

La chiamata è scoprire che Dio ama ciascuno dei suoi figli, e comincia con il primo Figlio: colui che è diventato uomo e noi abbiamo conosciuto come Gesù, nato a Betlemme, vissuto a Nazaret, figlio di Maria e – si pensava allora – del falegname Giuseppe, discendente di Davide. La chiamata è capire che non siamo dei numeri telefonici, scelti a caso dal computer a cui abbinare un premio... se si sa rispondere alla domanda del conduttore della trasmissione.

La chiamata non è per pochi fortunati, "convocati per la prima squadra", quelli che hanno tanti fans e firmano tanti autografi. La chiamata è avvertire che Dio ha fiducia in noi e poter rispondere con entusiasmo e generosità, mostrando che la fiducia era ben riposta.

Attorno a Gesù, in quel momento, sulle rive del Giordano, c'era tanta gente, a cominciare da Giovanni il battezzatore, ma nessuno, a parte Gesù hanno vissuto quel dialogo di gioia tra un Padre che chiama e un figlio che dice subito il suo "sì". Da quel momento "passò beneficando e risanando tutti color che erano sotto il potere del diavolo". Aveva scoperto che "Dio era con lui", come avrebbe un giorno ricordato Pietro.

Ma, allora, tu chiami anche me? Anche se sono un ragazzo? Anche se nessuno, attorno a me, sembra aver sentito un invito che da un po' di tempo sento... come potrei dire "nel cuore"? Forse "cuore" non è la parola esatta, ma non so spiegarlo meglio... Mi sento felice quando sono generoso e disponibile, quando dimostro lealtà e collaboro, ascoltando i genitori e chi è vicino a me.

Allora...anche questa è la chiamata di cui si parla! Anch'io sono un figlio nel quale Dio trova motivo di gioia. Io posso far felice Dio, ovvero "dare gloria e lode al suo nome", perché vivo come figlio suo, e rendere contenti anche altri...che sono fratelli perché anche loro figli di Dio.

Se poi un giorno mi sposerò e diventerò genitore, oppure sceglierò la vita religiosa o il ministero del prete...questo si vedrà. Intanto comincio a obbedirti. E sono felice.

Un suggerimento per la preghiera

Signore, intanto grazie perché hai ascoltato con attenzione la voce del Padre e ti sei messo a nostro servizio per liberarci dal male. Grazie perché tu sai prendere sul serio le proposte importanti.

E poi...aiutaci a fare come te, a non stancarci di cercare, giorno dopo giorno, chi siamo noi per Dio e cosa si attende da noi perché possiamo anche noi donare gioia. Gioia prima di tutto a Dio e poi anche a quelli verso cui dimostriamo di aver capito la chiamata del Signore.

Libri di don Remigio Menegatti

 

Ricerca avanzata  (54001 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: