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TESTO Questi è il mio Figlio Prediletto

don Romeo Maggioni  

Battesimo del Signore (Anno A) (09/01/2005)

Vangelo: Mt 3,13-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Era l'anno 28 della nostra era; Giovanni Battista predicava e battezzava al Giordano quanti aspettavano l'avvento del Messia che si sentiva imminente. E proprio lì - nel punto più alto dell'attesa messianica e del bisogno di una salvezza - giunge Gesù "ad adempiere ogni giustizia", cioè a portare a compimento quella preparazione dell'Antico Te-stamento e a iniziare finalmente la svolta voluta dal disegno di Dio.

Il battesimo di Gesù rappresenta la sua investitura ufficiale come Messia, l'inizio del suo ministero pubblico. Ma è un Messia che lascia sorpresi, perché il primo gesto che compie è quello di mescolarsi coi peccatori.

La Liturgia ci fa celebrare questo mistero di Cristo per illuminare anche il nostro battesimo, fatto come quello di Gesù "in acqua e Spirito santo".

1) IL BATTESIMO DI GESU'

L'elemento decisivo di tutto il fatto è l'effusione dello Spirito santo. Questo è il segno dell'era messianica. Giovanni lo sapeva: "L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito santo" (Gv 1,33). Gesù stesso riconoscerà quell'evento come la sua consacrazione alla missione: "Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato per annunciare ai poveri un lieto messaggio" (Lc 4,18). Pietro parlando di quegli inizi dirà: "Voi conoscete ciò che è accaduto, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito santo e potenza Gesù di Nazaret" (II lett.). E' lo Spirito che dà inizio alla creazione, quando "aleggiava sulle acque"; è lo Spirito che dà inizio all'incarnazione del Verbo nel grembo di Maria; è lo Spirito che qui dà inizio alla missione pubblica di Gesù; è lo Spirito che dà inizio alla Chiesa il giorno di Pentecoste. Sarà lo Spirito a dar inizio ad ogni vita cristiana col battesimo.

Consacrato Messia, ma di che tipo? "Ed una voce dal cielo disse: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto". L'evangelista, per spiegarlo, rievoca una figura biblica straordinaria, il Servo di Jahvè presentato da Isaia: "Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio. Ho posto il mio Spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà, né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta" (I lett.). Non sarà un Messia che si imporrà con potenza, ma con la discrezione e la condivisione, col portare lui i peccati di tutti, per le cui piaghe noi siamo guariti. Per questo la prima apparizione in pubblico di Gesù è tra i peccatori, solidale con loro. Lo dirà Giovanni: "Ecco l'agnello di Dio che porta il peccato del mondo" (Gv 1,29).

Gesù è consacrato per una missione. Al Servo sofferente di Isaia, figura profetica che il Messia Gesù invera, è detto: "Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre" (I lett.). Lo confermerà san Pietro dicendo: "Gesù passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui" (II lett.). Una missione senza confini, rivolta a tutti, perché "Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto" (II lett.). Compito che poi Gesù affiderà ai suoi: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo (i tre protagonisti anche del battesimo di Gesù al Giordano), insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28,19-20).

2) IL NOSTRO BATTESIMO

Alla Chiesa preme oggi richiamare il nostro battesimo. Quel battesimo in acqua e Spirito santo ricevuto da Gesù ora è il nostro battesimo, perché solo "chi nasce dall'acqua e dallo Spirito santo può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato da carne è carne e quel che è nato da Spirito è Spirito" (Gv 3,5-6). E' anzitutto un momento di purificazione dai peccati, vertice di un cammino di conversione che si apre a Dio, come ha fatto Gesù che -all'annuncio del Battista - s'è messo in coda per ricevere un Battesimo di conversione, cioè di apertura al Regno di Dio. E' la fede richiesta nel chiedere il Battesimo. Ogni sacramento è sacramenta fidei, richiede la fede e la consapevolezza di quel che si riceve. Se ricevuto da bambini, il Battesimo va poi verificato e ratificato con coscienza più piena nei vari stadi più adulti della vita.

É poi rigenerazione a vita divina per opera dello Spirito. E' lo Spirito che ci connette a Cristo, uomo nuovo, Figlio di Dio, e diveniamo realmente figli di Dio. "Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre. Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio" (Rm 8,15-16). Nel giorno del battesimo anche per noi è risuonata la parola del Padre: "Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato" (Sal 2,7). Siamo così generati alla vita divina, chiamati ad una intimità con la Trinità, fratelli di Gesù Cristo e inviati come Lui per una missione di salvezza nel mondo.

Nel nostro rito del battesimo, ad un certo punto, il sacerdote unge col crisma il bambino e dice: "Dio onnipotente che ti ha rigenerato dall'acqua e dallo Spirito santo, ora ti consacra con il crisma di salvezza, perché inserito in Cristo, sacerdote, re e profeta, tu sia sempre membro vivo del suo corpo". E' la stessa missione, di essere come Lui profeti, cioè annunciatori del suo progetto nuovo di umanità e di storia; sacerdoti come Lui, capaci di riconoscere l'opera di Dio nel creato e tra gli uomini, e vivere quindi in rendimento di grazie a Lui con cuore docile alla sua guida amorosa; e alla fine costruttori della sua signoria sul mondo, cioè di animare ogni realtà umana della ricchezza di valori propri del Regno di Dio. Col battesimo nessuno più è un privato cittadino: Dio stesso lo ha aggregato per un'opera grande, ciascuno col suo specifico apporto, a costruire l'umanità sognata da Dio che ha inizio qui con la Chiesa di Cristo.

Due crisi profonde travagliano l'uomo contemporaneo: la sua identità e l'unità interiore del suo fare. Chi sono io?, si chiede ognuno di noi, al di là del proprio sgretolarsi in ruoli e cose che lo disperdono? L'identità è data dal proprio destino: figli ed eredi di Dio; l'unità interiore è data dalla propria missione, alla quale Cristo ci ha chiamati, per essere con Lui costruttori, nel tempo, dell'eternità, cioè di ciò che è vero, giusto, definitivo, cioè divino. Riscoprire il battesimo è scoprire l'uomo che siamo.

Si usa da noi pregare così: "Signore, fa di me uno strumento della tua pace..". E anche: "Cristo non ha mani, ha soltanto le nostre mani per fare il suo lavoro; Cristo non ha piedi, ha soltanto i nostri piedi, per condurre gli uomini sui suoi sentieri; Cristo non ha mezzi, ha soltanto il nostro aiuto, per condurre gli uomini a Sé. Noi siamo l'unica Bibbia che i popoli leggono ancora, siamo l'ultimo messaggio di Dio scritto in opere e parole".

 

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