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TESTO Commento su Luca 3,1-6

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II Domenica di Avvento (Anno C) (06/12/2015)

Vangelo: Lc 3,1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,1-6

1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

5Ogni burrone sarà riempito,

ogni monte e ogni colle sarà abbassato;

le vie tortuose diverranno diritte

e quelle impervie, spianate.

6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

COMMENTO ALLE LETTURE
Commento a cura di don Davide Arcangeli

È bello ricevere una lettera, o un bigliettino, o un sms, in cui una persona cara ci dice che sta pregando per noi. È un segno di quanto una persona ci voglia bene e voglia il nostro bene.

Pensate che san Paolo ha scritto tante lettere per le comunità da lui fondate, e in ognuna ha voluto manifestare la sua preghiera per quella comunità e per ciascuna delle persone, che lui conosceva molto bene. Piene di affetto sono infatti le pagine finali di ogni lettera, in cui lui saluta tutti per nome.

Anche nella lettera ai Filippesi, che abbiamo appena ascoltato, san Paolo prega con gioia per ciascuno dei Filippesi. Il motivo di questa gioia è che essi cooperano per il Vangelo. Paolo non intende dire che gli vuole bene solo per il loro lavoro pastorale, anzi, il contrario: il Vangelo, ossia l'annuncio di Gesù, morto e risorto, che dona pace, gioia e salvezza a ciascuno, li ha inseriti in un rapporto di grande familiarità, amore ed amicizia e questa è un'opera che Dio porterà a compimento.

Alla luce di questa bella lettera di Paolo, possiamo chiederci anche noi come comunità: viviamo questi rapporti di familiarità, amore ed amicizia, generati dalla fede? Per capirlo basta fare una controprova: se una persona, che collabora con noi in questa comunità, dovesse fare uno sbaglio abbastanza grave e ci fossero chiacchiere e mormorazioni, sono capace di pregare per lui o per lei? Oppure alimento queste chiacchiere? Allargando il discorso: preghiamo gli uni per gli altri e ci consideriamo fratelli? Oppure siamo duri e distaccati tra di noi, giudicando reciprocamente i nostri limiti e difetti?

La preghiera di Paolo è sorretta da una fiducia di fondo, ossia che Dio porta a compimento i suoi disegni. Dunque anche di fronte alle difficoltà e fatiche che possiamo vivere come comunità, noi sappiamo che Dio ha una Parola precisa per noi, e non solo per me o per te, e che questa Parola si incarna nella vita della nostra comunità come opera comune di annuncio, come impegno di testimonianza ed anche come relazioni di amicizia e familiarità

Dove possiamo ascoltare questa Parola che Dio ci rivolge? Come nel Vangelo la parola accade nel deserto su Giovanni il Battista, così anche la Parola accade nella nostra vita e nella nostra comunità. Siamo nel deserto, ossia in un luogo impervio, difficile e senza tanti punti di riferimento, ma come il popolo di Israele non possiamo far altro che fidarci di lui e percepire nella fede la sua presenza in mezzo a noi.

Il deserto è anche un luogo preciso, in cui ci ritroviamo come comunità, in cui la lasciamo che la parola accada nella nostra vita, in cui condividiamo difficoltà, desideri, progetti e li mettiamo nelle mani di Dio, in cui ci esercitiamo a pregare gli uni per gli altri e a camminare come comunità, come famiglia di famiglie. Riusciamo a identificare spazi o tempi in cui questo accade? Ecco una bella domanda per un discernimento comunitario. Se non ci fossero, o se non ve ne fossero abbastanza, dovremmo con costanza e creatività crearli e alimentarli!

È importante infatti coltivare luoghi e tempi, in casa, nelle nostre famiglie, in cui ci ritroviamo come adulti e lasciamo che la Parola scenda in mezzo a noi e nel nostro cuore. Che essa renda diritte le vie tortuose degli sbagli, abbassi i monti delle difficoltà e colmi le valli della tristezze...

Ci uniamo volentieri alla preghiera di Paolo e la sentiamo come rivolta proprio a noi, alla nostra comunità: "E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio."

 

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