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TESTO Gesù luce e vita

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II Domenica dopo Natale (02/01/2005)

Vangelo: Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Il Padre si è rivelato agli uomini nel figlio Gesù. In lui Dio ha assunto il volto dell'uomo e si è espresso con parole umane. Gesù si presenta come luce e vita, offre agli uomini la possibilità di diventare figli di Dio.
La Parola si rivolge all'uomo impegnandolo ad una risposta.

- Egli era nel mondo... ma il mondo non lo riconobbe. Il cristiano, pur vivendo nel mondo, non deve appartenere al mondo: deve rifiutarne la mentalità edonistica e materialistica, le leggi dettate dall'egoismo e dalla superbia. Chi è schiavo del mondo ha gli occhi della mente ottenebrati e non può riconoscere colui che viene a salvarlo.

- Veniva nel mondo la luce vera... ma le tenebre non l'hanno accolta. Le tenebre sono le potenze del male, che si oppongono a Dio; sono i malvagi che "preferiscono le tenebre alla luce... Chi fa il male odia la luce e non viene alla luce, perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere vengono da Dio". Il rifiuto di Cristo ci chiude nelle tenebre.

- A quanti l'hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio. È l'essenza della redenzione: il rapporto di intimità esistente tra il Padre e il Figlio è divenuto possibile anche a chiunque si apre all'accoglienza del Verbo. È il definitivo riscatto dell'uomo. Quale sventura irreparabile se l'uomo, rifiutando Cristo, il suo Vangelo, la luce e la vita ch'egli offre, si privasse di questo dono gratuito di Dio, e diventasse di nuovo "figlio della perdizione".

 

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