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TESTO Tu sei Re, il nostro Salvatore

don Roberto Rossi  

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) - Cristo Re (22/11/2015)

Vangelo: Gv 18,33-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 18,33-37

33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 36Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Nella domenica che conclude l'anno liturgico la Chiesa celebra la festa di Cristo Re. Cristo è l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine, o meglio il Compimento di tutte le cose.

Cristo è il re dell'universo, è il re di tutti e di ciascuno. Cristo è il mio re: Colui che mi ha conquistato dando tutto se stesso, colui che mi ha liberato, mi ha fatto suo, per vivere in una libertà e pienezza uniche, colui che mi chiama e mi onora di poter essere un membro attivo, una persona importante nel suo regno, che è la vita, è la Chiesa, è l'umanità, è il regno dei cieli.

L'Apostolo Paolo ci offre una visione molto profonda della centralità di Gesù. Ce lo presenta come il Primogenito di tutta la creazione: in Lui, per mezzo di Lui e in vista di Lui furono create tutte le cose. Egli è il centro di tutte le cose, è il principio. Gesù Cristo, il Signore: Dio ha dato a Lui la pienezza, la totalità, perché in Lui siano riconciliate tutte le cose. Signore della Creazione, Signore della riconciliazione.

Questa immagine ci fa capire che Gesù è il centro della creazione; e pertanto l'atteggiamento richiesto al credente, è quello di riconoscere e di accogliere nella vita questa centralità di Gesù Cristo, nei pensieri, nelle parole e nelle opere. E così, i nostri pensieri saranno pensieri cristiani, pensieri di Cristo. Le nostre opere saranno opere cristiane, opere di Cristo. Le nostre parole saranno parole cristiane, parole di Cristo. Invece, quando si perde questo centro, perché lo si sostituisce con qualcosa d'altro, ne derivano soltanto dei danni, per l'umanità e l'ambiente attorno a noi e per l'uomo stesso.

Oltre ad essere centro della creazione e centro della riconciliazione, Cristo è centro del popolo di Dio. Egli è qui, al centro di noi. E' qui, nella Parola, ed è qui, sull'altare, vivo, presente, in mezzo a noi, il suo popolo.

Cristo, discendente del re Davide, è il "fratello" intorno al quale si costituisce il popolo, è colui che si prende cura del suo popolo, di tutti noi, a costo della sua vita. In Lui noi siamo uno: un solo popolo; uniti a Lui, condividiamo un solo cammino, un solo destino. Solamente in Lui, in Lui come centro, abbiamo l'identità come popolo.

Cristo è il centro della storia dell'umanità e anche il centro della storia di ogni uomo. A Lui possiamo riferire le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di cui è intessuta la nostra vita. Quando Gesù è al centro, anche i momenti più bui della nostra esistenza si illuminano, e Lui ci dà speranza, come avviene per il buon ladrone che si rivolge a Gesù e ottiene la salvezza.

Abbiamo bisogno di invocare e affrettare il regno di Cristo: regno di giustizia, di amore, di pace, di perdono, di amore. Davvero il mondo ha bisogno di questo regno, ha bisogno di Cristo Salvatore.

Siamo chiamati ad essere i collaboratori di Cristo, i costruttori del suo regno, i portatori della verità di Gesù, dei valori profondi del suo vangelo, del suo stile e delle sue scelte di vita. Perché il mondo sia "umano", ha bisogno di essere "cristiano", cioè secondo il Cuore di Cristo, il suo regno, nella novità dell'amore. Di questo ogni epoca ha bisogno; anche l'umanità di oggi è chiamata a implorare e a costruire il regno di Dio, la civiltà dell'amore e non dell'odio.

 

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