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TESTO La buona notizia della famiglia e buone notizie sulle famiglie

don Roberto Rossi  

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno A) (26/12/2004)

Vangelo: Mt 2,13-15.19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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13I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».

14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

Dall’Egitto ho chiamato mio figlio.

19Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

E' la festa della Sacra famiglia.

Si lavora intensamente nella Chiesa per diffondere il "vangelo della famiglia". Dice il S. Padre: "L'espressione è appropriata perché annunciare la "stupenda notizia" della famiglia, che affonda le sue radici nel Cuore di Dio creatore, è una nobile e decisiva missione. La famiglia, fondata sul matrimonio, è un'istituzione naturale insostituibile ed elemento fondamentale del bene comune di ogni società".

"Chi distrugge questo tessuto fondamentale dell'umana convivenza, non rispettandone l'identità e stravolgendone i compiti, causa una ferita profonda alla società e provoca danni spesso irreparabili". "Occorre riflettere sui vari aspetti che toccano la famiglia, a livello sia nazionale che internazionale. Anche in questo campo la Chiesa non può discostarsi dalla norma enunciata dall'apostolo Pietro: "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini" (At 5,29). Nell'Esortazione apostolica Familiaris consortio ponevo in rilievo "il posto singolare che, in questo campo, spetta alla missione dei coniugi e delle famiglie cristiane, in forza della grazia ricevuta nel sacramento" e ricordavo che tale missione dev'essere posta "a servizio dell'edificazione della Chiesa" e "della costruzione del Regno di Dio nella storia". Questa missione non ha perso nulla della sua attualità, ha anzi assunto caratteristiche di eccezionale urgenza".

"Rilevo con piacere la crescente presenza in tutto il mondo di movimenti a favore della famiglia e della vita. Il loro dinamismo, messo al servizio di coloro che camminano sulla via del matrimonio, garantisce un aiuto prezioso nel suscitare l'opportuna risposta alla ricchezza della vocazione alla quale il Signore li chiama. Si costruisce così, in un clima di collaborazione, la chiesa domestica, santuario della vita e vero pilastro portante per l'avvenire dell'umanità."

Questi sono i grandi richiami che il S. Padre ha fatto anche recentemente (novembre 2004) a riguardo della famiglia e del matrimonio.

Di fatto come va la vita cristiana delle famiglie, la loro tenuta, lo sviluppo del loro amore, della loro fedeltà e responsabilità?

Normalmente si è soliti sottolineare le crisi, l'aumento delle separazioni o dei divorzi, le convivenze, perché in realtà sono causa di tante sofferenze e fanno più "notizia" e impressione, nella logica che "fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce".

In verità la foresta che cresce c'è e se ne vedono numerosi e significativi segni.

Per tutti noi e per la nostra gente la famiglia è la realtà che maggiormente portiamo nel cuore, che tiene il primo posto in assoluto per le gioie e le preoccupazioni. Per la famiglia e il vero bene dei suoi componenti si vive, si lavora, si soffre, ci si impegna con tutte le forze, si diventa capaci di sacrifici eroici.

E quando la propria famiglia va in crisi o si scioglie c'è grande sofferenza e normalmente il desiderio di "rifarsi" una nuova famiglia.

Un certo numero di giovani convivono o restano "single" perché non sono aiutati dal clima culturale e sociale a credere e a trovare piena realizzazione e soddisfazione nel formare e costruire una propria famiglia.

Ci si può chiedere: perché la società - che pur avrebbe ne tanto bisogno e ne ritrarrebbe tanti benefici - non sostiene la famiglia, anzi sembra volerla tentare da tutte le parti?

Il consumismo, l'illusione della gioia senza l'impegno, il miraggio della felicità nel permettersi di fare quello che si vuole, senza grandi regole e senza doverne rendere conto, le sconvolgenti leggi dell'economia e del mercato, gli accattivanti sistemi dei mezzi di comunicazione sociale possono portare a questo.

Ma la verità non può venire schiacciata o soppressa. E tante famiglie riescono a portare avanti la loro esperienza e il loro impegno, chi in maniera molto semplice e fedele, chi addirittura in maniera straordinaria.

Alcuni esempi. Lucia e Franco, sposati da 14 anni, tre figli propri, dopo aver cresciuto una ragazzina in affido, ora hanno adottato un bambino in difficoltà. Condizioni economiche normalissime, lavorano entrambi, lei in part-time, sentono anche il bisogno di fare la propria parte in parrocchia nella catechesi e nell'Azione Cattolica, per la formazione dei propri figli e dei loro amici e si aprono al servizio delle altre famiglie nella vita di ogni giorno e nelle iniziative Diocesane.

Un intero paese, Forlimpopoli, si è aperto all'accoglienza in molte forme di bambini e ragazzi in difficoltà e questo ha rinsaldato la vita e l'unità di molte famiglie. Dopo aver offerto ospitalità per qualche mese ai bambini della Bielorussia, pur affrontando notevoli difficoltà burocratiche, sono stati adottati ben 20 ragazzi, in altrettante famiglie. Qualcuna di esse ha ritrovato la propria solidità in questa esperienza di accoglienza e di amore.

Come non pensare poi alla grande realtà ed alla grande profezia delle famiglie dell'Associazione "Papa Giovanni XXIII", varie di esse presenti anche nella nostra Diocesi? Famiglie consapevoli della loro vocazione e missione a servizio della vita, che trovano la loro felicità nella formazione continua del loro amore e nell'accoglienza di tante persone, piccole o grandi, ferite nella loro esperienza o con difficoltà fisiche o psichiche. La loro casa-famiglia diventa così una luce per i propri figli e per tanti altri figli di Dio. E non è che quei genitori siano meno felici di altri, che vivono più chiusi in se stessi, nella loro corsa al benessere e al consumo. Anzi portano nel volto e nel cuore la gioia che sa dare il Signore a chi si lascia santificare dalla sua grazia.

E' proprio la santità, e una santità particolare, molto semplice, ordinaria, ma vera, che viene vissuta in tante famiglie, nell'amore vicendevole, nel superare le difficoltà e le crisi, nell'accoglienza e nella formazione dei figli, nella cura dei malati e degli anziani.

E' una realtà talmente profonda che ben compensa le situazioni negative. E' a questa santità, bellezza di Dio e di ogni uomo e di ogni donna, di ogni coppia, che vuole portare la grazia del Sacramento del matrimonio, così come ci è richiamato dal nuovo rito che la Chiesa ci ha offerto.

 

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