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TESTO Commento Matteo 2,13-15.19-23

Totustuus  

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno A) (26/12/2004)

Vangelo: Mt 2,13-15.19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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13I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».

14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

Dall’Egitto ho chiamato mio figlio.

19Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

TEMA DELLE LETTURE

La vita familiare è al centro della liturgia odierna. Il Libro del Siracide dà consigli pratici circa l´onore e il rispetto che si dovrebbe avere per il padre e la madre. Nella tradizione ebraica è considerato un dovere religioso importante agli occhi di Dio. Il salmo 128 illustra le benedizioni di una buona famiglia all´uomo che teme Dio. San Paolo esorta i cristiani di Colossi a mostrare nelle loro relazioni reciproche tutte le sfaccettature dell´amore cristiano. Egli raccomanda specialmente l´amore e il rispetto tra i membri della famiglia. Il vangelo di Matteo racconta delle vicissitudini di Giuseppe e Maria durante l´infanzia Gesù. Per proteggere il bambino, sono costretti ad emigrare in Egitto e a stabilirsi, infine, anni più tardi, a Nazareth, in Galilea. In modo misterioso tutto questo era stato previsto nel Antico Testamento.


MESSAGGIO DOTTRINALE

L´obbligo religioso nei confronti dei genitori. Sia nella tradizione ebraica del Siracide, sia nell´adempimento cristiano così come indicato nella lettera di Paolo ai cristiani di Colossi, vediamo la natura religiosa del rispetto filiale e della devozione nei confronti dei propri genitori. Nella di tradizione ebraica, i genitori dovevano essere onorati e riveriti, soprattutto perché erano loro a i trasmettere ai loro figli la Legge di Dio (infatti, nel quarto comandamento, il verbo usato in riferimento ai genitori, "onorare", è usato in altri testi delle Sacre scritture, come in Isaia 29, in riferimento a Dio). Ciò comporta sia un superiore motivo soprannaturale per il quale i figli devono onorare i propri genitori (il testo cita specificamente il dovere tanto verso la madre quanto verso il padre), sia, per i genitori, un ruolo maggiore della mera generazione naturale, nei confronti dei loro figli. San Paolo è molto conciso; ci sono doveri cristiani reciproci tra il marito e la moglie, così come tra genitori e figli. L´adempimento di questi doveri è gradito a Dio.

Il Salmo 128 proclama le benedizioni della vita familiare, specialmente la benedizione di figli, per l´uomo che teme Dio.

Riferimenti nel catechismo: i paragrafi 2196-2233 trattano dell´amore per il prossimo, del quarto comandamento, della famiglia nel piano di Dio, della famiglia e della società, dei doveri dei familiari, e della famiglia e del Regno.

Amore cristiano. San Paolo esorta i cristiani di Colossi a dimostrare l´amore cristiano, la carità, "vincolo di perfezione" (v. 14). Quel che dovrebbe caratterizzare i fedeli cristiani è il loro amore reciproco, mostrato nei molti modi della misericordia, della bontà, dell´umiltà, della mitezza, della pazienza, del perdono, del conforto e della gratitudine. L´amore cristiani dovrebbe riflettersi anche nel matrimonio e nei legami familiari.

Riferimenti nel catechismo: il paragrafo 864 parla della carità definendola "l´anima di tutto l´apostolato"; i paragrafi 1822-1829 definiscono la carità come una virtù teologica, il comandamento nuovo, la più grande delle virtù, e citano i frutti della carità; il paragrafi 2196 parla dell´amore per il proprio prossimo.

"Perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti" (Mt 2,23). C´è un contrasto curioso nel vangelo di Matteo tra la fuga frettolosa in Egitto di Giuseppe e Maria col Bambino, il loro definitivo ritorno a Nazareth, e quel che Matteo considera come l´adempimento delle profezie dell´Antico Testamento. Da una parte, Giuseppe è obbligato a prendere decisioni in risposta ad una premonizione soprannaturale. Egli decide di andare in Egitto. Quando la persecuzione sembra essersi ormai placata, decide di ritornare. Un ragionevole timore lo spinge a decidere di evitare la Giudea e a far ritorno a Nazareth, in Galilea. Tutto appare come l´attenta valutazione di un marito e padre amorevole e protettivo. Eppure l´evangelista vi vede l´adempiersi di uno scopo più grande, infatti, l´adempimento pieno delle profezie dell´Antico Testamento. Abbiamo modo di vedere come la Provvidenza si realizza attraverso gli eventi apparentemente fortuiti della storia umana.

Riferimenti nel catechismo: i paragrafi 121-133 si riferiscono alla relazione tra l´Antico ed il Nuovo Testamento; i paragrafi 302-308 trattano della Divina Provvidenza e del ruolo delle cause secondarie.


APPLICAZIONI PASTORALI

In questi tempi in cui paiono apparentemente inevitabili le rotture matrimoniali, le decisioni di non aver figli, l´aborto, la legalità della decisione altrui sull´utilità della vita di una persona, il riconoscimento delle unioni "di fatto" o di persone dello stesso sesso, la sostituzione dell´amore con l´avidità, eccetera, può sembrare irreale parlare del vincolo matrimoniale e del dono dei figli. Ad alcuni pare un atteggiamento moralistico assunto da chi non osserva la realtà. Forse, si può imparare qualcosa da questa critica. Certamente, una moralità fatta di regole ha scarsa attrattiva e nessun successo nell´odierno clima di libertà e di autoespressione. Può perfino accadere che una moralità fatta di regole, inadeguatamente presentata, faccia più danno che beneficio.

Il desiderio di complementarità e di comunità sono "esperienze originali" (cfr. Giovanni Paolo II) del cuore umano. Fondamentalmente, ogni persona vuol vivere con gli altri e trovare il proprio modo di amare gli altri e di essere amato da essi. Questi sono i desideri naturali del nostro modo di essere. Libero da ostacoli interiori ed esterni, il cuore umano cerca i modi di soddisfare questi desideri. L´amore vuole dare. La paternità e la maternità sono il modo fondamentale di dare dell´uomo e della donna. Si potrebbe perfino dire che sono il modo supremamente umano di dare.

La difficoltà sta nel processo doloroso che occrre seguire per soddisfare questi desideri. Ci sono ostacoli interiori; la difficoltà di riconoscere questi desideri, la confusione di questi desideri per la scelta di modi inadeguati di soddisfarli, una certa debolezza nel realizzare quel che vogliamo, eccetera. Stranamente, sembra che molte persone non sappiano cosa vogliono davvero. Hanno perduto il contatto con le loro "esperienze originali". Ci sono anche ostacoli esterni; una cultura consumistica che esalta interessi minori, opere e strutture economiche che militano contro il matrimonio e la famiglia, i limiti personali degli altri, le differenze di carattere, eccetera.

Ciò che urgentemente occorre è una guida effettiva e un accompagnamento nella costruzione e nel mantenimento degli intimi vincoli del matrimonio e della famiglia. Non dobbiamo presupporre che le persone sappiano già come vivere insieme. Quel che serve è una conoscenza dettagliata della struttura della persona umana, della sua particolare espressione e dello stato di sviluppo in ogni persona. Con questi elementi, si può individuare un percorso preciso per portare due persone ad una comunione integrale, stabile.

Il divorzio può essere considerato da qualcuno come un diritto; è sempre il riconoscimento di un fallimento. Chi lo vuole davvero? Il fallimento delle aspettative è una sciagurata quotidiana porzione dell´esperienza umana. Si commettono errori, ma si può evitare il fallimento.

La forza di una società sta nella profondità e nella stabilità delle relazioni interpersonali. Questa è la domanda politica fondamentale, il livello a cui possiamo vivere insieme in comunità. Come cristiani, dovremmo proporre una società che protegge e promuove modi stabili di soddisfare le aspirazioni umane.

 

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