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TESTO Commento Matteo 2,13-15.19-23

padre Antonio Rungi

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno A) (26/12/2004)

Vangelo: Mt 2,13-15.19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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13I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».

14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

Dall’Egitto ho chiamato mio figlio.

19Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

All'indomani della solennità del Natale 2004, si celebra oggi la Festa della Sacra Famiglia. Una festa che è una continuazione naturale della celebrazione di ieri, in quanto il Natale, per antica tradizione, è soprattutto festa della famiglia. E, infatti, in questi giorni nelle nostre case si riuniscono sistematicamente sia per convivere l'agape fraterna, sia per trascorrere insieme momenti sereni e felici, sia per una breve visita e per lo scambio di auguri, familiari vicini e lontani. A conferma che il Natale, nonostante la distrazione ed il progresso, conserva intatto il suo fascino di amore e carità, di attenzione verso l'altro, di disponibilità al perdono ed alla riconciliazione, di un sereno confronto con chi il Signore ha messo al nostro fianco nelle vicende familiari ed umane.

Ma la famiglia che festeggiamo oggi è una famiglia speciale, unica, irripetibile, in quanto in tale famiglia è presente storicamente e fisicamente Gesù Cristo, che santifica, allora come oggi, ogni famiglia, timorata di Dio ed aperta alla vita. In tale famiglia opera una singolare ed unica Madre, Maria Santissima, la Madre di Dio, la tutta pura, santa ed immacolata, la Madre delle Madri, la Madre di tutte le Madri, la Madre esempio di tutte le madri della Terra. In questa famiglia, con un ruolo altrettanto importante vive ed opera San Giuseppe, il padre "putativo-adottivo" di Gesù Cristo e lo sposo castissimo della Vergine Maria. Tre persone a vario grado sante, che compongono questa famiglia di Nazareth, in cui la santità, la bontà, la tenerezza, la carità, l'amore circola in modo sovrabbondante. A questa famiglia si devono ispirare tutte le famiglie del mondo, che si costruiscono su uno stabile rapporto, ovvero sul matrimonio, unico ed indissolubile. Certamente non sarà facile imitare Gesù, Giuseppe e Maria, ma uno sforzo è doveroso compierlo in tutte le famiglie, perché i genitori ed i figli vivano in profonda amicizia e serenità la loro condizione di parentela e di affettività vera. Per cui, bisogna fare tesoro della Parola di Dio, che ci viene proposta in questa prima Domenica dopo Natale ed in occasione della Sacra Famiglia.

Alcuni versetti tratti dal libro del Siracide ci aiutano a comprendere i rapporti tra genitori e figli che vanno improntati ad un preciso stile di vita: "Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli. Chi onora il padre espia i peccati; chi onora la madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Anche se perdesse il senno, compatiscilo e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore. Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, ti sarà computata a sconto dei peccati".

Nella lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi la modalità per vivere in famiglia, un'esperienza positiva da ogni punto di vista, è messa in risalto mediante una vita virtuosa fondata su alcuni valori ed atteggiamenti: "Fratelli, rivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti! Voi mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino". Testi che sono oggetto di riflessione e meditazione non solo in questa giornata ma anche in occasione della celebrazione del matrimonio. Testi inseriti anche nel nuovo rito del matrimonio recentemente approvato e divulgato.

Ci immette nel clima difficile in cui si trovò a vivere la famiglia di Nazareth appena ai suoi inizi, il testo tratto dal Vangelo secondo Matteo ed inserito nella Liturgia della Parola di Dio della Festa odierna. I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode. Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: "Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va' nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino". Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israele. Si ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazaret.

La premura di San Giuseppe verso Gesù e la Madonna è un mirabile esempio di tanti padri e di tante madri premurosi che si prendono cura fino al sacrificio totale dei loro figli. E ciò non sempre con il risultato della riconoscenza verso di loro, ma il più delle volte con atteggiamenti per nulla rispettosi verso i genitori. E' evidente che qui c'è un forte appello alla responsabilità dei genitori rispetto ai figli; ma è altrettanto verso che è prefigurato un atteggiamento di vera e sincera sottomissione di Gesù ai suoi "legittimi genitori" nella storia degli uomini, pur essendo egli l'Unigenito Figlio di Dio.

Di fronte alla crisi irreversibile della famiglia dei nostri giorni un ritorno sistematico alla vera sorgente spirituale di ogni famiglia cristiana, che è la Famiglia di Nazareth, fa molto bene per recuperare slancio, fiducia, dialogo, amore, perdono e tolleranza. La cultura dello sfascio familiare avviata e sostenuta da certa mentalità laicista, atea, antireligiosa, deve trovare una forte opposizione di idee e soprattutto di testimonianza e stili di vita nelle famiglie cristiane, che si costituiscono sul sacramento matrimonio e che necessitano di un costante colloquio interiore con il Signore se vogliono continuare sulla strada della vera felicità familiare. La presenza di Cristo nella famiglia di Nazareth è certezza della sua presenza in tutte le famiglie, a condizione che aprano le porte del loro cuore a Lui, che è venuto a portare la pace e ad abbattere ogni muro di separazione e di divisione di qualsiasi genere e a qualsiasi livello, soprattutto se riguarda il cuore e la mente dei coniugi e dei loro più stretti congiunti che sono i figli o i genitori più o meno giovani o avanti negli anni ed in condizioni di salute precarie. La premura e la preoccupazione per la difesa della vita dei propri cari diventa l'impegno prioritario oggi in un mondo caratterizzata da ogni forma di violenza, che ci fa vivere perennemente in allerta e ci chiede una vigilanza speciale e costante per difendere il bene più caro che è la comunità familiare, cellula fondamentale di ogni società civile e aperta all'avvenire.

Uno speciale ricordo nella preghiera odierna di tutte le famiglie che vivono un momento difficile per una serie di motivi, da quelli più banali e sciocchi a quelli più gravi e difficili da risolvere.

 

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