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TESTO Gesù sta bussando alla nostra porta

mons. Antonio Riboldi

IV Domenica di Avvento (Anno A) (19/12/2004)

Vangelo: Mt 1,18-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 1,18-24

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele,

che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Che siamo vicini al più grande evento della storia dell'uomo, ossia del Figlio di Dio che viene a noi e per noi, lo si sente forse più dal chiasso del mondo, che poco ha a che fare con questo divino evento, che dall'ansia dei fedeli, che gioiscono di sapere che finalmente non siamo più soli, ma Dio è con noi: l'Emmanuele.

Dico subito che stona, con l'austerità del tempo, l'incertezza che viviamo ogni giorno, fino alla paura per quanto capita di male nel mondo, quell'aria di festa, che non crea pace: quella pace che è dono di Dio agli uomini che Lui ama. Pare che l'uomo non abbia capito, o non voglia capire, che la sua felicità non è posta nella corsa ai regali, che sono tante volte un inutile effimero. La pace del Signore ama il silenzio dell'uomo e delle cose.

Siamo stati tutti turbati da quello che succede nella meravigliosa Napoli, che sembra sia defraudata dalla sua bellezza di cuore, per la virulenza della violenza, che sembra una dittatura spietata...per il dominio dello spaccio di droga o di altre illegalità, come lo sfruttamento della prostituzione.

Ci sconvolge l'ondata di odio che ogni giorno ha la sua cronaca nera perfino all'interno delle famiglie, che sembravano, e sono, la culla dell'amore.

Ma ci sono tanti fedeli, che questi giorni, li vivono come vero Avvento, o veglia in attesa della esplosione della gioia, quella cantata dagli Angeli la notte di Natale: "Gloria a Dio nel cielo e pace in terra agli uomini che Dio ama". Quanta gente - fra di loro tantissimi giovani - in questi giorni si staccano decisamente dal fracasso mondano, che non è Natale, per fare corteo alla venuta del Figlio di Dio. Pregano, ascoltano, vegliano.

La risposta di Dio alla confusione degli uomini, tanta, che sembrano incapaci di alzare gli occhi al cielo, come se questo non avesse la potenza di aprirsi su di noi, viene dal profeta Isaia: "Ascoltate, casa di Davide! Non siete contenti di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele: Dio con noi!" (Is. 7,10-14).

E Gesù si presenta subito suscitando stupore fino alla incredulità: come fu con Maria all'annuncio dell'Angelo, che le chiedeva, con la dolcezza dell'amore che non si impone, ma che chiede amore, di essere Madre di Dio; un evento "impossibile" alla logica di quella giovane donna, che desiderava essere madre.., ma pensava questo dono, venisse da Giuseppe. Ma che venisse direttamente da Dio, come avviene per tutti noi, sfuggiva alla sua immaginazione.

Così Dio deve subito fare i conti con la nostra povertà di creature, anche se meravigliosa creatura come Maria, donna unica, preservata dal peccato per la semplice ragione che doveva essere madre del Salvatore.

Incredibile questa lezione di come si ama, che viene da Dio: un amore che non si impone ma chiede di essere accolto in totale libertà. Lezione che Maria espose nelle parole "Si compia in me quanto tu hai detto". E concepì per opera dello Spirito Santo. Oggi il Vangelo ci presenta un'altra difficoltà nella fede.

Racconta Matteo: "Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto".

E così Maria si trova di fronte ad altra difficoltà: quella di non essere creduta dallo sposo, al punto da essere licenziata. Giuseppe stesso non riesce a comprendere come mai proprio Maria, la donna bella per eccellenza, incapace anche solo di pensare al peccato, avesse potuto concepire un figlio "da altro uomo", così pensava. Sarà l'Angelo a spiegare il significato di quella maternità. E da allora Giuseppe tenne con sé Maria e divenne padre putativo, fedele fino alla fine, nella missione affidatagli..."perché era giusto".

Stupisce come Dio, l'Onnipotente, il fedele all'amore fino alla fine, volendo essere tra noi, e quindi divenendo uno come noi, si sottoponga alle nostre prove della vita, quelle che viviamo noi.

Questo farsi come noi, per essere con noi, certamente non aiuta la nostra povertà di fede. Vorremmo, forse, malati di grandezza, vedere un Dio che viene tra di noi in tutta la sua maestà, come sarà alla fine dei tempi. Ma questo non avrebbe aiutato la fede, ma avrebbe solo sbalordito, e non so se convertito, gli uomini.

L'amore non ama mai presentarsi con forme superbe. Ama, ripeto, la nostra condizione di povertà, fino a non farsi riconoscere o addirittura essere oltraggiato come avvenne sulla croce: "Se sei davvero Dio scendi dalla croce, gli diranno, e noi ti crederemo".

Ma l'amore, quello vero, viene sempre in punta di piedi: ama farsi scoprire, riconoscerne la bellezza e grandezza, non per quello che ha o appare, ma per quello che è.

Qui ci spieghiamo come pochi sanno farsi innamorare da Dio, fino alla follia dei santi. Dettando un corso di esercizi in un monastero di clausura non finivo di stupirmi nel vedere la gioia di tante donne, anche giovani, che avevano scelto di vivere, per sempre, in preghiera e silenzio, là dentro, insieme con Gesù. Spettacoli stupendi di fede e di amore, che spalancano le porte del cielo alla speranza. Ed erano felici, più di noi.

C'è gente che questa felicità la vive anche nel mondo, nonostante tutto...come mia mamma che, per tutto il giorno, ripeteva a noi: "il mio Gesù"!

Quando Dio ci fa innamorare capiamo la differenza tra cielo e terra...come Maria. Possiamo rinunciare anche solo a cercare di conquistare questa felicità con Gesù, nonostante la nostra vita quotidiana?

Vorrei proporre a voi, miei cari lettori, l'incomparabile pagina della fede di Paolo VI, da meditare e contemplare: "Gesù è il vertice delle aspirazioni umane, il termine delle nostre speranze e delle nostre preghiere: è il punto foca1e dei desideri della storia e della civiltà; è cioè il centro della umanità.

Colui che dà un senso agli avvenimenti umani: Colui che dà un valore alle azioni umane. Colui che forma la gioia e la pienezza dei desideri di tutti i santi. Il vero uomo, il tipo di bellezza, di perfezione, di santità, posto da Dio per impersonare il vero modello, il vero concetto di uomo, il fratello di tutti, l'amico insostituibile, l'uomo degno di ogni fiducia e di ogni amore: è il Cristo uomo.

E nello stesso tempo Gesù è la sorgente di ogni nostra vera fortuna, è la luce per cui la stanza del mondo prende proporzioni, forma, bellezza ed ombra.

E' la parola che tutto definisce, tutto spiega, tutto classifica, tutto redime: è il principio della nostra vita spirituale e morale; dice che cosa si deve fare e dà la forza, la grazia per farlo.

Riverbera la sua immagine, anzi la sua presenza, in ogni anima che si fa specchio per accogliere il suo raggio di verità e di vita, che cioè crede in Lui e accoglie il suo contatto sacramentale: è il Cristo-Dio, il Maestro, il Salvatore, la Vita.

"Cristo è necessario", "Cristo è sufficiente": Cristo è la vera e sola religione, Cristo è la sicura rivelazione di Dio, Cristo è il solo ponte fra noi e l'oceano della vita che è la Divinità, per cui volere o no, siamo stati creati e a cui siamo destinati".

Ecco chi ci attende a Natale. Ma saremo capaci di farci innamorare da Lui e così entrare nella sua grotta per sempre? Lo spero e lo prego, carissimi.
Vorrei pregare con Madre Teresa e voi così:

Maria, madre di Gesù, veniamo a te con l'atteggiamento dei bambini che si rivolgono alla loro mamma. Non siamo più bambini, ma adulti che desiderano con tutto il cuore di essere figli di Dio. La nostra condizione umana è debole, perciò veniamo a chiedere il tuo aiuto per poter superare la nostra debolezza. Prega per noi, affinché possiamo, a nostra volta, diventare persone capaci di pregare. Invochiamo il tuo amore, affinché possa diventare sovrano e ci renda capaci di compassione e amore...Maria, madre di Gesù, sii madre per ciascuno di noi, in maniera che, ciascuno di noi, possa, come te, essere puro di cuore per amare il tuo Figlio, come lo hai amato Tu.

Maria, madre di Gesù, sii madre per ciascuno di noi, affinché come te amiamo Gesù e ci poniamo al sevizio dei più poveri, noi tutti che siamo i poveri di Gesù.

Maria, Madre di Gesù, dammi il tuo cuore così puro, così pieno di amore, umiltà, rendimi capace di ricevere Gesù, sempre, in ogni cosa e nei fratelli".

 

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