TESTO Paolo VI: a Betlemme un'opera di carità
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XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (06/09/2015)
Vangelo: Mc 7,31-37
31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Dalla Galilea, la regione dove svolse la prima parte del suo ministero, narrano i vangeli che Gesù si recò "all'estero", dalle parti di Tiro, cioè nell'attuale Libano. Là guarì la figlioletta di una donna pagana, e sulla via del ritorno - è il passo di oggi: Marco 7,31-37 - risanò un sordomuto. Egli si curò di compiere il prodigio "in disparte, lontano dalla folla", raccomandando poi a lui e a chi lo accompagnava "di non dirlo a nessuno; ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano:
L'elogio dei presenti al prodigio è una citazione dal libro del profeta Isaia, il quale - nel passo che costituisce la prima lettura di oggi (35,4-7) - aveva esemplificato la salvezza promessa da Dio al suo popolo, anche proprio col fatto che egli avrebbe risanato sordi e muti. Applicare la profezia a Gesù significava riconoscerlo come il Messia: e questa è la ragione per cui egli raccomanda il silenzio; nei suoi piani, non è ancora il momento di rivelarsi. Ma allora perché compiere il prodigio, ci si può chiedere. La risposta sta tutta nella sua bontà, sensibile alla tribolazione di chi ricorre a lui, per non dire che egli così ci lascia un esempio: non si deve compiere il bene in modo spettacolare, per attirare consensi ed elogi.
Ma la guarigione del sordomuto suscita oggi anche altre risonanze. Gesù "lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse