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TESTO Ferragosto nel segno della carità

padre Antonio Rungi

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XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (16/08/2015)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,51-58

51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

La solidarietà non va in vacanza, soprattutto d'estate, mentre, forse, noi e tanti altri siamo in vacanza.
Non va in vacanza neppure la fame, il bisogno. Non vanno in vacanza le necessità di tanti poveri della nostra terra o che arrivano da noi e ci chiedono un pezzo di pane, un lavoro.
Ci chiedono accoglienza e noi li rifiutiamo. In una nazione come l'Italia, dove gli immigrati sono di casa, anzi sono in crescente numero di presenza, questo discorso dell'accoglienza capita a proposito a Ferragosto 2015.
Dobbiamo accogliere nel rispetto della legge e della norma civile, ma dobbiamo accogliere come cristiani ed esseri umani nel nome di quel Vangelo della carità e della solidarietà che Gesù Cristo ci ha insegnato e che non possiamo dimenticare, perché prevalgono i nostri interessi locali, nazionali, europei, mondiali, sul rispetto che si deve ad ogni persona umana, soprattutto se è un bambino, una donna, un ammalto, un povero che ci tende la mano per chiedere aiuto a chi questa mano la potrebbe dare, ma non la dà.
In questi giorni di agosto, tante parole sono state dette e scritte per la questione dell'accoglienza degli immigrati in Italia e in Europa. Valgano su tutte, le parole del Santo Padre, Papa Francesco che si ispirano al Vangelo e partono dal Vangelo, che si deve portare soprattutto nel cuore e non solo tra le mani o sulla bocca, per ricordare a ciascuno di noi, quanto ha detto Gesù, in riferimento al giudizio universale: "Ero forestiero e non mi avete ospitato".
E a Lui, che sa tutto e ci conosce benissimo, non potremmo dire neppure: "Signore quando sei stato forestiero e non ti abbiamo ospitato?".
Egli ci dirà: "Dalla mattina alla sera stavo accanto a voi e voi mi avete girato le spalle, facendo finta di non conoscermi, di non appartenervi, non essere tra i vostri eletti e prediletti.
Cosa potrà dirci il Signore? Avete fatto bene a cacciarmi via? No assolutamente!
Ma ci butterà via Lui, dalla sua eternità, perché non abbiamo vissuto nell'amore, nella carità. Non abbiamo accolto, abbiamo sempre rifiutato, espulso e mai ospitato.
Queste considerazioni di carattere evangelico si addicono perfettamente al tempo che stiamo vivendo, in questo Ferragosto 2015, che ha riportato alla nostra attenzione il dramma dell'immigrazione, tra tante inutili polemiche, mentre la gente soffre e muore in tante parti del mondo, tra l'indifferenza generale dei potenti.

Domenica 16 agosto 2015, terza domenica del mese delle ferie, all'indomani della solennità dell'Assunta, la chiesa ci offre come modello di santità un santo francese. San Rocco di Montpellier. Un santo di quella Francia rivoluzionaria che tanto parla di uguaglianza, libertà e fraternità e che all'atto pratico non attua, poi nella vita politica e normativa.
Davanti a noi ci sono anche le immagini degli immigrati rifiutati alla frontiera di Ventimiglia, tra l'Italia e la Francia, nei mesi scorsi. Chiaro avviso che loro di immigrati non ne vogliono sul loro territorio, soprattutto se vengono dall'Italia. Sappiamo pure che l'Europa ha restituito all'Italia oltre 12.000 immigrati irregolari, entrati nel nostro Paese, nei modi illegali che ben conosciamo.
Il resto d'Europa non accoglie e non vuole accogliere.
L'Italia rimane l'unico Paese al mondo, di transito o di definitiva accoglienza dei tanti profughi dalle guerre, di tante donne, bambini e giovani in cerca della salvezza.
Il Mare Nostrum, il Mare Mediterraneo, invece di essere il mare della vita è diventato il mare della morte. Un grande cimitero di acqua e in acqua che ha accolto le salme di oltre 2500 immigrati, annegati, dall'inizio di questo anno 2015 fino ad oggi.
Il Mare nostrum è diventato il Mare monstrum, il mare del mostro della mancanza d'amore e di carità verso questi nostri fratelli disperati e in cerca di una speranza di vita.
San Rocco, era straniero, di origine francese, e venne in Italia da pellegrino, per sollevare le sofferenze di tanti appestati del nostro Paese. E' un esempio che vale la pena ricordare in questi giorni di festa, ferie e vacanze estive. Vale la pena ricordare anche di fronte alle tante polemiche accese tra la chiesa italiana e una parte della politica italiana.

Leggiamo la storia, anche se leggendario di questo francese forestiero nel nostro Paese. San Rocco nacque a Montpellier (Francia), secolo XIV - e morì il 16 agosto di un anno imprecisato. Il nome Rocco di origine tedesca significa grande e forte, o di alta statura. Le fonti su di lui sono poco precise e rese più oscure dalla leggenda. In pellegrinaggio diretto a Roma dopo aver donato tutti i sui beni ai poveri, si sarebbe fermato ad Acquapendente, dedicandosi all'assistenza degli ammalati di peste e operando guarigioni miracolose che ne diffusero la sua fama.
Peregrinando per l'Italia centrale si dedicò ad opere di carità e di assistenza incoraggiando continue conversioni. Sarebbe morto in prigione, dopo essere stato arrestato presso Angera da alcuni soldati perché sospettato di spionaggio.
Si dice che solo un cane provvide alle sue necessità materiali portandogli un po' di pane che il suo padrone gli dava per farlo mangiare.
Da qui nell'iconografia e nei detti popolari di "San Rocco e il cane". Invocato nelle campagne contro le malattie del bestiame e le catastrofi naturali, il suo culto si diffuse straordinariamente nell'Italia del Nord, legato in particolare al suo ruolo di protettore contro la peste.
E' protettore delle persone diversamente abili, dei carcerati e dei malati infettivi.
Altri segni distintivi della sua santità e della sua fama sono la Croce sul lato del cuore, l'Angelo, e i Simboli del pellegrino.
A San Rocco affidiamo i tanti ammalati di peste, di malattie infettive e tante persone diversamente abili che necessitano di essere accudite con amore e con la stessa passione con la quale san Rocco curò i suoi ammalati di peste e con la stessa generosità di questo grande santo, amato al Nord come nel Sud Italia ed esempio di amore verso le persone bisognose del mondo.
E lo facciamo con una celebre preghiera della Beata Madre Teresa di Calcutta: "Vuoi le mie mani?".

Signore, vuoi le mie mani per passare questa giornata aiutando i poveri e i malati che ne hanno bisogno? Signore, oggi ti do le mie mani.
Signore, vuoi i miei piedi per passare questa giornata visitando coloro che hanno bisogno di un amico? Signore, oggi ti do i miei piedi.
Signore, vuoi la mia voce per passare questa giornata parlando con quelli che hanno bisogno di parole d'amore? Signore, oggi ti do la mia voce.
Signore, vuoi il mio cuore per passare questa giornata amando ogni uomo solo perché è un uomo? Signore, oggi ti do il mio cuore.

 

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