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TESTO Commento su 1Re 19,4-8; Gv 6,41-51

Carla Sprinzeles  

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XIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (09/08/2015)

Vangelo: Gv 6,41-51 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,41-51

41Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».

43Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. 44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 45Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Oggi la liturgia ci propone il tema del cammino della nostra vita.

Potremmo raffigurare la nostra vita come una ruota, il cui centro, il cui perno è l'amore di Dio: la regge e la fa girare. La ruota è la storia, luogo di conflitto, non valle serena, perché possa funzionare ci vuole la grazia di Dio, non funziona "di suo". La storia è basata sulla legge del più forte, la natura funziona secondo le sue leggi, che sono abbastanza spietate ( vediamo per esempio i terremoti, gli uragani).

Non c'è niente di statico, ma neanche una storia e una natura obbligata dall'amore di Dio.

L'incontro col perno, col centro, con Dio, avviene in modo libero, perché la prima caratteristica dell'amore è la libertà.

1 RE 19, 4-8

La prima lettura è tratta dal 1° libro dei Re e ci presenta la figura di Elia, un profeta che perseguita l'idolatria in Israele, ha ucciso i profeti di Baal, gli israeliti lo vogliono uccidere.

Elia ha paura e cerca di salvarsi: "Si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire disse: Ora basta Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei nostri padri."

Per incontrare il Signore occorre la consapevolezza di chi siamo noi, occorre avvertire che abbiamo bisogno, che non ci salviamo da soli: occorre avere fame di Dio, perché Dio possa entrare e agire.
Occorre che anche noi arriviamo a dire: "Ora basta!"
E' Dio che agisce!
Difatti Elia si coricò e si addormentò.

Occorre mollare la presa del controllo. Molti disturbi del sonno sono dovuti al fatto che non riusciamo a mollare mai il controllo.

Forse bisognerebbe ritrovare questo senso di "sonno", cioè di mollare questa necessità di essere al centro della scena, di essere io protagonista.

Certamente prima occorre fare tutto quello che è nelle nostre possibilità, usare tutti i mezzi conosciuti, ma poi, oltre un certo limite l'io non può più fare e realizzare.

Lo vediamo nelle dipendenze. Se noi fossimo in grado di gestire tutto non ci sarebbero più obesi, drogati o dipendenti da altro perché spesso chi lo è, vorrebbe decidere: oggi basta! Ma poi non riesce! Manca il passo successivo, il sonno, l'affidarsi, il sapere che non decidiamo tutto noi ma c'è chi ci pensa!

"Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: alzati e mangia!"
Se uno dorme arrivano gli angeli!

Nel testo si legge che questo succede due volte per indicare quanto è profondo il bisogno di forza e di lasciarsi andare!
"E' troppo lungo il cammino per te"

E' un'altra cosa da tenere in conto, la vita spesso è complicata, sembra che ci vengano chieste cose per noi impossibili, non a nostra misura, ma pensiamo bene che il rapporto tra noi e Dio è un rapporto d'amore, non un rapporto di commercio e l'amore non ha misura!

Quindi tutti calmi, quello che ci è chiesto è troppo, non ci sarà possibile fare tutto, ma l'impossibile si fa! Col pane che Elia mangia, non solo è sazio, ma ha la forza di procedere il cammino verso l'incontro con Dio.

Il ritorno alla storia non ha più Elia come soggetto, Elia non è più solo, non è più lui che decide, è Dio che decide.

Cerchiamo di fare anche noi questo percorso!

GIOVANNI 6, 41-51
Oggi il vangelo continua il capitolo sesto di Giovanni.

In questo capitolo c'è un equilibrio: prima c'è il cibo, i pani vengono moltiplicati, abbiamo visto che questo è l'effetto della condivisione, nel testo che leggiamo oggi ci sono le parole.

Sono necessarie tutte e due le cose: la realtà e le parole che ci mettono in relazione con questa realtà.

Noi molte volte ci fermiamo alla realtà, ma anche le "parole" fanno le cose. Non sono chiacchiere sono parole che, dopo aver mangiato i pani, ci aiutano a chiedere da dove ci viene la vita e quale tipo di vita.

"Procuratevi il pane che non perisce, ma quello che dura per la vita eterna!" Cosa vuol dire? Vuol dire "occhio" a dove cercate l'energia per la vostra vita, ci sono fonti di energia che pare te la diano e invece te la succhiano!

Difatti molti di noi fanno una vita stressante e poi si impegnano a riposarsi e alla fine anche quello che dovrebbe essere un riposo è uno stress!

L'unico che da più vita di quanta ne assorba è Dio! Nessun altro è in grado di dare più vita di quanta gliene serva. Dio non ne ha bisogno, quindi la può solo dare e, da creatore della vita, ha messo sul suo Figlio il suo sigillo.

Gli dissero allora: "Cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?"
Tipica domanda da stressato: "come faccio? Quanto costa?"

Gesù rispose: "Questa è l'opera di Dio: credere in Colui che Egli ha mandato".

Non c'è niente da "fare", calmi, fidatevi, perché Dio compie la sua opera.

Qual è l'opera di Dio? Poco dopo sarà detto: "Questa è la volontà del Padre mio: che io non perda nessuno." Fidarsi che il Figlio è venuto per non perdere nessuno. Sembra troppo facile!

Allora chiedono un segno da vedere per poter credere. "I nostri padri mangiarono la manna nel deserto...."

Ossia: meglio la vecchia legge, era più chiara: questo si fa, questo non si fa, questo è puro, questo è impuro!

Attenzione! Certo la legge rassicura, ma la vita del mondo viene da un'altra parte. Qui si dovrebbe ragionare a lungo sulla vita del mondo, che torna più e più volte in questo discorso.

Il mondo, non i buoni, è il destinatario della vita, e Gesù è stato mandato perché non si perda nessuno.

La prima azione è sempre di Dio: nessuno va a Gesù perché è bravo, è un cristiano impegnato, ma perché è attirato dal Padre.

Quindi il mondo è già stato salvato, l'unico modo di perdere la partita è scegliere di non giocare, questa è la nostra libertà, ma se gioco, vincerò.

I giudei mormoravano...Chi non è mai contento, in realtà non sa accogliere la vita e i suoi doni.

Occorre non rimanere alla lettera...Con il "pane della vita" il Signore rivela il senso della morte del corpo: chi vive di lui, dei suoi insegnamenti, chi osserva le sue parole, "vivrà in eterno".

Cosa vuol dire? Chi si nutre dello Spirito di Cristo, delle sue parole, della sua vita, non morirà perché già qui e ora, durante questa vita, partecipa della medesima forza vitale di Dio, una forza vitale che rende liberi!

Amici, da tutto quello che abbiamo detto, non ci rimane che credere, sembra una cosa semplice, ma non lo è, e non lo può fare nessuno per noi.

E' l'unica cosa che ci chiede il Signore, affidarci a lui!

 

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