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TESTO Commento su Nm 11,25-29; Sal 18; Giac 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48

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XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (27/09/2015)

Vangelo: Nm 11,25-29; Sal 18; Giac 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 9,38-43.45.47-48

38Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 39Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40chi non è contro di noi è per noi.

41Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

42Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. 43Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile.

45E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna.

47E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, 48dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

Brigitte Pian nel racconto "La Farisea" così descrive: "Ella si dava sempre da fare per trovare qualche ragione che facesse apparire legittimo quel suo piacere (lo zelo che guarda dall'alto e con freddezza e scandalo i peccatori) e lo adattasse nel quadro della sua perfezione morale... Era una logica, lei fedele a una via diritta, costeggiata da principi evidenti, nella quale non muoveva un passo che non ricevesse immediata giustificazione... Si riconosceva un diritto di sorveglianza su tutte le vesti talari che passassero nella sfera della sua azione"!
Alla faccia della logica evangelica che vede tutt'altra cosa...Cristo non ci chiede ne di giudicare, ne di essere formali difensori della forma letterale della fede, ne tantomeno di essere rigidi integralisti delle regole religiose.
Eppure oggi, più che mai, e in maniera più subdola, la nostra realtà è farcita di fondamentalismo e integralismo. Oggi, questi due "ismo", ce li troviamo tutti i giorni in tutti i giornali, telegiornali, internet, e cliccare in qualsiasi motore di ricerca per trovarci addosso qualcosa come circa 150mila riferimenti.
Nessuna religione, o filosofia religiosa o spirituale è esente dal rischio di essere fondamentalista e integralista, neppure il Cristianesimo...e di questo ne era talmente cosciente persino Cristo che per più volte ha dovuto mettere in guardia i suoi discepoli da quell'esclusivismo fanatico che porta a dividere in due categorie: i nostri (noi) e gli altri.
"Chi non è contro di noi, è con noi"...è una affermazione difficile da comprendere se usata a proprio comodo per far valere le proprie ragioni, in qualunque campo si voglia, da quello religioso a quello politico, da quello sociale a quello relazionale, ecc.
Però attenzione che per non giustificare questi assolutismi si tenda invece a giustificare un altro ismo pericoloso: il "relativismo", per accettare e far accettare il tutto e l'incontrario di tutto, rendendo il tutto più "liquido" di quello che già adesso.
Cristo chiede solo "coerenza" flessibile, ossia il nostro agire, il nostro credere, il nostro essere non per legge, la norma e la regola ma per la persona, per gli altri, con gli altri...in un certo senso annunciare la Parola di Verità nel rispetto dell'altro e del suo credo, anche se questo fosse diametralmente opposto al nostro.
Anche in famiglia la trasmissione della fede nella vita di Coppia, come Genitori, pur ferma nei suoi principi fondanti, deve essere dialogante, comprensiva e disponibile, anche al punto di non far fare ai figli i Sacramenti se, ragionevolmente, gli stessi non si sentono "predisposti" a riceverli, impegnandosi per altro ad accompagnare i figli nel loro percorso esistenziale fino alla loro consapevolezza dell'assunzione responsabile dei Sacramenti, fosse anche in età "adulta".
Così pure, oggi come oggi nell'ambito del matrimonio, dovremo preoccuparci sempre di più al problema dei tanti fidanzati che non desiderano il sacramento, comunicandolo sia in forma esplicita che con messaggi sublimali.
Non avrebbe nessun senso occuparsi di sessualità, di generazione, di crisi esistenziale e familiare, di responsabilità ecc, senza prima aver tentato di chiarire dove nasce lo scollamento tra la proposta del matrimonio cristiano e la cultura dominante, perché sia sempre più difficile far comprendere ai giovani la natura sacramentale delle nozze, perché sia ormai quasi impossibile accertare quali ingredienti sia composta la fede indispensabile per esprimere il consenso.
Concludendo la domanda che ci pone la Parola di Dio oggi la possiamo formulare con le parole che, in un dramma di P. Claudel, la protagonista ormai cieca, Volaine, pone perentoriamente a quanti godono del dono della vista: "Ma voi che ci vedete, cosa ne avete fatto della luce?".

Riflessioni:
- Come singolo e cristiano mi fermo alla pura osservanza formale e rituale o cerco di vivere la fede con coerenza e testimonianza?
- Come coppia o famiglia sappiamo condividere la gioia e la difficoltà del nostro essere cristiani?
- Come Comunità o Chiesa sappiamo essere punti di riferimento che con umana misericordia accolgono il cristiano dubbioso e lo sostengono nel suo travaglio religioso?

Famiglia Maria Grazia e Claudio Righi - Cpm di Pisa

 

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