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TESTO Egli vi battezzera' in Spirito Santo e fuoco

don Roberto Rossi  

II Domenica di Avvento (Anno A) (05/12/2004)

Vangelo: Mt 3,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».

3Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

4E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.

5Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

7Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque un frutto degno della conversione, 9e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

E' la seconda domenica di Avvento. La Parola di Dio ci aiuta a preparare le vie del Signore, a raddrizzare i suoi sentieri. Innanzitutto il profeta Isaia ci ha parlato con un testo profondo e sconvolgente. Dice: Verrà il Signore e sarà una cosa grande. Ci saranno segni particolari della sua presenza. Renderà possibili cose impossibili per noi, che siamo nel peccato e nella cattiveria.

Parlando del Messia che deve venire usa immagini che significano vita nuova, inizio: "Un germoglio spunterà., un virgulto germoglierà". "Su di lui si poserà lo Spirito del Signore" e indica i segni e i doni dello Spirito. "Il salvatore non giudicherà secondo le apparenze, non prenderà decisioni per sentito dire, ma giudicherà i poveri con giustizia e solleverà gli oppressi del paese". Dio è colui che si prende cura dei poveri e degli oppressi: è il segno della sua salvezza. Chi crede in Dio deve prendersi cura dei poveri e degli oppressi. Che cosa significa questo, oggi, nella storia difficile della nostra umanità?

Poi il profeta fa capire quello che il Signore opera e quello che Lui vuole. Vuole la pace, la fraternità, l'amore, la concordia fra tutti, anche quando sembra impossibile. Ci deve essere tutta la volontà per fare questo e anche quando a noi sembra tanto difficile da scoraggiarsi o bloccarsi, Lui ci vuole dare la sua forza, il suo Spirito: "nulla è impossibile a Dio". Dice il profeta: "Il lupo dimorerà insieme all'agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto, il vitello e il leone. la mucca e l'orsa."

Il Signore cambierà tutto, farà cambiare tutto. Sono esempi di animali, ma per far capire agli uomini che non devono più eliminarsi gli uni gli altri, ma devono vivere una vita nuova, nella pace, non solo, ma nell'amore. "Non agiranno più iniquamente, né saccheggeranno, perché la saggezza del Signore riempirà il mondo come le acque ricoprono il mare".

Cosa vuol dire "preparare le strade del Signore"? Fermarsi a qualche sentimento, a qualche

preghiera e sentirsi a posto oppure non darsi pace finché non si opera tutto il possibile per questa vita nuova dell'umanità, secondo Dio?

Ecco allora il testo del vangelo che ci presenta Giovanni Battista. Egli è testimone e annunciatore di Cristo, con la sua vita di sobrietà e di penitenza.

"Razza di vipere." Giovanni Battista aveva una vita autentica, vera, e allora poteva predicare così. Attirava la gente e le persone volevano sentire queste parole, volevano avere quella pace che solo Dio può portare. Alle persone che si sentivano a posto, egli ricorda che non possiamo essere troppo tranquilli. "Abbiamo Abramo per padre, siamo cristiani." Questo non significa niente; egli dirà: dovete fare frutti degni di conversione.

Riprendiamo le parole di Giovanni:
"Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino".
"Fate frutti degni di conversione." non sentitevi a posto.

"Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri".

Possiamo chiederci: Cosa significa per noi convertirci, cambiare vita, raddrizzare le cose e le impostazioni storte?

"Colui che viene dopo di me è più grande di me; io vi battezzo con acqua, Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco". Quello Spirito santo che è sul Messia, come ci ha detto la prima lettura, e che Gesù dona alla sua Chiesa e a ciascuno nel battesimo. Nel battesimo noi siamo stati rinnovati, purificati, trasformati nella potenza dello Spirito Santo.

Noi siamo stati battezzati in Spirito Santo e fuoco. Questo fuoco è stato portato da Gesù.

La nostra situazione e la nostra responsabilità per la conversione è più grande. Questo ci deve aiutare a vivere con più profonda saggezza.

S. Paolo ci dice che noi siamo battezzati, abbiamo ricevuto questo fuoco. E tutto ciò è stato scritto per la nostra perseveranza e consolazione, perché teniamo viva la nostra speranza.

Ma soprattutto vogliamo cercare di tradurre e applicare il termine "conversione" alla nostra vita di oggi, anche seguendo le indicazioni di S. Paolo. La conversione è collegata con l'unità gli uni con gli altru. Dove c'è il peccato non c'è comunità, non c'è unità. Dice S. Paolo: "Il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull'esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una sola voce rendiate gloria a Dio". E la gloria di Dio è anche la vita piena dell'uomo, è "l'uomo vivente".

"Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo ha accolto voi, lui che si è fatto servitore e misericordia".

Questa è conversione concreta: Accogliere il prossimo, per parlare una sola voce di amore.

L'unità è un segno e una realizzazione di questa era messianica che aveva annunciato il profeta Isaia. Le cose che sembrano impossibili per noi, ma che Dio vuole rendere possibili, sono il segno della piena unità.

Certo, l'umanità vive nel male, ma il Signore vuole portare l'unità.

I nostri caratteri sono diversi: uno è leone, uno è vipera, uno è agnello., siamo chiamati a vivere non secondo i nostri istinti, non secondo i nostri interessi, ma siamo chiamati a vivere nell'amore, nella concordia, nella pace dell'armonia.

La stessa riflessione si può fare anche personalmente: senza pace non si può vivere, cioè se non sono pacificato con me stesso, con gli altri, con i problemi della vita.

Ma torniamo soprattutto all'accoglienza. Da molte parti c'è la tradizione per il Natale di preparare un piatto vuoto: per il Signore che viene. E noi sappiamo che il Signore si renderà presente nel povero, nel malato, nel rifugiato, nell'affamato che avremo accolto o che avremo aiutato, in qualunque parte del mondo si trovi a vivere e a soffrire. Possiamo fare questo in tutte le nostre famiglie.

Riporto ora un aneddoto: DIO VIENE IN VISITA

Un pio abitante dell'India faceva visita ogni giorno al suo Dio nel tempio. Un giorno espresse la preghiera che anche Dio venisse una volta a fargli visita e Dio gli promise che sarebbe venuto il giorno dopo. L'uomo pio organizzò un grande pranzo, ma Dio non venne.

Al suo posto venne un ragazzo che voleva portarsi via qualcosa; un mendicante che implorava l'elemosina e un pellegrino che domandava ospitalità. Li cacciò tutti, perché aspettava Dio. Ma Dio non venne, perché era già venuto, ma lui non l'aveva riconosciuto.

 

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