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TESTO Andiamo con gioia incontro al Signore che viene per noi

don Roberto Rossi  

I Domenica di Avvento (Anno A) (28/11/2004)

Vangelo: Mt 24,37-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 24,37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

"Andiamo con gioia incontro al Signore che viene per noi". E' una espressione di un salmo che ben ci aiuta a iniziare il cammino dell'Avvento.

Sempre il Signore viene a noi: già nell'Antico Testamento abbiamo il racconto delle tante volte e dei tanti modi di come l'Altissimo si è fatto vicino all'umanità e al suo popolo, ha stabilito con lui l'alleanza, ha guidato il suo cammino.

Ma è "nella "pienezza dei tempi" che ha mandato il suo Figlio, perché fosse il "Dio con noi", il Salvatore. Ogni anno nella celebrazione del Natale ricordiamo la sua venuta e lo accogliamo nella fede come il portatore della grazia e della salvezza. Davvero viene a noi a rendere presente e attuale il mistero infinito del suo amore, perché noi possiamo avere sempre in Gesù Signore ogni grazia di salvezza, cioè il perdono, la luce, la forza, il senso della vita, la salvezza terrena ed eterna.

E il Signore verrà: nel vangelo di oggi, Gesù, annunciando il suo ritorno glorioso, ci raccomanda di vegliare.
Gesù è il Signore, "che è, che era e che viene".

L'Avvento liturgico è una grazia che il Signore ci fa nella nostra vita di Chiesa. Esso ricorda la venuta del Figlio di Dio nella carne mortale, assunta dal grembo di Maria, e il suo progressivo rivelarsi al mondo; celebra la venuta del Cristo nelle anime dei credenti per mezzo della predicazione della Parola di Dio e della grazia dei Sacramenti, in particolare dell'Eucarestia; prepara gli uomini ad accogliere Cristo nel giorno del suo Ritorno glorioso alla fine del mondo.

Queste tre prospettive del passato, del presente e del futuro sono da tenersi ugualmente in considerazione per comprendere il vero significato di questo tempo liturgico. Il tempo dell'Avvento si estende, dai primi agli ultimi giorni della storia umana: dalle generazioni vissute prima dell'incarnazione del Figlio di Dio alle generazioni che lo vedranno ritornare nella gloria alla fine dei tempi.

"Questo" Avvento, nella misura in cui ci prepara a questo Natale prossimo, ci aiuta a coltivare la fede viva e costante nella vicinanza di Dio, che viene a noi; ci aiuta a sperimentare la gioia della sua presenza, della sua grazia, del suo amore, della sua salvezza; ci aiuta a vivere e a testimoniare le grandi virtù cristiane della vigilanza, dell'attesa, della speranza, dell'amore al prossimo.

Noi sappiamo che il Signore viene. E sempre lo desideriamo e lo invochiamo: "Vieni Signore Gesù!"

Secondo le parole del profeta Isaia, viene, per indicarci "le sue vie", affinché possiamo "camminare per i suoi sentieri", camminare "nella luce del Signore".

Viene a portarci la pace, vuole portarci la pace: "Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra".

Ma se il male e tante guerre continuano ad avvenire nella storia dell'umanità e anche nella nostra storia di oggi, significa che non siamo capaci di attendere e di accogliere il Signore, di fare le sue opere di pace, significa che vogliamo qualcos'altro, ma non il Signore.

Il Signore viene, ci ha detto S. Paolo, per salvarci. "La nostra salvezza è vicina".

Ho accennato al vangelo che ci fa pensare alla gloria finale di Cristo e al suo giudizio. "Non sappiamo in quale giorno il Signore verrà".

Come andare incontro al Signore che viene? Il testo di Isaia ci dice: con la buona volontà di ascoltare quello che ci dice e metterlo in pratica: "Saliamo al monte del Signore perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri. Risponde il salmo: andargli incontro con gioia: "Quale gioia, quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore". Sono le parole pronunciate da papa Giovanni poco prima di morire, e come lui tante anime belle. Si tratta di andare incontro al Signore pregandolo con fiducia, chiedendo per noi e per gli altri il dono della pace.

S. Paolo poi è molto chiaro nell'insegnarci come andare incontro al Signore: "Gettiamo via le opere delle tenebre, cioè tutto ciò che è cattivo in noi e attorno a noi, e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente come in pieno giorno: non in mezzo ai vizi, agli sprechi, alle cattiverie". Facendo le opere della luce, cioè il bene, e amando il prossimo noi siamo già uniti a Cristo, "rivestiti del Signore Gesù Cristo".

Attorno a noi c'è tanta preparazione commerciale al Natale, tante cose sono all'insegna dei regali, del consumismo, del divertimento.

Noi cristiani facciamoci con schiettezza questa domanda: C'è in noi una vera preparazione spirituale? E' l'Avvento un tempo forte di fede, di preghiera, di amore concreto al prossimo, di impegno nei nostri doveri di famiglia, di lavoro, di rapporto con gli altri. Le luminarie delle strade e dei negozi, rimangono luci deboli; "queste" sono le opere della luce che indicano il Natale, che indicano presente il Signore in mezzo a noi e che ci fanno sentire la gioia profonda di vivere con Lui e per Lui e di realizzare così in pienezza la nostra esistenza.
"Vieni Signore Gesù"

"Aiutaci a camminare verso di Te, a cercarti, a riconoscerti, ad accoglierti e vivere così la grazia, l'amore, la pace". Questo lo imploriamo per noi e per tutti gli uomini, perché sappiamo che è il tuo progetto di salvezza sulla terra e per l'eternità.

 

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