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TESTO Commento su At 20, 22-24

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della VII settimana di Pasqua (19/05/2015)

Brano biblico: At 20,17-27 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«Ed ecco, dunque, costretto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme, senza sapere ciò che là mi accadrà. So soltanto che lo Spirito Santo, di città in città, mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio».
At 20, 22-24

Come vivere questa Parola?
In questa preparazione alla festa di Pentecoste, troviamo nella prima lettura di oggi, tratta dagli Atti degli Apostoli, una pennellata rapida, ma assai luminosa, di Luca sulla figura di S. Paolo, che riguarda il tema che ci interessa da vicino: lo Spirito. Egli descrive l'Apostolo delle genti in partenza per Gerusalemme, in un clima di affetto e di commozione generale nell'addio agli anziani di Èfeso, e ci dice che egli è costretto dallo Spirito, o meglio - con maggiore fedeltà al testo originale - "incatenato" (dedeménos) dallo Spirito". Paolo, dunque, sa di essere del tutto dipendente dallo Spirito Santo, come dominato da Lui irresistibilmente, tanto da lasciarsi guidare da Lui e da lasciarsi condurre anche là dove egli non avrebbe mai voluto andare, là dove lo Spirito gli aveva fatto intendere che lo attendevano «catene e tribolazioni».
S. Paolo diventa perciò nostro modello di "docibilità" assoluta allo Spirito Santo, - come abbiamo già rilevato nella lectio di ieri - a costo anche di molte sofferenze e tribolazioni, che certo non sono mancate nella vita del grande Testimone del «vangelo della grazia di Dio».

«Padre onnipotente e misericordioso, fa' che lo Spirito Santo venga ad abitare in noi e ci trasformi in tempio della sua gloria. Amen (Dall'orazione-colletta del giorno).

La voce di un grande Vescovo della Chiesa antica
«Perciò il Signore promise di mandare lui stesso il Paràclito per metterci in sintonia con Dio. Infatti, come la farina non si amalgama in un'unica massa pastosa, né diventa un unico pane senza l'acqua, così neppure noi, moltitudine disunita, potevamo diventare un'unica Chiesa in Cristo Gesù senza l'«Acqua» che scende dal cielo. E come la terra arida, se non riceve l'acqua, non può dare frutti, così anche noi, semplice e nudo legno secco, non avremmo mai portato frutto di vita senza la «Pioggia» mandata liberamente dall'alto»
Ireneo di Lione, Contro le eresie, Lib. 3,17,1-3

Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it

 

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