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TESTO Come ai giorni di Noè

don Marco Pratesi  

I Domenica di Avvento (Anno A) (28/11/2004)

Vangelo: Mt 24,37-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 24,37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

Al centro del Vangelo di oggi c'è l'arrivo del Signore. Matteo usa un termine ("parusìa", tradotto con "venuta", ai versetti 37 e 39) che significa semplicemente "presenza", e che nel mondo greco-romano designava l'arrivo solenne di un principe in un luogo per una visita ufficiale. Gesù dunque verrà, si renderà presente in modo chiaro tra di noi. Quello che farà è detto con chiarezza: opererà un giudizio, un discernimento in profondità, per il quale due persone che si trovano nella stessa situazione esteriore avranno una sorte diversa (questo il senso dell'espressione "due saranno... uno sarà preso e l'altro lasciato").

Gesù ci invita a tenere presente tutto questo, a non dimenticarlo. "Vigilare" significa appunto non addormentarsi, non distrarsi, prestare attenzione. Il Signore sa che siamo molto facilmente portati a dimenticare, e fa l'esempio dell'umanità dei tempi di Noè: allora si portava avanti la propria vita, intenti alle piccole o grandi gioie dell'esistenza, senza capire nulla di quello che stava accadendo. Allora il Signore viene "nell'ora che non pensiamo". Non perché aspetti il momento propizio per sorprenderci, come un avversario attento a trovare il momento in cui siamo più indifesi: egli non è nostro nemico, come spesso purtroppo pensiamo! Ma semplicemente perché quando non si vigila ogni momento è il momento che non pensiamo.

Ecco dunque la necessità di tenersi pronti. Che cosa significa essere preparati? Fare come Noè: attrezzarsi in modo da superare bene il cataclisma che stava per verificarsi. Chi era impreparato è morto. Un altro esempio di impreparazione sono le ragazze sprovvedute della parabola: "mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; e quelle che eran pronte, entraron con lui nella sala delle nozze, e l'uscio fu chiuso" (Mt 25,10). Non essere pronti significa rimanere fuori dall'incontro gioioso col Signore. Non è il caso di pensare questa visita del Signore come una resa dei conti, "guardiamo un po' la lista dei peccati...": ancora una volta agirebbe in noi l'immagine di un Dio ostile! Egli viene per incontrarsi con noi, ma dobbiamo sapere che possiamo dolorosamente mancare l'occasione dell'incontro. È invece pronto chi ha creato le condizioni per un incontro positivo, in cui ci si intende: e allora è festa, perché lo Sposo è finalmente con noi.

All'offertorio:

Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci renda vigilanti e attenti, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:

Chiediamo con fiducia al Padre che ci liberi dalla tentazione dell'indifferenza e siamo pronti per il suo ritorno:

 

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