TESTO Commento su Mt 20,20-28
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
S. Giacomo apostolo (25/07/2013)
Vangelo: Mt 20,20-28

20Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. 21Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». 22Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». 23Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
24Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. 25Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. 26Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore 27e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. 28Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Nel cuore dell'estate la Chiesa fa memoria di Giacomo, fratello di Giovanni, entrambi figli di Zebedeo, pescatore e, forse, discepolo del Battista. È un invito a tornare alle radici, là dove affonda la nostra fede, nella testimonianza di chi c'era.
Ci sono persone chiamate a fare un'esperienza unica e straordinaria della presenza del Signore. Per sua iniziativa, per sua libera scelta, per sua grazia, sono chiamate a stare con lui. Fra questi abbiamo Giacomo, uno dei figli di Zebedeo che, insieme a Pietro e Giovanni, ha seguito il Maestro nelle esperienze più importanti, dal monte Tabor al Getsemani. Ma questa vicinanza tutta particolare avviene perché si diventi testimoni. Così Giacomo fu il primo a rendere testimonianza al Signore, morendo per primo fra gli apostoli sotto la persecuzione di Agrippa. Secondo la tradizione fu Carlo Magno a scoprirne la tomba con i resti, traslati poi da Gerusalemme in Spagna in quello che ora è uno dei luoghi più visitati dai pellegrini: Santiago di Compostela. Anche noi, se abbiamo una qualche particolare esperienza di vicinanza col Signore, se abbiamo una vita di preghiera intensa e una sensibilità spirituale sviluppata, è perché questi doni debbono essere messi a disposizione dei fratelli che incontriamo. Nella Chiesa chi più ha più dona, così Giacomo ha saputo rendere testimonianza al Signore fino in fondo. Chiediamogli la stessa passione, la stessa costanza.