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TESTO Farsi piccoli come loro...

padre Gian Franco Scarpitta  

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Messa Rituale - Battesimo

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Nella lieta circostanza di questa celebrazione, che è importante soprattutto per questo bambino, occorre che ci soffermiamo innanzi tutto su una piccola riflessione...

Quante volte noi adulti siamo soliti allontanare i bambini da quei luoghi, discorsi o situazioni che a loro non competono, o nelle quali temiamo che essi ci siano di ostacolo? In tutte queste occasioni siamo soliti rivolgerci ai fanciulli in termini di riprovazione o di diniego, come ad esempio: "Queste sono cose da grandi"; oppure: " tu sei troppo piccolo per capire, ecc." Ed è risaputo che nelle nostre serie conversazioni a carattere lavorativo, familiare, sociale o politico noi siamo ben lungi dal prendere in considerazione il parere innocente di un fanciullo o di un ragazzino.

E ciò non può che essere definito a volte legittimo, dal momento che molte volte certi nostri ragionamenti e certe congetture o situazioni possono nuocere o impressionarli, questi nostri bambini!

Eppure, secondo la prospettiva del Regno di Dio apportato da nostro Signore Gesù Cristo avviene esattamente il contrario: i fanciulli sono i privilegiati di Gesù ed è ad essi che Egli ci invita a prestare attenzione per poter carpire validi insegnamenti di vita: "Lasciate che i bambini vengano a me, e non glielo impedite... Chi non sa farsi piccolo come questo bambino non può entrare nel Regno di Dio" (Mc 10,14). Il perché non è poi tanto difficile a scoprirsi: finché si è bambini si avrà sempre quel sorriso e quella sensibilità ingenua che ci porta ad avere considerazione per gli altri; e se un bimbo commette un errore-non importa di quale portata- ciò non avviene mai a motivo dei vizi o delle abitudini, difficili a sradicarsi come nel caso degli adulti, né avviene mai a motivo di determinate ideologie o prese di posizione a carattere razionalistico e soggettivistico, ma semplicemente per impulso, ingenuità innocenza.

Non per niente l'apostolo Paolo ci rivolge un monito interessante: "Siate fanciulli quanto a malizia, ma adulti nel giudicare"...

Ed è anche a motivo di questa predilezione di Gesù verso i bambini che tutti noi, nella Chiesa si amministra il Sacramento del Battesimo ai fanciulli. Certo, nelle origini tale sacramento veniva conferito prevalentemente ai maggiorenni a motivo e solo negli Atti degli Apostoli vi è un riferimento alla famiglia di Stefana, che giustifica e legittima oggi il fondamento biblico del battesimo dei bambini; e non è fuori luogo l'osservazione di chi afferma che nella ricezione di tele sacramento occorre disporre della dovuta consapevolezza e delle conseguenze che esso comporta; tuttavia proprio perché Gesù si mostra entusiasta nei confronti dei piccoli, la Chiesa è premurosa che all'inizio della vita fisica ciascuno possa usufruire della bellissima prospettiva della vita eterna e pertanto si mostra sollecita nell'amministrare il battesimo ai neonati.

Tanto più che sulla scia di nostro Signore Gesù Cristo, la Chiesa concede ai piccoli il privilegio della liberazione dal peccato originale e soprattutto quello di essere innestati nella Chiesa, che San Paolo definisce "il Corpo di Cristo", formato dal capo (Cristo) e da tutte le sue membra (i battezzati). Chi viene battezzato infatti si innesta in Cristo come il tralcio alla vite. Può sussistere il tralcio da solo, separato dalla vite? No di certo! Allo stesso modo il cristiano non può vivere senza essere innestato in Cristo... Non si sta dicendo qui che il battezzato diventa membro di un'associazione per entrare nella quale deve fare una promessa solenne: si afferma che egli viene "incorporato" a Cristo, cioè farà parte di lui e parteciperà della Sua missione e della vita della Chiesa.

Ed è infatti la Chiesa, rappresentata dai fratelli che ci circondano in questa celebrazione ad accogliere il battezzando nel suo seno; la comunità ecclesiale deve "sapere" e "gioire" del fatto che un altro membro si aggiunge ad essa per ravvivarla ed edificarla con il proprio contributo e inizialmente con l'apporto educativo dei genitori.

Si, perché se è vero che il piccolo non è ancora in grado di consapevolezza, sempre la Chiesa confida tuttavia che i genitori, forti della fede che a loro volta hanno ricevuto in dono e che hanno voluto professare, si dispongano ad adoperarsi con tutti i mezzi perché il bambino nella sua crescita venga educato secondo gli insegnamenti del Vangelo e possa trovare affermazioni e realizzazioni nel suo futuro secondo la volontà di Dio e l'insegnamento di nostro Signore Gesù Cristo.

E' talmente importante il ruolo dei genitori che si prevede anche una funzione speciale da parte di un parente che li aiuti in questo compito, oggi più che mai difficile quanto importante: ed ecco il ruolo dei padrini. Loro si preoccuperanno affinché il piccolo che adesso riceve il battesimo possa effettivamente crescere nella grazia del Signore.

In termini concreti, di che cosa si preoccuperanno i padrini?

Saranno solleciti ad intervenire tutte le volte che presso i genitori, per qualsiasi motivo, si ometta che questo bambino venga educato alla preghiera, alla fiducia nel Signore; saranno premurosi affinché venga di volta in volta accompagnato nel ricevere gli altri sacramenti e soprattutto che possa vivere allontanato da tutte quelle pedagogie devianti che imperversano nel nostro quotidiano, per poter assimilare la logica della carità, dell'apertura al prossimo, dell'onestà e della rettitudine, tale e quale Gesù ce le ha suggerite e inculcate.

Al giorno d'oggi questa impronta educativa è sempre più necessaria se consideriamo tanti bambini che vivono abbandonati a se stessi, in balia della strada e dei marciapiedi, senza che nessuno si occupi della loro formazione o almeno si interessi di quello che fanno o su quali compagnie frequentino e quando rientrino a casa. Per non parlare poi dei fanciulli il cui papà è in carcere per camorra, impossibilitati a godere di una figura paterna costante nella loro crescita... Bellissima quella canzone di Giorgio Gaber: "Non insegnate ai bambini la vostra morale... non divulgate illusioni sociali... ma se proprio volete, insegnate soltanto la magia della vita...; raccontategli il sogno di un'antica speranza".

 

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