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TESTO Commento su Mc 6,14-29

Paolo Curtaz  

Venerdì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (08/02/2013)

Vangelo: Mc 6,14-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Il pavido Erode pensava di essersi sbarazzato del profeta che, pure, ascoltava volentieri. Non sa più cosa pensare. Questa non è che una sola delle tante grane che deve affrontare a causa della sua vita affettiva poco sensata che lo ha reso inviso al fratello Filippo... e che sta per far scatenare una guerra a causa della legittima moglie, figlia del re nabateo Areta IV, messa da parte per le grazie della signora Erodiade. Il racconto dell'iniquo assassinio del più grande uomo, ucciso per una promessa affrettata, (Erode piccolo re in crisi ormonale di mezza età!) e per il rancore di un'amante, è come un incubo che torna nei sogni di Antipa. Non basta avere ucciso Giovanni per non sentire la sua voce che risuona nei racconti dei suoi concittadini, nella leggenda che ruota intorno al profeta, forse risorto nelle vesti del Nazareno! Erode è confuso, non sa che pensare. Bene per noi se la Parola ci perseguita, se i profeti, anche quando li estromettiamo dalla nostra vita, continuano imperterriti a scuotere le nostre coscienze assopite! Anche quando pensiamo di avere sepolto Dio dopo averlo annientato, le sue parole risuonano dentro di noi... Non facciamo come Erode, mettiamoci in ascolto!

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