TESTO Commento su Mc 16,15-18
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Conversione di S. Paolo Apostolo (25/01/2013)
Vangelo: Mc 16,15-18

15E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 17Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
San Paolo è l'unico discepolo di cui ricordiamo la conversione, oltre che la morte. Il suo percorso spirituale è diventato il modello per ogni cercatore di Dio che incontra il Cristo, rivelatore del Padre e dell'uomo.
Non una ma molte conversioni caratterizzano il percorso dell'uomo che cerca se stesso, che incontra Dio. San Paolo ci viene proposto come modello di questo accidentato percorso che siamo chiamati a ripetere con intelligenza e creatività. La conversione è il passaggio da una condizione ad un'altra, un gesto di adesione dell'intelligenza fatto con forza e, spesso, a costo di fatica e di lotta interiore. San Paolo era già credente, fin troppo. Accecato dalla sua passione, non riusciva a vedere che il suo zelo era diventato inaccettabile fanatismo. Quando parliamo di conversione, quindi, non intendiamo anzitutto il passaggio dell'ateo alla fede, ma del credente alla fede corretta. E questa conversione caratterizza la Chiesa, semper reformanda, sempre in riforma per adeguare il proprio stile di vita alle esigenze del Vangelo. Oggi, quindi, celebriamo la fatica della nostra conversione, il cammino che dobbiamo continuamente fare, senza scoraggiarci. La conversione sulla via di Damasco, per Paolo, non fu che l'inizio di una vita nuova in cui dovette affrontare numerosi cambiamenti. Eppure, alla fine del suo entusiasmante, sofferto e tormentato percorso, libero, si consegnò completamente a Cristo.