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TESTO Commento su Gv 8, 28

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della V settimana di Quaresima (24/03/2015)

Vangelo: Gv 8,21-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

"Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato".
Gv 8, 28

Come vivere questa Parola?
C'è in questa affermazione del Signore Gesù, una consapevolezza della propria identità che è in grado di spiazzare ogni dubbio. Ed è l'identità di Dio stesso.
Ricordiamo infatti che, in una delle più forti e intense pagine dell'Antico Testamento, quando una voce di mistero parla a Mosè ed egli chiede di poter conoscerne il nome, gli viene detto: "IO SONO".
Per poco che entriamo in profondità, avvertiamo che nessuno e niente può essere paragonabile a questo nome. Perché queste due parolette esprimono l'essenza stessa di Dio. Egli è l'ESSERE nel senso più pregnante del termine. E' l'ESSERE da cui tutto scaturisce come dono sorgivo. Tu che leggi, io, le persone care e tutte quelle che abitano sulla terra e gli esseri che la popolano (animali, vegetali, ecc.) tutta la dovizia dell'esistere viene dall'ESSERE per eccellenza: dall'IO SONO.
E se Gesù non esita a rivelare se stesso come "Io Sono", entriamo nel mistero del Suo essere e sapersi Dio.

Signore Gesù, se il Tuo nome è "IO SONO" nell'insondabile mistero del Tuo essere Figlio: Dio come il Padre e lo Spirito Santo, quel che però più mi tocca in profondità è quel Tuo accennare al momento cruciale della Tua vicenda di Salvatore: il venir appeso al patibolo infame della croce. Mi sconcerta e commuove quel tuo dire che sì, proprio allora, sarà svelato il tuo nome e il tuo essere. Perché in Te (e solo in Te) l'essere e l'esistere sono una cosa sola con l'Amore, il mistero del dono insondabile: più prezioso e sacro e splendente dell'universo.

La voce di una grande santa
"Se un Signore di tale qualità e così grande, venendo in un utero verginale, volle nel mondo essere disprezzato perché gli uomini divenissero in Lui ricchi nel possesso del Regno dei cieli, esultiamo in pienezza e rallegriamoci. Noi abbiamo preferito agli onori del mondo il disprezzo, alle ricchezze la povertà, all'accumulo in terra la certezza di tesori in cielo, dove né ruggine né tignola consumano e dove ladri non saccheggiano."
S. Chiara d'Assisi

Sr Maria Pia Giudici - info@sanbiagio.org

 

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