TESTO Commento su Gv 4,46-50
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Lunedì della IV settimana di Quaresima (16/03/2015)
Vangelo: Gv 4,43-54
"Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: "Se non vedete segni e prodigi, voi non credete". Il funzionario del re gli disse: "Signore, scendi prima che il mio bambino muoia". Gesù gli rispose: "Va', tuo figlio vive". Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Gv 4,46-50
Come vivere questa Parola?
Credere alla Parola è vivere!
Quell'uomo credette alla Parola e il figlio guarì.
Credere senza cedere alla tentazione di vani ragionamenti, del bisogno di certezze, del bisogno di rassicurazioni, senza la pretesa di segni: credere, fidarsi, e basta!
O Signore liberaci dalla tentazione di chiedere segni per credere, ma donaci l'umile fiducia di credere che il segno più grande sei Tu, è la tua Parola.
La voce del Cardinale Newman
"... Aumenta la mia fede, Signore, aiutami a credere in te quando le ombre sembrano prevalere; aiutami a fidarmi della tua Parola e insegnami a lasciarmi guidare docilmente da te, che sei l'Amore senza fine..."
Dalla PREGHIERA DEL CARDINALE NEWMAN
Monica Gianoli FMA - mogianna@libero.it