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TESTO Vogliamo vedere Gesù

padre Antonio Rungi

V Domenica di Quaresima (Anno B) (22/03/2015)

Vangelo: Gv 12,20-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. 24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

Il desiderio più grande di ogni cristiano è quello di vedere Cristo, in questo mondo e soprattutto nell'eternità. Aspiriamo a questa visione, a questo incontro, a questo dialogo con il Signore, con il nostro redentore e salvatore. E Gesù, ogni volta che lo vogliamo vedere, non si nega ai nostri occhi e sguardi, anzi si fa più luminoso e più accessibile ai nostri orizzonti di vita, se davvero vogliamo stare con lui in amicizia. Questo desiderio di conoscere e vedere Gesù è espresso, nel Vangelo di questa quinta domenica di Quaresima, da alcuni greci che si rivolgono a Filippo, il quale, a sua volta, si rivolge agli altri del gruppo, fino poi ad approdare da Gesù. E Gesù si fa vedere e si rivela nel suo volto doloroso e sofferente.

L'annuncio della passione di Cristo è molto chiaro ed è facilmente leggibile nel brano del Vangelo di Giovanni che oggi ascoltiamo e che rappresenta l'ossatura principale di tutto il messaggio che la parola di Dio ci vuole trasmettere in questa ultima domenica di quaresima, già pensando alla domenica delle Palme o della Passione e della Risurrezione che bussano alle porte e ci pongono davanti al grande dilemma della nostra vita. Stare dalla parte di Cristo, della luce e della verità; oppure scegliere la via del rifiuto e dall'allontanamento, come quelli che si comportano da nemici della croce di Cristo. Andiamo a guardare e a vedere il Crocifisso non per assistere ad uno spettacolo di esecuzione a morte di un innocente, ma al grande mistero della redenzione del genere umano che si compie nella passione, morte e risurrezione di nostro Signore. Ascoltiamo direttamente dalla voce di Cristo, registrata nei vangeli, quello che vuole comunicarci in questa speciale ora della sua vita e della vita dell'umanità.

Dal testo della seconda lettura di oggi, tratto dalla lettera agli Ebrei, comprendiamo esattamente il messaggio che intende lanciare la parola di Dio in questo preciso momento del nostro itinerario quaresimale verso la Pasqua. Il nostro cammino esodale ci porta necessariamente ad incrociare il volto di Gesù Crocifisso. E noi questo volto lo vogliamo incontrare, vogliamo contemplare e vogliamo davanti a Lui versare le nostre lacrime di gioia e di purificazione del nostro cuore e della nostra vita, lacrime di pentimento, lacrime di una volontà sincera di camminare davvero verso una visione più netta e bellissima quella del santo Paradiso.

Nel mistero della Croce di Cristo, siamo invitati anche noi, cristiani del XXI secolo, a stipulare un patto d'amore e un'alleanza nuova con il Signore, nell'intimo della nostra coscienza, come ci ricorda la prima lettura di questa domenica, tratta dal libro del profeta Geremia, che è una pagina di grande speranza e gioia per chi si lascia prendere per mano da Dio e si affida completamente a Lui, avviando un cammino di risanamento e purificazione che tocca le corde più profonde e sensibili del nostro cuore.

Il giubileo della misericordia che Papa Francesco ha indetto e che celebreremo a partire dal prossimo 8 dicembre, solennità dell' Immacolata, con l'apertura della porta santa in Vaticano, è questo segno e speranza dell'intera chiesa ed umanità di incamminarsi sinceramente con cuore contrito ed umiliato sulla strada della conversione e del rinnovamento interiore. Preghiamo, allora, con queste espressioni di fede che la liturgia mette sulle nostre labbra all'inizio della santa messa di questa giornata di festa e di gioia cristiana: "Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi". Amen.

 

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