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TESTO Commento su Mt 5, 17-18

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Mercoledì della III settimana di Quaresima (11/03/2015)

Vangelo: Mt 5,17-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto».
Mt 5, 17-18

Come vivere questa Parola?
Gesù chiarisce con l'affermazione riportata nel Vangelo di oggi la sua posizione di fronte alla Legge di Mosè e al messaggio spirituale dei Profeti dell'Antico Testamento. Tanto più che nella Chiesa del tempo di Matteo era ancora vivo il dibattito tra opposte tendenze su quale fosse il rapporto di Gesù con le Scritture dell'AT. Chi proclamava che egli era venuto come un liberatore, ad abolire e annullare la Legge di Mosè; chi al contrario sosteneva che il suo compito era stato solo quello di sottoscrivere fin nei minimi dettagli, tutto ciò che vi era già scritto.
Contro i cristiani di stampo ‘libertario' (diciamo così), Gesù afferma di non essere venuto ad abolire la Legge di Dio scritta nei libri dell'AT. Nello stesso tempo però, sottolinea che non si è limitato a confermare semplicemente ciò che era stato detto. È invece venuto a portare la rivelazione definitiva della Volontà di Dio. La Legge antica ha trovato così nella sua parola e nella testimonianza della sua vita il pieno compimento che le mancava. Quindi, da una parte, non esiste rottura col passato; ma dall'altra parte ciò non significa che la continuità si riduca a mera ripetizione e semplice conferma di esso. Implica una novità interpretativa e innovatrice propria di Gesù.
Pertanto, si deve riconoscere anche un superamento del passato, anche se in vista di una pienezza definitiva del futuro. Gesù dunque, assume il passato, ma in un processo di compimento, lasciando alle spalle aspetti caduchi e imperfetti e reinterpretando tutto alla luce del suo comandamento nuovo: l'Amore. La libertà non si raggiunge uscendo dalla Legge, ma scendendo nel profondo di essa. Il testo del grande Agostino, riportato più sotto, è il più splendido commento di quanto stiamo dicendo.

La voce del grande S. Agostino
«Una volta per tutte dunque ti viene imposto un breve precetto: ama e fa' ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell'amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene»
Agostino, Epist. Giov. Om. 7,8

Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it

 

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