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TESTO Commento su Gv 2, 19-22

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

III Domenica di Quaresima (Anno B) (08/03/2015)

Vangelo: Gv 2,13-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 2,13-25

13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.

18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

23Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. 24Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti 25e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

«Rispose loro Gesù: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere". Gli dissero allora i Giudei: "Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?". Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù».
Gv 2, 19-22

Come vivere questa Parola?
Il gesto provocatorio compiuto da Gesù, descritto così pittorescamente da Giovanni nel vangelo di oggi, intende contestare lo schema religioso mercantile, che stava alla base di una ormai lunga tradizione popolare, che aveva ridotto la «casa del Padre suo», il Tempio di Gerusalemme, a un «mercato». Gesù enuncia un radicale cambiamento, che supera definitivamente questa mentalità da mercanti, che purtroppo perdura anch'ora oggi presso molti cristiani. I discepoli capirono il vero senso del gesto di Gesù solo dopo la sua Risurrezione, annota Giovanni. Il tempio della dimora divina tra gli uomini viene ora identificato con il corpo del Risorto: Lui era, nella sua persona, il vero tempio di Dio. Ecco perché l'episodio è collocato dall'Evangelista nella vicinanza della festa di Pasqua (Gv 2,13). Il vero tempio di Dio non è più un luogo materiale dove si può comprare la salvezza, ma è il luogo teologico della Persona stessa del Salvatore, che dona gratuitamente la salvezza a tutti coloro che credono in Lui. Si tratta di un cambiamento radicale di prospettiva, che non abolisce del tutto il tempio, ma lo "porta a compimento" nel suo significato più alto, secondo il piano divino della storia della salvezza, incentrato in Cristo Risorto (cfr. Gv 4,21 ss; 1 Pt 2,5; 2,20).
L'antica idea sacrale del tempio non è più condivisa né dalla Chiesa primitiva, né dai Padri più antichi. Nella sua prima lettera (1Pt 2,4-5), l'apostolo Pietro asserisce che ogni cristiano è pietra viva e santa che contribuisce a edificare il tempio spirituale che è la comunità cristiana: la Chiesa tempio rimanda alla Chiesa Comunità, Corpo mistico del Cristo e a ciascuno di noi tempio vivo dello Spirito.

"Signore nostro Dio, santo è il tuo nome, piega i nostri cuori ai tuoi comandamenti e donaci la sapienza della croce, perché, liberati dal peccato, che ci chiude nel nostro egoismo, ci apriamo al dono dello Spirito per diventare tempio vivo del tuo amore" (dall'orazione -colletta, II della Domenica odierna).

Ancora la voce di Gesù nel Vangelo di Giovanni
«(Alla Samaritana) Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre... Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità»
Gv 4, 21-24

Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it

 

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