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TESTO Zaccheo: oggi devo fermarmi a casa tua

don Roberto Rossi  

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XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (31/10/2004)

Vangelo: Lc 19,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 19,1-10

In quel tempo, Gesù 1entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Una delle scene più comiche del vangelo. L'ometto basso e tarchiato che sale, ansimando, sulla pianta per vedere chi fosse Gesù. Non gli basta stare in punta di piedi. Per vincere il suo complesso d'inferiorità, questa volta esagera: si arrampica su una pianta di sicomoro ed ora è più alto di tutti, lassù, di vedetta, pronto a segnalare quello che avviene in lontananza.

Che soddisfazione essere proprio lui, Zaccheo, quasi invidiato per la posizione migliore! Del resto lui era "il capo dei pubblicani", ricco, riverito, temuto, riscuoteva le tasse per i Romani e quindi era anche odiato. Aveva fondato una banca di prestito e tanti gli chiedevano soldi. Ci sapeva fare, era un usuraio, aveva il fiuto del denaro, viveva solo per quello e il suo mestiere gli riempiva la vita.

Ma, come sempre, quando non te lo aspetti, arriva la crisi esistenziale: perché sono al mondo? A cosa servo io? Dove vado a finire? A chi va quello che ho accumulato? Cosa ho fatto di buono? Cosa c'è dopo la morte? E tutto il resto?

Quando cominci a farti di queste domande non le fermi più. Bisogna trovare delle risposte, una per volta.

La matassa è ingarbugliata, la testa va in ebollizione, i vecchi ragionamenti non tengono più, ti ritrovi nella nebbia fitta senza il senso dell'orientamento. L'età cresce, l'epoca degli sghiribizzi è crollata e nelle mani hai un pugno di mosche! Che momenti drammatici! C'è chi si dà all'alcool, chi alla droga, chi ad emozioni di ogni tipo, chi pensa al suicidio! Ma da qualche parte passa Gesù Cristo, e per ogni piccolo uomo c'è una pianta per arrampicarsi per veder Gesù e poi iniziare a scendere a terra, nella vita normale, nella quale e per la quale Gesù vuole essere il Salvatore.

Smettila di correre da maghi, guaritori, cartomanti, imbonitori, anche se hanno lo studio pieno di santi, madonne, crocefissi, candele; liberatevi dal giogo di chi vi sfrutta, vi succhia i soldi e la vita.

Andate da chi può dirvi: Oggi la salvezza entra nella tua vita, perché hai scoperto che sei figlio di Dio.

 

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