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TESTO Commento su Dn 9, 7

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Lunedì della II settimana di Quaresima (02/03/2015)

Brano biblico: Dn 9,4-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,36-38

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

"A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto..."
Dn 9, 7

Come vivere questa Parola?
Bellissima la prima lettura di oggi! Una stupenda scuola di preghiera sintetizzata in poche righe: ci dice come metterci di fronte a Dio, come invocarlo, cosa dirgli, quando e perché dirglielo.

Una preghiera di richiesta di perdono, che si impasta con una lode a Dio, un riconoscimento della sua grandezza, della sua giustizia, della sua misericordia e del suo perdono. Una lode a Dio che fa la strada al riconoscimento del proprio peccato. Con onestà e precisione. Senza falsi vittimismi, ma esprimendo il sentimento più vero che segue il dirsi peccatori: la vergogna. Non basta dire che siamo peccatori ed esternare segni di pentimento. Bisogna vergognarsi, far arrivare la vergogna sul volto, come se da dentro qualcosa che si muove e si ribella possa arrivare fuori e determinare la liberazione dal male con cui si è convissuto. Credo che la vergogna sia un sentimento onesto, un riconoscimento doloroso, ma che coinvolge talmente e si rende evidente, da permettere di prendere ufficialmente la distanza da quello che ci aveva allontanato da Dio.

Nella preghiera, sul volto dell'uomo rimane sempre la vergogna, invece Dio è riconosciuto come grande, come giusto, poi misericordioso e capace di perdono. Ancora a confermare che la giustizia di Dio è misericordia e perdono.

Signore, che non muoia la vergogna sul nostro volto, che non muoia in noi il coraggio di riconoscere il male e di prenderne le distanze.

La voce di uno scrittore
La cultura della vergogna è propria delle società molto intrecciate, ricche di valori condivisi, ed è una barriera potente a comportamenti incoerenti. Forse per questo è così poco di moda nel nostro paese.
Senza vergogna, privi di quel sentimento imbarazzato che fa da ponte tra la colpa e l'orgoglio, una società decade rapidamente nei suoi legami di solidarietà, si disfa in un individualismo sempre più solitario e selvaggio, si corrompe.
Pier Luigi Celli

Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it

 

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