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TESTO La fede ci trasfigura nel Cristo Redentore

padre Antonio Rungi

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II Domenica di Quaresima (Anno B) (01/03/2015)

Vangelo: Mc 9,2-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 9,2-10

2Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.

9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Il vangelo della seconda domenica di Quaresima ci presenta Gesù che sale sul monte Tabor dove, davanti ai suoi tre discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, si trasfigura, cambia sembianze risplendendo ai loro occhi di luce incommensurabile e di una bellezza unica. La bellezza della gloria dei cieli, del paradiso, che gli apostoli possono contemplare ed assaporare in un modo tutto speciale al punto tale che di fronte a questa gioia e bellezza infinita chiedono al Signore, che si presenta in questa visione con Elia e Mosè, di restare per sempre lì, di continuare a vivere la bellissima situazione di pace che si presenta ai loro occhi. Ma non sarà possibile perché Gesù, dopo il monte Tabor, dovrà salire su un altro e non meno importante monte, quello del Calvario, dove offrirà la sua vita in riscatto dell'umanità e per ridare la pace nel mistero della redenzione del genere umano che si compie con la sua morte e risurrezione.

Il testo del Vangelo di Marco ci descrive con precisione questo momento di Gesù e degli apostoli, soprattutto la necessità di scendere da quel monte e andare verso Gerusalemme, dove verrà portato a compimento il mistero della salvezza dell'umanità. Il mistero della trasfigurazione di Cristo, inserito tra i misteri della luce nella recita del santo rosario da san Giovanni Paolo II, ci riporta all'altro momento fondamentale della vita di Gesù che è la sua morte in croce e la sua risurrezione. Tale mistero è congiunto a quello della glorificazione di Cristo sul calvario nel momento in cui Gesù muore sulla croce per noi. Ecco perché Gesù vuole che i tre apostoli conservino nel loro cuore la gioia contemplata sul monte Tabor, per attingere poi da essa la forza di continuare a seguire Cristo nel momento del dolore e della morte. Gesù si prepara e prepara gli apostoli allo scandalo della Croce. Li fortifica mediante il dono della preghiera e della contemplazione.

San Paolo apostolo lo sottolinea nel brano della lettera ai Romani che oggi leggiamo come seconda lettura della liturgia della parola. Gesù Cristo è morto per noi e che è risorto per noi sta alla destra di Dio Padre, ove continua a seguire con amore le sorti di questa umanità, non sempre in sintonia di cuore e di mente con il Salvatore. Per essere in tale sintonia abbiamo bisogno di una fede forte, sincera e coraggiosa che sappia guardare in faccia la realtà e leggerla alla luce di questo meraviglioso dono che abbiamo ricevuto dal Signore e che è la fede. Quella fede che ha caratterizzato la vita del patriarca Abramo che offrì in obbedienza alla voce di Dio il suo figlio Isacco, per essere padre di nuove generazioni di credenti. Il racconto della libro della Genesi ci insegna ad avere solo sete e fame del nostro Dio che è gioia.

Alcune importati e approfondite riflessioni sui testi della parola di Dio ci aiuteranno a capire il nostro mondo e quello degli altri e tutti insieme correre speditamente verso la pace.

In primo luogo siamo invitati in questa Quaresima a trasfigurarci mediante la fede in Gesù Cristo, cambiando il nostro modo di vivere, rinnovandoci dal profondo del nostro cuore, per far sì che questi santi giorni che il Signore ci dona da vivere, siano davvero promettenti di pace spirituale. Inoltre, non c'è rinnovamento se la nostra fede è tiepida e ferma nel suo progressivo cammino verso un maggiore e fiducioso abbandono in Dio. Infine, non ci può essere trasfigurazione se non ci facciamo aiutare da Cristo, dalla sua parola che è vita, dalla parola del Dio vivente che per sua natura ci porta a contemplare e a riflettere. Docili alla parola del Signore, attimo per attimo ci trasfigureremo per essere davvero nuove e rinnovate creatura, capaci di atti generosi come Abramo e soprattutto con la stessa potenzialità del Cristo che per amore nostro ha dato la sua vita sulla croce. Sia questa, allora la nostra costante preghiera, in questo giorno del Signore: O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito, perché possiamo godere la visione della tua gloria. Amen.

 

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