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TESTO Commento su Gv 10,27-30

Paolo Curtaz  

IV Domenica di Pasqua (Anno C) (21/04/2013)

Vangelo: Gv 10,27-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».

Sono tempi difficili, per la Chiesa. Siamo messi a dura prova e, in questo momento. Molti perdono fiducia nella Chiesa e nei suoi pastori, guardando solo alle mele marce e scordando le centinaia di migliaia di preti, di catechisti, di religiosi che vivono con generosità e correttezza il loro ministero.

Gli scandali che hanno travolto i preti negli ultimi anni mettono a dura prova la credibilità del vangelo. La domenica dedicata alla preghiera per i pastori, quest'anno diventa ancor più densa di significato e di coinvolgimento. È questo il momento di pregare per i nostri pastori, questo il momento di fare penitenza, di andare all'essenziale. Di chiedere preti santi, a immagine del Santo. Stiamo attraversando la grande tribolazione, anche a causa delle conseguenze delle nostre colpe. Come, in un corpo ferito basta qualche cellula infetta per far soffrire l'intero organismo, così accade oggi a noi. È questo il tempo della preghiera e della conversione, ci ammonisce il Papa. È l'intero corpo che soffre e l'intero corpo deve guarire, purificandosi, facendo penitenza. Con sguardo profetico e spirituale, papa Benedetto invita tutti noi ad accettare questo momento non per chiuderci a riccio, o lamentarci, o metterci sulle difensive, ma per stringere, forte, la mano del Signore. Nulla ci può rapire dalla sua mano. Anche se siamo un gregge testardo, incoerente, spelacchiato, il Signore non ci abbandona. Ancora per dire e per dirci che la Chiesa non è il popolo dei perfetti, ma dei perdonati. Non il popolo dei giusti, ma dei figli.

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