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TESTO La fede e l'impegno nel mondo

don Roberto Rossi  

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XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (20/10/2002)

Vangelo: Mt 22,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,15-21

In quel tempo, 15i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. 17Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». 18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? 19Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». 21Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

"Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". Come interpretare e vivere questa parola di Dio, nelle situazioni del mondo di oggi, in ciò che stiamo vivendo, nei problemi ardui e preoccupanti dell'umanità di oggi? Cosa pensare e come vedere l'operato degli uomini nei vari stati, nei grandi assembramenti ideologici, culturali, razziali, religiosi? Come assecondare o come contrapporsi all'azione dei responsabili delle nazioni, dei leaders politici, agli operatori dell'economia, di questa economia che asserva a sé uomini e cose, politica e idee?

Rimane l'interrogativo di fondo: Cos'è di Cesare e cos'è di Dio?

Non è tanto il problema dal quale parte il vangelo, cioè pagare le tasse o non pagarle (anche questo ha il suo valore ed è un dovere di ognuno obbedire alle leggi e contribuire al bene comune), ma il messaggio di Gesù si apre sugli orizzonti di tutta la vita. Ci si chiede: In che rapporto siamo con Dio, quale posto ha nella nostra vita e nella vita dell'umanità, in che misura è Lui il garante, il promotore e il difensore della vita di ogni uomo e di tutti gli uomini? Come la nostra vita, in tutto il suo svolgersi, è un servizio a Dio, è un realizzare il suo progetto di amore, progetto che diventa poi la piena realizzazione di noi stessi e di tutti?

Come accostare e vivere tutte le realtà umane, illuminate dalla presenza del Signore, non per sacralizzare e quindi dominare o manipolare queste realtà umane, ma per renderle sante, cioè degne di Dio e dell'uomo? Come vivere le realtà umane in pienezza senza idolatrarle, perché esse non sono né il fondamento, né la salvezza, né il fine ultimo dell'esistenza degli uomini? Ci sarà pure un modo per vedere e vivere il valore delle cose "alla luce del sole", di quel sole che è la verità dell'uomo e di Dio, di quel sole che è Dio!

A noi ogni indicazione su questa linea potrà sembrare utopia, dati i limiti, le strumentalizzazioni, le storture delle realizzazioni umane. Ma ogni indicazione dell'autentica parola di Dio è invece luce, spada, forza per liberare l'umanità dai suoi peccati e portarla alla sua piena realizzazione e salvezza.

E' questo il primato di Dio, il quale non vuole il dominio sull'uomo, ma la liberazione e la vita dell'uomo, dell'umanità intera.

"Dare a Dio ciò che è di Dio". Cos' è di Dio? L'uomo è di Dio! Dio vuole la vita e la salvezza dell'uomo. Non vuole più certe forme di culto vuote, ma "Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova..." (Isaia 1,17)

La storia attuale vive autentiche tragedie, il pensiero umano si dibatte tra forti contraddizioni, i molti interessi condizionano opinioni e scelte. Viviamo in questo contesto non facile, dove spesso si è allineati al proprio partito o al proprio leader e non si è attenti al pensiero, al progetto, alla volontà del Signore.

Il Concilio Vaticano II e tutto l'insegnamento successivo della dottrina sociale della Chiesa ci richiamano a questa presa di coscienza di un forte impegno umano, sociale, politico, economico, ma "dando a Dio ciò che è di Dio", cioè scrutando sempre il progetto di Dio, che, se ben compreso, indica i valori fondamentali del singolo, dei popoli, dell'umanità, del creato.

In questo contesto acquista visuali e orizzonti vasti la Giornata Missionaria Mondiale che celebriamo in questa domenica. "Andate in tutto il mondo, annunciate il vangelo, battezzate, chi crederà sarà salvo∑".

Quale Dio annunciamo? Quale vangelo ("buona notizia") portiamo? A che cosa dobbiamo credere, se non a un Dio compromesso con l'umanità e che la ama di amore infinito? Quale salvezza per gli uomini di oggi, per i poveri, se non la possibilità di vivere con dignità sulla terra, di sperimentare la dignità di figli di Dio, di poter ricevere dal Signore la su vita eterna, dopo aver imparato a vivere l'amore al prossimo, ai più poveri.

Così vivono, credono, testimoniano con fervore, a volte con la vita, i nostri missionari, sacerdoti, religiosi, religiose, laici, volontari.

Da questa giornata emerge anche il fatto che tutta la Chiesa è missionaria, sempre e ovunque, che tutti siamo missionari, anche nelle scelte e nelle azioni semplici e piccole di ogni giorno, che essere cristiani significa essere missionari, e se non si è missionari, non si è cristiani di fatto.

L'amore agli uomini nostri fratelli, assieme alla preghiera e all'aiuto ai missionari ci coinvolge così in tutte le dimensioni della nostra vita. E questo è ancora un dono che ci fa il Signore.

 

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