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TESTO Commento su Eb 13,1-8

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Venerdì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (06/02/2015)

Brano biblico: Eb 13,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«Fratelli, l'amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l'ospitalità... Ricordatevi dei carcerati e di quelli che sono maltrattati... Il matrimonio sia rispettato da tutti e il letto nuziale sia senza macchia... La vostra condotta sia senza malizia; accontentatevi di quello che avete perché Dio stesso ha detto: "Non ti lascerò e non ti abbandonerò...". Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio».
Eb 13, 1-8

Come vivere questa Parola?
Siamo all'ultimo capitolo della lettera agli Ebrei, che ci ha accompagnato lungo queste prime quattro settimane del Tempo Ordinario. Si tratta delle ultime raccomandazioni che questo grande Autore (rimasto ancora anonimo nella ricerca degli studiosi) lascia ai cristiani di tutti i tempi, e quindi anche a noi del terzo millennio. Egli condensa in poche battute quella che potremmo chiamare una breve ‘summa' dell'ideale cristiano: vivere in carità, castità, povertà, obbedienza. Ma, si badi bene, è un ideale destinato non solo ai monaci e ai consacrati. Gesù chiama tutti i suoi discepoli a realizzare questo ideale nei diversi stati della loro vita. Vedi nel testo più sotto come gli antichi cristiani vivevano con coerenza il loro ideale di vita (è consigliabile leggere i due capitoli: V e VI).
- Il primato va all'amore ai fratelli, che si manifesta concretamente nell'ospitalità e nell'assistenza a chi soffre, soprattutto ai carcerati. Quindi, un amore espressione di quello divino, ricevuto e comunicato: un amore generoso, partecipe e costante.

- La castità. È chiaro che l'Autore parla a degli sposati: «Il matrimonio sia rispettato da tutti e il letto nuziale sia senza macchia». Pensiamo come questo richiamo sia di bruciante attualità in questo nostro tempo di crisi del matrimonio, della famiglia e dell'educazione all'amore.

- La povertà. «La vostra condotta sia senza malizia; accontentatevi di quello che avete». Uno spirito di povertà che scava nel profondo del cuore e che esprime il distacco dai beni terreni e la piena fiducia in Dio.

- Infine l'obbedienza. «Ricordatevi dei vostri capi». E un po' più avanti, al v. 17: «Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi perché essi vegliano su di voi». Attuale anche questo richiamo, in una società come la nostra, in cui l'obbedienza non è di certo una virtù tra le più apprezzate.

Chiediamo al Signore la grazia di vivere pienamente questo ideale di vita cristiana e di comunicarlo agli altri soprattutto con l'esempio della nostra vita.

La voce di un antico scrittore cristiano
«I cristiani... danno esempio di una loro forma di vita sociale meravigliosa, che, a confessione di tutti, ha del paradossale... Ogni terra straniera è patria per loro, e ogni patria è terra straniera. Si sposano come tutti gli altri e generano figli, ma non espongono i neonati. Hanno comune la mensa, ma non il letto. Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Passano la loro vita sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi, ma con il loro tenore di vita superano le leggi...»
Dallo Scritto a Diogneto cap. V, 4-10

Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it

 

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