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TESTO Dov'è la vostra fede?

Ileana Mortari - rito ambrosiano  

IV domenica dopo l'Epifania (Anno B) (01/02/2015)

Vangelo: Lc 8,22-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 8,22-25

22E avvenne che, uno di quei giorni, Gesù salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: «Passiamo all’altra riva del lago». E presero il largo. 23Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Una tempesta di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. 24Si accostarono a lui e lo svegliarono dicendo: «Maestro, maestro, siamo perduti!». Ed egli, destatosi, minacciò il vento e le acque in tempesta: si calmarono e ci fu bonaccia. 25Allora disse loro: «Dov’è la vostra fede?». Essi, impauriti e stupiti, dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che comanda anche ai venti e all’acqua, e gli obbediscono?».

Il miracolo della tempesta sedata (presente nei 3 sinottici) rappresenta una tappa fondamentale nel cammino di fede dei discepoli di Cristo.

Un giorno, Gesù dice ai suoi di voler passare all'altra riva del Mare di Galilea (dove abitano genti straniere, pagane) e così salgono tutti su una barca. Ma ecco che si solleva una grande tempesta di vento. Il cambiamento repentino delle condizioni climatiche sul Lago di Galilea (o di Genezaret) è quanto mai verisimile ed ancor oggi motivo di grande preoccupazione. Questo perché il lago si trova a 208 metri sotto il livello del mare ed è circondato e dominato da monti abbastanza alti, da cui talvolta scendono venti freddi e violenti, che provocano fortissimi movimenti d'acqua.

Gesù, probabilmente per la grande stanchezza, si era addormentato. I discepoli allora lo svegliano terrorizzati, sorpresi dalla sua indifferenza dinanzi al rischio mortale che stavano correndo.

Certo, sapevano di avere a che fare con un grande Profeta, che in precedenza aveva scacciato un demonio da un uomo, salvato la suocera moribonda di Simone, guarito un paralitico, restituito la vita al figlio di una vedova.......ma in quel momento, che cosa avrebbe potuto dinanzi a tanta violenza della natura, che riempiva d'acqua la barca e metteva tutti in pericolo di morte?

Ed ecco che avviene l'assolutamente imprevedibile: "Gesù, destatosi, minacciò il vento e le acque in tempesta: si calmarono e ci fu bonaccia" (v.24). A parte Mosè che divide il M. Rosso, Giosuè che arresta il Giordano e alcuni fatti prodigiosi compiuti da Elia ed Eliseo, non si era mai visto nella storia biblica un intervento umano sulla natura di tale portata! Il che è strabiliante per i discepoli, ma lo è soprattutto per un motivo che essi stessi ignorano. Infatti subito dopo Gesù li rimprovera: "Dov'è la vostra fede?"; cioè: se avessero veramente capito chi era il loro Maestro, non avrebbero dubitato che sarebbe stato loro Salvatore anche in questa circostanza.

L'episodio rappresenta dunque una tappa basilare del cammino di fede dei discepoli e anche di tutti noi. Fede è aver fiducia, SEMPRE, in ogni situazione, in ogni caso anche il più assurdo, in ogni tunnel anche il più buio e sbarrato. E l'episodio si conclude con la domanda che, impauriti e stupiti, i discepoli si pongono l'un l'altro: "Chi è costui?"

Chi è dunque costui? Certamente i vangeli sono una continua e variegata risposta a un tale interrogativo, anzi sono nati proprio per dire chi era Gesù, il Verbo di Dio incarnato che non avremo mai finito di scoprire.

Qui ci troviamo di fronte a un fatto inedito, ma non poi tanto peregrino, se riandiamo con la memoria ("biblica!") alle pagine del 1° Testamento, dove erano attestati prodigi di natura ad opera di Dio (il passaggio attraverso il M. Rosso - il più grande miracolo dell'Antico Testamento - il dono della manna nel deserto, etc.) Questo significa che, se Gesù opera in maniera analoga, Egli è non solo uomo, ma veramente anche Dio.

Inoltre lo stesso vangelo (il 4°, quello di Giovanni) ci dice qualcosa che spiega esaurientemente l'intervento compiuto da Gesù: "In principio era il Verbo......tutto è stato fatto per mezzo di lui....in lui era la vita...." (Gv.1, 1-4 passim). Se dunque TUTTO (l'uomo, la natura, il cosmo, etc.) ESISTE

IN LUI E GRAZIE A LUI, Gesù può certamente "sgridare" (è il verbo originale greco) il vento e le acque in tempesta ed eliminare il pericolo di vita per chi stava sulla barca allagata.

E' proprio questo che ora i discepoli capiscono, la loro fede fa davvero un salto di qualità; oltre agli elementi della natura, Gesù aveva dovuto "sgridare" anche loro e richiamarli ad una fede più profonda e matura. Il cammino della fede non è facile, è irto di difficoltà, tentennamenti, passi indietro e soprattutto è lungo, probabilmente lungo quanto la nostra esistenza.

Gli stessi discepoli, quando si troveranno davanti a un Gesù perseguitato, accusato, incarcerato, torturato e messo a morte, andranno in crisi, fuggiranno, penseranno di essersi sbagliati sul suo conto. E, perfino quando lo incontrarono risorto, "essi però dubitarono " (Mt.28,17).

La nostra fede sarà veramente completa quando, paradossalmente, non ci servirà più perché, varcata la soglia del tempo, avremo la visione diretta della Trinità!

Tutto questo non deve scoraggiarci. Anzitutto perché è Dio a conoscere il nostro grado di fede, più di noi stessi [come leggiamo nella preghiera eucaristica V rivolta ai defunti: "dei quali Tu solo hai conosciuto la fede]. In secondo luogo perché in Cristo abbiamo un Maestro impareggiabile. La testimonianza (e quindi l'insegnamento) più alta che Egli ci ha dato è proprio nel momento più buio e irreversibile della sua vita: la morte. Lo stesso evangelista Luca (e solo lui) riferisce le parole di Gesù: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" (Lc.23,46). La fiducia del Figlio nel Padre va oltre la morte.

Infine, visto che la sequela diretta di Gesù non è facile, Egli, nella sua immensa bontà, ci dona in ogni tempo santi e testimoni della fiducia nella Sua salvezza anche in situazioni del tutto disperate, di cui non mancano esempi assai significativi: basti pensare al ruolo della Provvidenza nella vita di San Giovanni Bosco o all'esperienza di tanti missionari in condizioni estreme.

In particolare, vorrei ricordare la vicenda della prof. Andreana Bassanetti, psicoterapeuta di Parma. Purtroppo nel '91 sua figlia, terribilmente depressa nonostante le cure, si tolse la vita gettandosi dal balcone di casa. "Seguirono giorni terribili - racconta Andreana -...vivevo la doppia disperazione di aver fallito come madre e come psicologa....non trovavo alcuna luce nella scienza e nei consigli di amici psicologi e psichiatri, pensai anch'io al suicidio....Una sera vagavo disperata per la città, finché ad un certo punto mi imbattei in una chiesetta aperta e illuminata, dove c'era scritto "Venite con me in disparte": alcune ragazze erano inginocchiate in adorazione del Santissimo Sacramento. Entrai. Non cercavo consolazione, ma la verità. Ritrovai la fede". E Andreana non solo ritrovò la fede, ma -sperimentando che Dio sa sempre trarre il bene dal male - ebbe l'intuizione di fondare nel '95 un'Associazione chiamata "Figli in cielo", proprio per aiutare madri e padri disperati per la perdita di un figlio, persone disorientate, che magari perdono la fede e sul cui dolore purtroppo speculano in tanti (pensiamo ai "Testimoni di Geova"!).

Questo è solo un esempio, che si può conoscere più ampiamente nel libro di Andreana "Il bene più grande", ed. Paoline, pp.72-6, ma molto numerose sono le testimonianze che si potrebbero citare.

Concludendo, ho pensato che potremmo fare nostra questa bella preghiera del Beato Paolo VI°: "Signore, fa' che la mia fede sia forte, non tema le contrarietà dei problemi,....... le avversità di chi la discute e la nega, ma si rinsaldi nell'intima prova della tua verità, [... ] sia operosa, vera amicizia con Te e continua ricerca e testimonianza di Te." (Udienza generale, mercoledì 30 ottobre 1968, in PAOLO VI, Preghiere a Cristo, 1997).

 

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