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TESTO Eccomi, una parola che trasforma

don Roberto Rossi  

II Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (18/01/2015)

Vangelo: Gv 1,35-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,35-42

35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Un conto è sentirsi al mondo a caso o svolgere la propria vita a caso. Un conto è sentirsi chiamati, perché amati: chiamati alla vita, chiamati alle scelte, alla gioia, agli impegni, alla soddisfazione di avere un senso nella propria esistenza e nello scorrere delle giornate. La Bibbia, Parola di Dio, spesso ci presenta dei personaggi, delle testimonianze: persone che hanno vissuto una loro fedeltà a Dio e alla propria vocazione e che sono ancora oggi e sempre dei modelli che ci aiutano a costruire la vita e la fede in maniera bella e profonda. Oggi ci sono presentate delle persone che sono state scelte e chiamate in maniera particolare dal Signore, hanno risposto con la gioia e la generosità del loro cuore, non hanno rimpianto nulla di quello che hanno lasciato, anzi con gioia hanno lasciato "la barca e il padre", hanno realizzato un progetto di vita fondamentale per sé e per tutti.

La prima figura è Samuele: chiamato ad essere "bocca di Dio", cioè suo profeta e portavoce. Abbiamo anche la figura di Eli, guida intelligente e saggia. In un primo tempo Samuele confonde la voce di Dio con quella di Eli. Non è lui, ma Dio a chiamarlo. Per capirlo Samuele ha comunque bisogno di Eli, che lo aiuta a discernere la parola di Dio e lo educa ad assumere gli atteggiamenti giusti per ascoltarla e obbedirle. L'esperienza di Dio è sempre personale, ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci accompagni e ci introduca in essa. Stupenda e profonda la preghiera che Samuele arriva a pronunciare: "Parla o Signore che il tuo servo ti ascolta". E Samuele ha ascoltato la voce e la chiamata di Dio non solo in quel momento ma in tutta la sua vita, nel diventare profeta, capo, guida del popolo di Dio. E il commento più forte che abbiamo è questo: "Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole". Che grandezza di ascolto, di attenzione, di risposta, che grandezza di vita!

Nel vangelo abbiamo la chiamata di Andrea e del suo compagno che vivono un incontro personale con Gesù, espresso con l'immagine stupenda del dimorare con lui nella stessa casa. Anche Pietro vive l'esperienza personale dello sguardo di Gesù che si posa su di lui e lo trasforma. Tutti hanno bisogno della fede di qualcun altro che consegni la loro vita all'incontro con Gesù: i primi due ascoltano la testimonianza di Giovanni Battista, Pietro quella del fratello Andrea. Questi apostoli non dimenticheranno più quell'incontro con Gesù e a Lui, pur con limiti e difetti, ma con la generosità del cuore, daranno la vita, per sempre. Così realizzano la loro vocazione e missione, così danno il senso più vero alla loro esistenza, così sono diventati le persone più utili e più grandi nella costruzione della vita della Chiesa e del mondo.

C'è quella parola semplice e grande che è tutto nella vita di una persona, la parola: "Eccomi". L'ha pronunciata Cristo Gesù: "Allora Io ho detto: "Eccomi, io vengo per fare la tua volontà". L'ha pronunciata Samuele, l'hanno pronunciata gli apostoli, l'ha pronunciata la Madonna, "Eccomi, sono la serva del Signore, si compia in me secondo la tua Parola". L'hanno pronunciata milioni di credenti e di consacrati. La vogliamo pronunciare anche noi, ciascuno, in un rapporto personale con Gesù il Signore, nel rapporto con gli altri, nella luce più splendida che la nostra vita così assume.

 

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