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TESTO Commento su Gn 3,1-5.10; Sal 24; 1Cor 7,29-31; Mc 1,14-20

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III Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (25/01/2015)

Vangelo: Gn 3,1-5.10; Sal 24; 1Cor 7,29-31; Mc 1,14-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,14-20

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

La liturgia di domenica scorsa ci ha fatto meditare sul fatto che il cristiano, per riconoscere il volto di Dio e per seguirlo, ha bisogno della fede e della testimonianza degli altri; ce lo insegna lo stesso Pietro che per seguire Gesù ha bisogno della testimonianza di suo fratello Andrea.
La liturgia di questa domenica ci ricorda che il tempo è compiuto ed il regno di Dio è vicino, non è più tempo di attendere, ma è necessario convertirsi. La novità di Cristo non accetta indugi: o si accetta la sua amicizia o si rifiuta.
La risposta che ogni cristiano dà comporta impegni molto seri, non si può attendere ancora. Chiediamo, nella preghiera, che il Signore ci conceda l'urgenza di convertirci e di seguire il vangelo nella nostra vita.

Nella prima lettura, tratta dal libro del profeta Giona, ci viene ribadita questa urgenza della conversione attraverso la fede. Giona viene inviato da Dio a Ninive, città molto grande, per annunciare ai suoi abitanti la sua parola. Giona aveva percorso la città per un giorno di cammino predicando e annunciando che dopo quaranta giorni la loro città sarebbe stata distrutta. Gli abitanti di Ninive, senza attendere ancora, credettero alle parole del profeta ed iniziarono il digiuno, vestirono tutti, grandi e piccoli, il sacco. Dio vide le loro opere buone ed allora risparmiò Ninive, perché non solo gli abitanti ascoltarono ma abbandonarono la loro condotta malvagia: Dio ebbe misericordia nei loro confronti.
Dio però non si smentisce mai: la città di Ninive non esiste più, è stata distrutta, cambiata dalla fede dei suoi abitanti.
Il miracolo è avvenuto, quello che non poteva essere previsto dal profeta è successo, a Dio niente è impossibile.
Il profeta invece viene rimproverato da Dio perché non ha creduto alla sua misericordia; egli ha predicato con durezza puntando sui quaranta giorni, ma non ha considerato che i quaranta giorni degli uomini non sono quelli di Dio, che ha permesso a Ninive di pentirsi e di trasformarsi in una comunità che ha fiducia nella sua misericordia.
La città diventa infatti luogo di penitenza e di fede vera.
Giona pensava di aver ricondotto indietro la città con la sua predicazione, ma anche qui sbagliava: il pensiero di Dio non torna indietro, egli ci presenta l'oggi che il cristiano deve vivere, egli è infatti il Dio della vita. La conversione per il cristiano non è tornare ma andare avanti nella certezza che Dio ci guida sulla strada giusta, strada che ci conduce a Lui.

Il ritornello del salmo 24/25 "Fammi conoscere, Signore, le tue vie" ricorda che il Signore è sempre pronto a perdonare i peccatori, insegna loro i suoi sentieri, li guida nella sua fedeltà, indicando loro la strada giusta per arrivare a lui, unica salvezza. Il Signore infatti è buono e giusto, è misericordioso e ci dona il suo amore.

La seconda lettura tratta dalla prima lettera dell'apostolo Paolo ai Corinzi, dice che tutto passa in questo mondo e non dobbiamo fermarci alle cose di quaggiù, ma dobbiamo aderire a Dio che solo è eterno.
Nei versetti 29-31 del capitolo 7 sembra quasi che Paolo ci inviti a non vivere la nostra vita quotidiana, perché ormai il tempo si è fatto breve e tutto ciò che è di questo mondo passa.
Il cristiano non si ferma, continua le sue giornate piene di attività con tutti i problemi che ne derivano, con le gioie, i dolori, le sconfitte, le speranze. Quello che vuole farci comprendere Paolo è che dobbiamo vivere la vita quotidiana in pienezza, ma senza farla diventare un assoluto; tutto quello che è del mondo inevitabilmente passa, resta la certezza della vita eterna: infatti solo Dio è eterno.
L'apostolo ci invita ancora a non essere condizionati ed attratti solo dalle entusiasmanti cose terrene, da tutto ciò che è finito e distruttibile e ci vuole educare alla libertà per non perdere mai la speranza.

L'evangelista Marco nel vangelo ci presenta l'episodio in cui Gesù, dopo la morte di Giovanni, predicava la parola di Dio attraversando la Galilea e proclamava che "il tempo è compiuto ed il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al vangelo".
Passando poi lungo il mare di Galilea vide Simone ed Andrea che gettavano le reti in mare, essi erano infatti dei pescatori e Gesù disse loro:"Venite dietro a me vi farò diventare pescatori di uomini". Essi lasciarono subito le reti e lo seguirono.

Andato ancora un po' avanti vide Giacomo e suo fratello Giovanni, figli di Zebedeo, che nella barca riparavano le reti e li chiamò ed essi lasciarono il padre con i garzoni e lo seguirono.

Conversione e fede comportano per il cristiano un'adesione totale alla parola del Signore, cioè per seguirlo il cristiano deve cambiare completamente il suo modo di pensare e di agire.
Dio chiama ciascuno alla salvezza, vuole che lo seguiamo, ma ci lascia liberi di farlo o meno. La nostra vita quotidiana, vissuta alla luce della Parola, diventa decisamente più gioiosa e serena, anche se credere non ci preserva dalle cose negative e dolorose.
La fede ci da forza, ci aiuta nelle difficoltà, ci illumina su cosa fare per continuare il cammino sulla via giusta.
Gesù è venuto nel mondo per la nostra salvezza, egli si è inserito totalmente nella vita dell'uomo, il regno di cui ci parla nella sua predicazione non è solo qualcosa che vedremo alla fine della nostra giornata terrena, ma qualcosa che dobbiamo già vivere quaggiù.
Egli è venuto a dirci che ormai il tempo per la realizzazione del regno di Dio è vicino, non c'è più tempo per aspettare, ci chiede di seguirlo. Con il battesimo ciascun uomo è inserito nella sequela di Cristo, essere suo discepolo ci viene anche dal sacramento della confermazione. Come cristiani abbiamo l'obbligo di essere testimoni credibili della fede che proclamiamo di avere.

Per la riflessione di coppia e di famiglia:
- "Non c'è più tempo, il Regno di Dio è vicino". Siamo consapevoli che il Regno di cui ci parla Gesù lo stiamo già vivendo oggi, nel nostro quotidiano?
- Che cosa significa, per la nostra vita di singoli e di coppia, "convertirsi"? Ci capita mai di pensare che non dobbiamo cambiare nulla, che tutto va bene così?
- Spesso viviamo con intensità gli avvenimenti straordinari e gratificanti che ci succedono giornalmente: siamo capaci di non fermarci a queste gioie terrene ma di affidarci completamente al Cristo che vive ogni giorno in mezzo a noi?
- Cosa facciamo perché il Regno di Dio si realizzi anche quaggiù?

Gianna e Aldo - CPM Genova

 

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