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TESTO Commento su Giovanni 2,1-11

don Michele Cerutti

II domenica dopo l'Epifania (Anno B) (18/01/2015)

Vangelo: Gv 2,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». 4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». 5Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».

11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Nel tempo successivo all'Epifania il Vangelo ci parla di un'altra manifestazione oltre a quella ai Magi e a quella del Battesimo: infatti questa domenica siamo invitati a contemplare l'icona delle nozze di Cana.

Siamo nel Vangelo di Giovanni e quello delle nozze di Cana è uno dei sette segni di cui ci parla la Scrittura. E' un miracolo piuttosto particolare. Siamo abituati a Gesù che guarisce, libera dai demoni. E' difficile comprendere un Gesù che trasforma l'acqua in vino per permettere ad una festa di proseguire.

Il significato di questo miracolo è profondo. Gesù ci richiama a due realtà:
1. con Lui inizia una Nuova Alleanza.

L'acqua viene immessa nelle anfore dove vi era il vino terminato; quell'acqua viene trasformata nel vino nuovo; inizia la Nuova Alleanza; quel patto tra Dio e l'uomo ha in Cristo un nuovo risvolto.
2. richiamo agli eventi della Pasqua.

Quel segno ci richiama agli eventi della Pasqua. Quando tutto sembra finito, quando la storia sembra prendere la piega della fine allora l'evento della Risurrezione trasforma e dice che la storia prosegue.

Comprendiamo quindi due grandi verità da questo miracolo che appare a prima vista insignificante.

Gesù ci offre, tramite Giovanni, il significato forte dei miracoli: il miracolo ci richiama a un valore altro, al suo amore per l'uomo.

Oggi si è alla ricerca dell'evento sensazionale. La fede viene vissuta solo se c'è qualcosa di spettacolare. Ecco la ricerca del miracolo. Certo c'è bisogno. Penso a casi di vera e propria disperazione. Pensiamo ai genitori di un figlio ammalato. E' naturale che si cerchi il sensazionale.

Attenzione, un rischio che corriamo è quello di vivere una fede magica.

Quando viene meno questa nostra attesa rischiamo di buttarci nello sconforto e girare le spalle al Signore.

Quando viviamo la fede in questa prospettiva ci è facile passare anche alle realtà dei maghi. Quanti clienti si fanno abbindolare da questi truffatori che speculano sulle disgrazie della povera gente.

Non ci deve essere tutto questo. Quello che c'è richiesto è vivere la dimensione della fede nella consapevolezza di una vera e propria trasformazione interiore.

Quante volte, pensando alla grande esperienza di Lourdes, assistiamo a questo tipo di miracoli al termine di un pellegrinaggio? Tantissimi sono gli ammalati che giungono a Lourdes, ma guarigione fisiche sono poche. Il vero miracolo a Lourdes è quella pace e quella forza che gli ammalati respirano e li segna in maniera indelebile nella loro vita. Ecco loro sono la dimostrazione evidente che in loro quell'acqua si è trasformata in vino per la loro vita. Così anche per tutti coloro che prestano servizio in quella realtà. Quanti episodi si possono narrare pensando a quei luoghi in cui vi sono state vere e proprie trasformazioni che magari non si rendono visibile ai più, ma che incidono profondamente nella vita di chi è stato accarezzato dalla grazia. Mi torna in mente una ragazza anoressica che mentre veniva portata in barella davanti alla grotta ha sentito una voce dire quest'anno vieni da ammalata, il prossimo verrai da barelliera. Penso a giovani che hanno trovato un senso della loro vita portando alcuni ammalati. Allora potete comprendere la forza del miracolo, come un qualcosa che va oltre la spettacolarizzazione, ma che richiama colui che Lo compie.
A Cana il cristiano scopre l'importanza della Vergine Maria.

"Non ci si può dire cristiani senza dirsi mariani". Questa espressione è di Paolo VI, ma qui ne comprendiamo la verità di questa affermazione. L'inscindibilità del culto mariano con la figura di Cristo è tangibile.

Molto spesso una certa spiritualità sta procedendo in maniera inesorabile ad una scissione pericolosa.

Questo porta inevitabilmente a una fede che non è quella dell'abbandono a Gesù e alla Sua parola.

A Cana, Maria si presenta in veste di prima discepola credente, vera immagine e modello di tutti i seguaci di Gesù. E, indirizzandoli a Lui, li dispone a lasciarsi penetrare dalla sua Parola, fino a divenirne, come Lei, l'"eco sonora" fatta vita.D'ora in poi sarà questa l'attitudine caratteristica e fondamentale di tutti coloro che, al pari di Maria, vorranno entrare in comunione diretta con il Figlio e, in Lui, col Padre e con lo Spirito, sì da abitare nella Trinità ed essere da Essa inabitati. Maria, la madre di Gesù, è ormai la madre dei suoi discepoli, la Madre della Chiesa, "piena - anch'essa - della Trinità".

Terminando, notiamo come il nostro orizzonte s'è progressivamente allargato. All'inizio si trattava semplicemente d'un miracolo di Gesù durante un banchetto di nozze. Tuttavia, il racconto giovanneo si colloca al termine di una serie narrativa nella quale Gesù si manifesta gradualmente ai suoi discepoli. Giovanni ci invita a scorgere in esso un segno del mistero di Gesù.

Gesù occupa il posto che un tempo aveva Jahvè come Sposo d Israele; e la madre di Gesù, la «Donna», è ormai la Sposa del Signore e la nostra Madre.

 

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