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TESTO Commento su Luca 2,22-40

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Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno B) (28/12/2014)

Vangelo: Lc 2,22-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

COMMENTO ALLE LETTURE

Commento a cura di don Paolo Matarrese

Qualche giorno fa, facendo la consueta visita per i reparti dell'ospedale, una signora di una certa età che già più volte avevo visitato, mi guarda e mi dice: "Don paolo si ricorda il mio nome?". Io restai imbarazzato perché non lo ricordavo e lei, cogliendo il mio imbarazzo, mi disse con rammarico ma senza severità "Allora tu fino adesso sei venuto solo a vedermi ma non mi hai mai incontrato"... Loreta, questo il suo nome, aveva profondamente ragione! Io non incontro nessuno se non parto dal suo nome che gli permette di esistere per me e io esistere per lui.

La domenica successiva al Natale, della sacra famiglia di Nazareth, ha proprio come centro l'incontro. Nel vangelo ascoltato c'è Simeone che aspetta l'incontro con il consolatore, abbiamo Anna che attende un senso di fecondità e di redenzione nella sua vita da vedova. Uomini e donne che certo credevano all'Alleanza tra Dio e il suo popolo, ma che per dare compimento alla loro vita hanno bisogno di incontrare il Signore, farne un'esperienza personale e profonda! Ed ecco allora Maria e Giuseppe che portano al tempio il bambino GESU' per presentarlo al Signore non sapendo che in questo gesto rituale lo presentano e offrono a tutta l'umanità.

"Il bambino GESU'" nome proprio di persona che definisce un'identità e permette di entrarci in relazione. Natale è questo: la gioia di Dio di poter essere chiamato da ogni uomo e donna con un nome proprio di persona: Gesù! Non solo il bambino avvolto in fasce come segno per i pastori, non solo il re dei Giudei annunciato da una stella ai Magi ma GESU', un Dio a cui possiamo dare del "tu" ed entrarci in una relazione, fare esperienza della vita nuova che vuole donarci! Oggi la famiglia dell'umanità diventa sacra perché abitata ed incontrata da un Dio-uomo di nome Gesù che svelando il suo nome, ci aiuta a svelare anche il nostro nome più profondo di ciò che siamo e che siamo chiamati ad essere, che aiuta a svelare il nome più profondo delle nostre famiglie e magari accorgersi che tutti gli uomini portano il nome di Dio! E' proprio quello che accade a Simeone ed Anna che, incontrando personalmente Gesù, portano a compimento la loro vita, dando un nome alle loro attese e alle loro speranze!

Senza cadere in sentimentalismi ma questo vangelo ci invita a lasciarci andare con Dio, chiamarlo per nome e prendere più confidenza con Lui, lasciare che Lui prenda più confidenza con noi, prenda più confidenza con la vita frenetica e faticosa della nostra famiglia!

Questa domenica più che meditare questo vangelo, dovremmo provare a contemplarlo immaginando la scena di Simeone che, mosso dallo Spirito Santo vede Gesù nelle braccia di sua madre e, con un desiderio inarrestabile, "anch'egli lo accolse tra le braccia". Come Simeone, anche noi siamo chiamati a prendere in braccio Dio, prendere in braccio Gesù e lasciare che lui ci comunichi, ci coinvolga e ci rigeneri nella sua stessa Vita.

La festa della Sacra famiglia di Nazareth porta con se un invito ad un incontro personale con Gesù. Un invito a prenderlo in braccio per portarlo dentro la nostra famiglia, renderlo presente con la sua Parola, per lasciare che compia quello che ha compiuto con Simeone: donargli pace e consolazione, quello che ha compiuto con Anna: riscattarla dalla sua condizione rendendo la sua vita feconda e redenta, quello che compiuto con Maria:

saper vivere la spada della contraddizione dell'amore crocifisso e risorto!

Ma in fondo tutto questo, senza neanche troppa immaginazione, non è quello che viviamo ogni domenica nell'eucarestia dove Gesù si consegna nelle nostre mani?
Auguri di un Santo Natale!

 

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