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TESTO Siamo tutti uomini e donne di Dio

don Giovanni Berti

III Domenica di Avvento (Anno B) - Gaudete (14/12/2014)

Vangelo: Gv 1,6-8.19-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

19Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». 20Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». 21Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. 22Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». 23Rispose:

«Io sono voce di uno che grida nel deserto:

Rendete diritta la via del Signore,

come disse il profeta Isaia».

24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». 26Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». 28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

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Uomini di Dio...

Con questo titolo nel 2010 esce un film che narra la vicenda dei monaci francesi del monastero di Tibhirine (Algeria) assassinati nel marzo del 1996, durante gli anni di lotta sanguinosa che ha caratterizzato l'Algeria negli anni 90 tra moderati e fondamentalisti islamici.

I sette monaci erano consapevoli del pericolo che cresceva attorno al monastero, ma nonostante gli inviti ad andarsene, rimasero accanto alla popolazione locale come aiuto concreto e segno di speranza.

Giovanni Battista ci è presentato come uomo di Dio, mandato da lui per dare testimonianza di luce, in un contesto storico e religioso caratterizzato allora dalle tenebre e dalla lontananza da Dio.

Nel racconto che fa l'evangelista, le tenebre si presentano sotto forma di inviati da parte delle autorità religiose del tempo che vengono ad interrogare questo personaggio che predica la conversione e pratica un battesimo di purificazione. Dicono di volerlo interrogare ma in realtà è chiaro che vogliono spegnere quel primo segnale di luce che si sta accendendo e che sarà pieno con Gesù.

Giovanni è un uomo mandato da Dio e non mandato da se stesso o da qualche potere umano forte con interessi politici od economici.

Il compito di Giovanni è accendere speranza e indicare quando, come e dove dirigersi per poter conoscere quella luce interiore e storica che è Gesù. E la sua missione è subito messa a confronto con gli ostacoli e le difficoltà che vengono proprio da dove invece ci si aspetterebbe in contrario, cioè dalle autorità religiose che avevano anch'esse il compito di indicare la via di Dio, ma in realtà non la conoscono e non permettono ad altri di cercarla e percorrerla. Giovanni infatti dice proprio a questi farisei e leviti "in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete..."

Siamo vicini al Natale, festa che anche in tempo di crisi è caratterizzata da molte luminarie e luci artificiali per le strade e in casa. Anche nelle chiese le quattro lampade dell'Avvento si accendono sempre più man mano che ci si avvicina alla solennità del 25 dicembre.

Davanti a tutti questi segni materiali di luce, ci dobbiamo domandare se siamo pronti ad accogliere la luce vera che è Gesù. Siamo pronti a riconoscerlo presente e luminoso oppure siamo dalla parte delle tenebre, come i farisei e leviti del tempo di Giovanni Battista?

Siamo disposti ad essere anche noi testimoni di luce mandati da Dio come lo è stato Giovanni Battista e come lo sono stati innumerevoli testimoni dopo di lui, come anche i monaci di Tibhirine?

Le tenebre sono davvero tante anche oggi, con i fatti di cronaca che parlano di violenza e morte, con il degrado della vita politica, con la mancanza di speranza nel futuro per giovani e famiglie senza lavoro, con la violenza degli integralismi religiosi e con la violenza delle armi che invece di spegnere la violenza sembrano attizzarla sempre di più. Ci sono tenebre dentro le nostre famiglie quando c'è divisione, non ascolto, non sostegno nelle difficoltà. Ci sono tenebre anche nella comunità cristiana, quando non c'è vera comunione e tutta l'esperienza religiosa si riduce a qualche tradizione esteriore che non cambia la vita...

Le tenebre sono potenti, ma Dio continua a mandare suoi inviati per dare testimonianza alla luce, a Gesù. E questi uomini di Dio siamo tutti noi, specialmente noi battezzati nel nome di Gesù.

Dal momento che simbolicamente abbiamo acceso, o qualcuno ha acceso per noi, quella piccola candela il giorno del battesimo, con quelle semplici parole "ricevi la luce di Cristo...", siamo stati inviati a non tenerla nel cassetto, ma a portarla al mondo e specialmente dove c'è più oscurità e notte.

«Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere anche oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese... Che sapessero associare questa morte a tante altre ugualmente violente, lasciate nell'indifferenza dell'anonimato.»

(Dal Testamento spirituale del Padre Christian de Chergé, monaco assassinato a Tibhirine nel 1996)

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