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TESTO Commento su Giovanni 1,19-27a.15c.27b-28

don Michele Cerutti

V domenica T. Avvento (Anno B) (14/12/2014)

Vangelo: Gv 1,19-27a.15c.27b-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». 20Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». 21Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. 22Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». 23Rispose:

«Io sono voce di uno che grida nel deserto:

Rendete diritta la via del Signore,

come disse il profeta Isaia».

24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». 26Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». 28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

La Parola di Dio ancora una volta ci invita tramite il Battista a raddrizzare i sentieri per accogliere il Gesù che viene a camminare con noi.

Raddrizzate i sentieri era il motto della seconda domenica d'Avvento, che riprendiamo in questa quinta domenica.
E' un motto preso dal Vangelo, pronunciato dal Battista.

I pilastri fondamentali perché questo avvenga li avevamo indicati all'inizio e può quindi essere utile riprendere oggi le indicazioni lanciate nella domenica precedente.

Mi viene in mente una camminata che c'è nelle vicinanze di Piancavallo. La camminata è molto tranquilla per un buon tratto poi per raggiungere la cima i tornanti si fanno più stretti e la passeggiata diventa più impegnativa. Così è il cammino d'Avvento che parte con dolcezza ma poi chiede più impegno e allora l'attrezzatura per forza di cose deve essere diversa.
Quindi poniamoci semplici domande:
Come va il mio rapporto verticale con Dio?

Ho ricuperato il Sacramento della Riconciliazione? Questo sacramento ci fa toccare con mano l'amore di Dio. Sì, perché attraverso il sacerdote Dio stesso stende il suo perdono e dimentica ogni cosa.

Per abbellire la stanza del cuore c'è bisogno di Maria, l'abbiamo appena invocata come Immacolata, la invocheremo domenica prossima come Madre di Dio.

La confidenza alla Vergine ci aiuta più facilmente ad arrivare a Dio. Attraverso Lei l'incontro con Gesù diventa fecondo e i santi lo dicono chiaramente: "Ad Jesum per Maria". Con Lei il nostro cammino si fa sicuro. Recuperiamo la preghiera del Rosario per accrescere in noi la nostra fede.

Guai se limitassimo la nostra preparazione all'incontro con Gesù a una dimensione puramente verticale. La verticalità ci porta all'orizzontalità. Nell'incontro con i fratelli si concretizza la nostra fede e non diventa idolatria. Senza la verticalità, l'orizzontalità sarebbe filantropia.

Mi viene in mente una storia, che forse molti conosceranno, ma che è bella riprendere; può essere utile per capire come vivere bene l'incontro con i fratelli porta a vivere bene l'incontro con Dio.

C'era una volta un'anziana signora che passava in pia preghiera molte ore della giornata. Un giorno senti la voce di Dio che le diceva: «Oggi verrò a farti visita». Figuratevi la gioia e l'orgoglio della vecchietta. Cominciò a pulire e lucidare, impastare e infornare dolci. Poi indossò il vestito più bello e si mise ad aspettare l'arrivo di Dio.

Dopo un po', qualcuno bussò alla porta. La vecchietta corse ad aprire. Ma era solo la sua vicina di casa che le chiedeva in prestito un pizzico di sale. La vecchietta la spinse via: «Per amore di Dio, vattene subito, non ho proprio tempo per queste stupidaggini! Sto aspettando Dio, nella mia casa! Vai via!». E sbatté la porta in faccia alla mortificata vicina.

Qualche tempo dopo, bussarono di nuovo. La vecchietta si guardò allo specchio, si rassettò e corse ad aprire. Ma chi c'era? Un ragazzo infagottato in una giacca troppo larga che vendeva bottoni e saponette da quattro soldi. La vecchietta sbottò: «Io sto aspettando il buon Dio. Non ho proprio tempo. Torna un'altra volta!». E chiuse la porta sul naso del povero ragazzo.

Poco dopo bussarono nuovamente alla porta. La vecchietta apri e si trovò davanti un vecchio cencioso e male in arnese.

«Un pezzo di pane, gentile signora, anche raffermo... E se potesse lasciarmi riposare un momento qui sugli scalini della sua casa», implorò il povero. «Ah, no! Lasciatemi in pace! Io sto aspettando Dio! E stia lontano dai miei scalini!» disse la vecchietta stizzita. Il povero se ne partì zoppicando e la vecchietta si dispose di nuovo ad aspettare Dio. La giornata passò, ora dopo ora. Venne la sera e Dio non si era fatto vedere. La vecchietta era profondamente delusa. Alla fine si decise ad andare a letto. Stranamente si addormentò subito e cominciò a sognare. Le apparve in sogno il buon Dio che le disse: «Oggi, per tre volte sono venuto a visitarti, e per tre volte non mi hai ricevuto!».

Non pensiamo a quelli lontani, ma a quelli vicini.

Pensiamo nelle nostre famiglie. "Non ti amo più" espressione che decreta la fine di una relazione matrimoniale. Questo è il momento della responsabilità chiamati a rinfocolare quella relazione.

Questo è il momento per incontrare quel parente antipatico, per ricucire quella relazione difficile con un amico.

Questo è il momento per scrutare i bisogni dei fratelli di una camunità cristiana.
Quante occasioni offerte per far del bene.

Insistiamo perché sempre di più diventiamo uomini e donne capaci di cogliere le necessità di chi ci sta attorno.

 

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