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TESTO Commento su Is 41, 17

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Giovedì della II settimana di Avvento (11/12/2014)

Brano biblico: Is 41,13-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

"I miseri e i poveri cercano acqua ma non c'è; la loro lingua è riarsa per la sete. Io, il Signore, risponderò loro, Io, Dio d'Israele, non li abbandonerò".
Is 41, 17

Come vivere questa Parola?
Questa immagine dei miseri che cercano acqua mi fa venire in mente la samaritana del vangelo di Giovanni. Lei cercava acqua, sapendo che trovatala, a breve ne avrebbe avuto bisogno dell'altra... l'idea di un'acqua che disseta per sempre l'aveva entusiasmata. L'entusiasmo la porta a continuare le chiacchere con Gesù e lui piano piano le svela la natura vera della sete. E lei accoglie quella provocazione e nel suo evidente limite, va oltre e impara ad attribuire significati nuovi alla sua sete. Un'attribuzione che la porta a capire cosa stesse veramente cercando, nella sua vita ricca di amori alterni, parziali.

Nei versetti riportati, i miseri di Isaia, in questa logica, cioè pensando che la sete accomuna tutti, siamo davvero tutti noi. Non c'è lingua che non sperimenti l'essere riarsa dalla sete. E Dio è lì, pronto a rispondere a quella sete, senza intenzioni di abbandonarci nella nostra ricerca di soddisfazione, anzi accompagnandoci nelle esperienze "dissetanti".

La sete come ricerca, come attesa dinamica è l'obiettivo di Isaia. Di fronte a Dio si sta così. Assetati, in continuo movimento per soddisfare quella sete, sbagliando pure fonte a cui rivolgersi e scegliendo poi di tornare indietro e cercare meglio.

Signore, perdona le nostre ricerche inutili; accompagnaci in questo "aspettare andando"... permettendoci di trovare in fretta la sorgente autentica di quell'acqua che disseta per sempre.

La voce di un padre della chiesa
Feriti nell'anima, gli uomini cominciarono a volere vedere Dio con gli occhi del corpo. Ma se Dio non può essere contenuto dal mondo intero, come poteva venir percepito dall'angusto sguardo umano? Si deve rispondere che l'esigenza dell'amore non bada a quel che sarà, che cosa debba, che cosa gli sia possibile. L'amore non si arresta davanti all'impossibile, non si attenua di fronte alle difficoltà. L'amore, se non raggiunge quel che brama, uccide l'amante; e perciò va dove è attratto, non dove dovrebbe. L'amore genera il desiderio, aumenta d'ardore e l'ardore tende al vietato. E che più?
san Pier Crisologo

Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it

 

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