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TESTO Commento su 2Sam 7,1-5.8-12.14.16; Sal 88; Rm 16,25-27; Lc 1,26-38

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IV Domenica di Avvento (Anno B) (21/12/2014)

Vangelo: 2Sam 7,1-5.8-12.14.16; Sal 88; Rm 16,25-27; Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

26In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Questa domenica è l'ultima tappa del cammino del tempo d'avvento prima della celebrazione del Natale, avvento che ha il compito di introdurci al mistero dell'Incarnazione e al suo significato profondo, come compimento delle promesse dell'AT.

La prima lettura cita la promessa fatta a Davide che il suo regno non avrebbe avuto fine; promessa che è giunta a compimento con la nascita di Gesù, discendente di Davide e Re per sempre.
Davide era mosso da un dubbio: se lui abitava una casa di cedro, come poteva permettere che il Signore restasse sotto una tenda precaria come dai tempi dell'Esodo? Un desiderio sincero e nobile, segno di un amore grande per Dio, talmente grande che lo induceva a pensare che dovesse essere l'uomo a fare qualcosa per Dio e non il contrario. Ma Dio, attraverso le parole del profeta Natan, ricorda a Davide che non è lui a fare qualcosa per Lui, ma da sempre è Dio che fa qualcosa per l'uomo. Non è un uomo, anche se è il re d'Israele, a poter costruire una casa di pietra al Signore, ma è il Signore che darà una casa all'uomo (2 Sam 7,4ss), oltre al suo amore, la sua alleanza, la sua fedeltà a garanzia della nostra fede come ci ricorda il Salmo 88 (Sal 88,29).

San Paolo, a conclusione della lettera ai Romani, dopo gli ultimi saluti, eleva a Dio un inno di lode e di gloria. Il mistero di cui parla è l'opera della salvezza, cioè un disegno che Dio ha da sempre avuto nella mente e che realizza al tempo giusto. San Paolo ci ricorda che questo vero e unico progetto di Dio, tenuto nascosto per secoli, è stato rivelato ora in Cristo a tutte le genti "perché giungano all'obbedienza della fede" (Rom 16,25). Attraverso la Fede in Gesù Cristo san Paolo ci fa anche capire l'importanza della Parola di Dio e come questa si manifesti e si realizzi nell'uomo.

Il Vangelo di questa Domenica, dopo averlo ascoltato nella festa dell'Immacolata, ci ripropone il racconto dell'Annunciazione, che però oggi è centrato sul "Sì" di Maria, il sì che ha permesso a Dio di incarnarsi nel mondo, facendosi uomo.

È questa una delle pagine più dense dei vangeli, ispiratrice di innumerevoli opere d'arte e citata di continuo con le prime parole della preghiera più ricorrente: l'"Ave Maria".

Maria si rende disponibile con tutta se stessa all'azione efficace della Parola di Dio, perché sia essa a plasmare la sua vita, presentandosi come modello dell'ascolto di tale Parola e di obbedienza della fede. Un atteggiamento che anche noi siamo invitati ad assumere in questo ultimo scorcio del cammino di Avvento.

La chiamata di Maria avviene nell'ambiente domestico in cui viveva, condivideva le gioie, affrontava le difficoltà, e non nel tempio come accadde a Zaccaria con l'annuncio della nascita di Giovanni Battista, fatto che si può legare ancora all'Antico Testamento, come il re Davide che voleva "legare" Dio nel tempio. Tutto questo a significare che Gesù metterà la sua "tenda" in mezzo agli uomini; è quindi un Dio attento all'uomo e prima di entrare nella nostra storia bussa alla porta del nostro cuore e ci lascia liberi di affidarci o meno al suo progetto.

Luca esprime in questo racconto dell'Annunciazione la fede sua e della Chiesa: per i primi cristiani colui che era nato da Maria non era semplicemente un uomo straordinario, un santo, un Messia, ma il Figlio di Dio.

Certo, il dubbio permane, l'incertezza, pure. Non è per il solo fatto che il Signore ci indica la meta che possiamo sapere con certezza come si svolgerà il nostro cammino. Molte volte, il cammino dell'incontro con Dio è fatto di incertezze, di prove, di dolore (anche per Maria sarà così): allora chiederci "Come avverrà questo?", non è affatto una mancanza di fede o sintomo di incertezza, ma è il desiderio di andare a fondo, di capire qualcosa di più di questo non sempre chiaro rapporto di amicizia tra noi e Dio. Dio però continua ad insistere nel volerci accompagnare all'incontro con lui, spiegando a Maria, e in lei a tutti noi, che è Lui che prende l'iniziativa, e che quando la prende la porta fino in fondo. Resta l'ultimo passo, quello del "sì". Dio non obbliga nessuno a credere, fa solo la sua proposta di salvezza e lascia a noi la libertà di rispondere positivamente, oppure di farci prendere dalla paura e quindi di non affidarci a Lui. Maria non dice subito di sì, la sua risposta passa attraverso il turbamento e la fatica. Maria fa il percorso della Revisione di Vita: c'è il fatto (l'annuncio), si interroga (com'è possibile che ciò avvenga?), fa discernimento e fa la scelta alla luce della Parola (eccomi). L'eccomi detto da Maria è indice di sottomissione e di disponibilità, esso è il contrario dell'atteggiamento del cercare un alibi e del non coinvolgersi, come fece il re Davide.
L'annuncio a Maria è l'icona dell'annuncio evangelico, paradigma di ogni inizio di fede. Dio entra nella vita dell'umanità, rappresentata dalla Vergine Maria, e porta il lieto annuncio della comunione con Dio nella persona del Figlio, vero Dio e vero Uomo.

Al termine di questo cammino d'Avvento prepariamoci allora anche noi, come Maria, a dire "si" a Gesù perché Egli nasca nel nostro cuore e ci aiuti ad essere dei buoni testimoni nel mondo in cui viviamo, soprattutto in famiglia, nella società, nel mondo del lavoro e della scuola.

Per la riflessione di coppia e di famiglia.
- Davide pensa d'essere padrone della fede e di Dio, mentre l'apertura alla Parola diventa profezia di cui si sa la partenza ma non si conosce la fine. Che tipo di fede abbiamo noi? È opera delle nostre mani o è un dono che va accolto e proposto?
- Maria, pur avendo dei problemi, non si rifiuta di confrontarsi con la realtà e la Parola di Dio e sceglie il Suo progetto. Noi come ci rapportiamo con la realtà: accettiamo come Maria di essere presenti o cerchiamo, come il re Davide, degli alibi?
- Il "sì" di Maria richiama il "sì" che gli sposi si scambiano nel giorno del loro matrimonio: siamo capaci anche noi di portare avanti quel sì, come fece Maria nel corso della sua vita vicino a Gesù? Con quali fatiche, con quali gioie?

Don Oreste, Anna e Carlo - CPM Torino

 

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