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TESTO Preparate la via al Signore

dom Luigi Gioia  

II Domenica di Avvento (Anno B) (07/12/2014)

Vangelo: Mc 1,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,1-8

1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.

2Come sta scritto nel profeta Isaia:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:

egli preparerà la tua via.

3Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri,

4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Come ogni anno, soprattutto in questa seconda domenica del tempo di avvento, la parola di Dio è caratterizzata da una tonalità di pace e di consolazione. Il Signore chiede: Consolate, consolate il mio popolo. Il Signore vuole la nostra consolazione. La missione principale dello Spirito Santo che egli stesso ci ha mandato, è proprio questa: consolarci.
Addirittura questo è il suo nome: Consolatore.

Effettivamente, quanto povera, quanto piccola, quanto inefficace è la consolazione che possiamo darci gli uni gli altri nel corso della vita. La comprensione reciproca, soprattutto nei nostri momenti di dolore e di difficoltà, arriva solo fino ad un certo punto. Solo il Signore può consolarci, fin nelle profondità del nostro cuore.

La prima lettura del profeta Isaia aggiunge: Parlate al cuore di Gerusalemme. La sola consolazione è la consolazione che parla al cuore. E' una idea che si ritrova nel bellissimo motto del cardinal Newman: cor ad cor loquitur, "Solo il cuore parla al cuore". Solo ciò che sgorga dal cuore ha il potere di parlare al cuore di un'altra persona, di apportarle una vera, una profonda consolazione.

Nelle letture odierne abbiamo il cuore stesso di Dio che si apre, che si squarcia. Il cuore stesso di Dio che vuole parlare al nostro cuore per consolarci.

Per consolarci il Signore prima di tutto ci annuncia la sua misericordia, il suo perdono: Gridate, gridate al mio popolo che la sua tribolazione è compiuta. E' finita la sua sofferenza. La sua colpa è scontata. E' un messaggio prima di tutto di misericordia e di perdono. E' un messaggio molto più difficile da ascoltare di quanto non crediamo.

Quanto spesso rimproveriamo il Signore perché non interviene per ristabilire la giustizia, perché non punisce quelli che a nostro avviso andrebbero puniti. Quante volte rimproveriamo il Signore perché ritarda ad agire.

Pietro, nella sua seconda lettera, ci assicura che non è che il Signore ritardi. Dice: Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni lo accusano di lentezza. Egli invece è magnanimo, cioè ha un animo grande, ha un cuore grande, un cuore nel quale c'è spazio per tutti, per ognuno di noi. Non vuole - continua Pietro - che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Questo il cuore di Dio grida al nostro cuore: "Voglio il pentimento di ognuno e per questo pentimento sono disposto ad attendere tutto il tempo che sarà necessario". Ciò che ci consola è proprio questo messaggio di pazienza, di tenerezza, questo messaggio di magnanimità, di grandezza d'animo del Signore.

Di nuovo il profeta Isaia fa eco a quanto dice Pietro, ma con un linguaggio più poetico, quando dice: Il Signore è come un pastore, egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le sue pecore. Ci consola saperlo, perché troppo spesso siamo afflitti dalla lentezza della nostra risposta al Signore, da quanto poveramente corrispondiamo al suo amore. E la consolazione più profonda ce la dà questo messaggio: il Signore è paziente, il Signore ci attende, il Signore ci convoca, ci raduna, ci prende sul petto, sulle sue braccia e ci conduce dolcemente.

Ma non è tutto. Questo "cuore che parla al nostro cuore" continua nel salmo invitandoci ad ascoltare cosa dice Dio, il Signore: Egli annuncia la pace. Il Signore annuncia la pace. Ci è detto: Amore e verità si incontreranno. Giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo. La terra e il cielo, l'uomo e Dio, non comunicavano più a causa del peccato. Il cielo era chiuso. La salvezza ha ristabilito nuovamente questa comunicazione: i cieli si sono squarciati, come nel momento in cui Gesù è stato battezzato. Lo Spirito Santo, lo Spirito Consolatore ne è disceso e Gesù ha potuto corrispondere all'amore del Padre, e noi, in Gesù, possiamo a nostra volta anche noi corrispondere all'amore del Padre. Quindi dalla terra adesso può finalmente germogliare una risposta d'amore a Dio e dal cielo si affaccia il Signore nella gioia di poter costatare finalmente questa reciprocità ritrovata dell'umanità al suo amore. Verità germoglierà dalla terra, giustizia si affaccerà dal cielo. Cielo e terra dialogano, cielo e terra si rispondono, la
pace finalmente è ristabilita.

Infine il Signore ci consola assicurandoci che lui è vicino. Il messaggio che ancora ci da il profeta Isaia è proprio questo: Alza la voce, non temere, annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio. La sua salvezza è vicina.» Il Signore ci ha raggiunti, è da noi, è con noi. E' qui per prenderci con lui, per condurci.

Pietro, ancora ci descrive in cosa consista questo giorno di Dio. Aspettiamo - lui dice - nuovi cieli e una terra nuova nei quali abita la giustizia.
E' vero, la pace già è stata inaugurata da Cristo.

E' vero, in Cristo già abbiamo la possibilità di incominciare a rispondere con amore a questo amore del Padre, abbiamo un cuore che può dialogare con il cuore di Dio.

Ma la giustizia piena, la risposta piena a questo amore del Signore, potrà abitare - come dice Pietro - solo in questi cieli nuovi e in questa terra nuova che il Signore sta preparando per noi. La buona novella, la buona notizia, è che questi cieli nuovi, questa terra nuova sono vicini, stanno venendo. Per quanto lunga possa sembrare la nostra attesa, per quanto a volte possiamo avere l'impressione di lentezza nell'agire del Signore, in realtà lo sguardo della fede riconosce costantemente i segni di questa venuta del Signore.

Apriamoci dunque a questa consolazione che il Signore vuole darci. Egli vuole parlare al nostro cuore. Ascoltiamo allora cosa ci dice Dio, il Signore. Accogliamo la pace che vuole versare nel profondo dei nostri cuori.

 

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