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TESTO Commento su Luca 1,26-38

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Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2014)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Una vergine (parthenos). Si può discutere quanto si vuole, ma nel Vangelo è incastonata, come nella roccia, questa perla: l'angelo del Signore fu mandato da Dio a una vergine"; così comincia il Vangelo della festa dell'Immacolata Concezione. Dio ha scelto la verginità per rifare un nuovo inizio e salvare il mondo. Già nella creazione, Dio non usò nulla (ex nihilo); anche ora Dio crea senza bisogno del concorso di un uomo. Un "nulla" raffigurato nella verginità di Maria. A questa chiamata alla verginità Maria ha risposto dicendo: "Eccomi!", modello inarrivabile di tutti i giovani e le ragazze che, nei secoli, avrebbero ricevuto stessa proposta: essere "vergini e madri", "vergini e padri".

Maria è, per perfezione, "pneumatofora" (S. Basilio), portatrice dello Spirito, corpo luminoso che riflette sugli altri la luce. Maria è Theotókos (Genitrice di Dio) e Aeiparthenos (Sempre vergine). La salutiamo così: "Ave, Vergine Sposa".

La splendida festa dell'Immacolata, nel periodo di Avvento-Natale, unisce l'attesa del Messia con la venuta di Cristo nella nostra carne. La maternità verginale di Maria è una meraviglia combinata a un impensabile secondo dono di grazia: la sua Immacolata Concezione; in entrambi il primato è dell'amore di Dio e la partecipazione di Maria fa da sfondo (come il cielo) al mistero adorabile dell'incarnazione di Dio.

Le stelle sono angeli e gli angeli sono tutte stelle. E Maria è il Cielo di Dio, perché infinita umiltà, la sola capace di contenere l'immenso. Di questo cielo sconfinato, insegna la tradizione spirituale, non si dirà mai abbastanza. Non è mariologia impertinente, questa, né devozione cattolica che potrebbe mostrarsi ruvida al dialogo con i cristiani delle altre confessioni, ma limpida contemplazione della Madre di Dio alla quale davvero compete il purissimo possessivo: Gesù è suo. C'è commozione e pace nell'essere altrettanto consapevoli che noi siamo suoi, perché lei è Madre nostra.

Il tempo scandito dalla fede e dalla preghiera, il calendario della Chiesa e le ore coi rintocchi di campana, sono pieni di Maria e del suo ricordo. Anche la persona più a digiuno di preghiere conosce l'Ave Maria.

Tanta umiltà non umilia la creatura, ma l'esalta perché Maria è tutta rivestita di Parola. Il Verbo di Dio è il suo manto. E se il Verbo è lo splendore del Padre, allora Maria, che ne è rivestita, è tutta bellezza. Incomparabile bellezza.

Il Vangelo apre e chiude con l'angelo: giunto da Dio, riparte da Maria. Che lo Spirito ci dia occhi per vedere e orecchie per sentire queste presenze di Dio nella vita di ogni giorno. Che ad ogni grido di uomo un angelo possa portare il soccorso e la consolazione della presenza di Dio che ci dice: "Eccomi!". E che ad ogni invito di Dio un angelo possa riportargli la nostra risposta, umile e sincera, come quella della Madre immacolata, Madre di Dio e madre nostra: "Eccomi!".

Commento a cura di don Angelo Sceppacerca

 

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