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TESTO Commento su Marco 13,33-37

Omelie.org (bambini)  

I Domenica di Avvento (Anno B) (30/11/2014)

Vangelo: Mc 13,33-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 33Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Eccoci di nuovo alla I domenica di Avvento.

Ma cos'è questo tempo che ogni anno si ripete e ci ricorda di prepararci a qualcosa di importante per noi cristiani?

Sappiamo che Avvento è "attendere", che sta per arrivare qualcosa di emozionante.

Soffermiamoci su questa parola: attendere. Pensiamo a quante volte abbiamo atteso.

Sicuramente ci verrà in mente una cosa bella (una nascita, una festa, un incontro...) e con questo ricordo tutte le sensazioni che lo accompagnano: le emozioni, i preparativi, i pensieri...

In questo momento ci viene spontaneo associarlo al Natale, significa attendere e prepararsi al Natale; magari molti pensato ai regali, e all'ansiosa attesa per il gioco appena uscito, la felpa o le scarpe tanto desiderate... chi più di voi saprebbe cosa aggiungere a questo elenco!?!
Ma l'Avvento è solo attendere questo tipo di Natale?

Se indaghiamo un po' e cerchiamo il significato della parola Avvento, troviamo la sua origine latina in "adventus", che vuol dire "venuta".

Alla fine, se ci pensiamo bene, attendiamo qualcuno che è già venuto; non c'è dubbio che Gesù sia nato più di duemila anni fa!

Allora, per quale motivo continuiamo a prenderci del tempo di "attesa" prima del Natale? Cosa vuol dire, ogni anno, ripetere questa cosa? Cosa vuole ricordarcelo, ogni volta?

A queste domande ci aiuta a rispondere Gesù stesso. Con le parole del Vangelo di Marco ci dice che è già venuto e che se n'è andato, paragonandosi ad un padrone di casa. Come il padrone di casa lascia tutto in mano ai suoi servi, così anche Gesù lascia tutta la nostra vita nelle nostre mani.

"Che cosa grande, che responsabilità!" ci verrebbe da dire, "E se sbaglio qualcosa?!".

Ma Gesù non ci lascia con un tesoro tra le mani senza dirci come custodirlo, non ci abbandona per strada senza dare indicazioni. Ci dona la Sua Parola.

Quando Marco ci dice che dobbiamo fare attenzione e non dobbiamo farci trovare addormentati, vuol dire proprio questo: tenere le orecchie aperte alla Sua Parola e gli occhi vigili rispetto a quello che abbiamo. Così fare attenzione è ricordarsi di tutti i doni che il Signore ci fa e non addormentarsi è vigilare. In altre parole: vivere tutti questi doni dando la precedenza a tutto ciò che di buono abbiamo, fermando tutto quello che non ci aiuta a procedere bene.

Se siamo per strada e non sappiamo come procedere guardiamo o no le indicazioni stradali? Scegliamo quella migliore per raggiungere la nostra meta o seguiamo le indicazioni dei vigili, sicuramente scartiamo la strada che può rallentare il nostro viaggio o farci sviare del tutto.

Certo può capitare di sbagliare, ma possiamo avere sempre possibilità di recupero.

Il Signore fa questo: ci indica la strada, e ci dà perfino la possibilità di sbagliare, perché ci aspetta sempre alla meta. Forse Lui fa addirittura di più: ogni volta viene lui per primo, per ricordarci come arrivare.

Quindi questo tempo di attesa ci ricorda che Gesù è già venuto, che ci sta dando le indicazioni per vivere. Allora prendiamoci questo tempo per gustare e prenderci cura della nostra vita, guardiamo chi abbiamo vicino come un dono prezioso da custodire, curare, a cui prestare attenzione... da accogliere.

Ecco che il nostro cuore, anno dopo anno, sarà allenato e cresciuto, pronto a vivere ogni volta in modo nuovo, la venuta di Gesù.

Ogni volta che sapremo riconoscere Gesù in tutte le cose belle che abbiamo (pensiamo alla nostra famiglia, agli amici, alle cose belle che possediamo...), impareremo sempre di più ad accoglierlo.

Se ci fermiamo un attimo, se mettiamo da parte il pensiero per il nuovo giocattolo che potrebbe arrivarci per Natale, scopriamo che Gesù non ci chiede qualcosa di troppo complicato, e che forse non è così difficile fare attenzione e vegliare. Buona attesa!

Commento a cura di Elisa Ferrini

 

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