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TESTO Gesù Cristo è il Re, è il tutto!

don Roberto Rossi  

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) - Cristo Re (23/11/2014)

Vangelo: Mt 25,31-46 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 31Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 37Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 44Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo, o almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta (E.G.).

Il programma c'è già: è Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in lui la vita trinitaria, e trasformare con lui la storia. (Giov. Paolo II)

La condizione decisiva è mantenere fisso lo sguardo su Gesù Cristo, sostare nella contemplazione e nell'adorazione del suo volto: assumiamo così il suo modo di pensare, di vivere, di relazionarsi, di amare. Il nostro ascolto e il nostro confronto sulle realtà della vita, amate con lo sguardo di Cristo, diventano un'occasione provvidenziale con cui rinnovare la Chiesa e la società. (papa Francesco in apertura del Sinodo)

Rinnovare la Chiesa e la società! Nel Sinodo abbiamo cercato di fare questo.

Perché rinnovare?

Vanno bene così le famiglie? Vanno bene i giovani? i malati, i poveri, i poveri della terra, gli anziani, tutti quelli che soffrono come si trovano? La nostra società e l'umanità, vanno bene così, con tutte le guerre, le violenze, le paure? La parrocchia va bene così: fa qualcosa, fa tante cose, ma...!

Ebbene, abbiamo scritto e approvato i documenti del Sinodo: abbiamo deciso di trasformare e rinnovare tutto! Ci state? Avete ancora paura? Siamo insieme, camminiamo insieme, ci aiutiamo. E' con noi il Signore: il Padre con tutta la sua tenerezza e misericordia, il Figlio Gesù con tutta la forza di Salvatore, lo Spirito Santo che è luce, forza, potenza, gioia, vittoria, vita nuova sempre!.

Io, povero prete, con la grazia di Dio, sono deciso a trasformare e rinnovare tutto. Sono certo che tantissimi di voi ci sono, ci stanno, cominciando da questo momento, con tanta pace e tanta gioia nel cuore e la gioia diventerà sempre più grande, nella famiglia, nella scuola, nel lavoro, nella fede e nel dono di noi stessi agli altri, alla parrocchia, alla società in cui viviamo.

 

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