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TESTO Commento su Rm 5,5-11

Monastero Domenicano Matris Domini  

Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti (Messa I) (02/11/2014)

Brano biblico: Rm 5,5-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,37-40

37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, 38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. 40Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Collocazione del brano
Questa pagina di Paolo non riguarda direttamente la morte, bensì la situazione nuova in cui noi ci troviamo grazie alla morte di Gesù Cristo e alla riconciliazione che egli ci ha meritato proprio mediante la sua morte.
Paolo ha dedicato i capitolo 1-4 della sua lettera ai Romani alla giustificazione mediante la fede. Non sono le opere a renderci "giusti" davanti a Dio, come pensavano troppo spesso i Giudei, bensì è la fede che noi abbiamo in Dio, che fa sì che egli ci renda "giusti". Dopo aver assodato questo, Paolo nei capitoli 5-8 parla della vita che il credente ha ricevuto grazie alla sua fede.
Cosa significa qui "vita"? E' una situazione nuova, di libertà. Libertà dal peccato e dalla morte, che tenevano l'uomo prigioniero. E' una situazione di amore e di riconciliazione.
Lectio
Fratelli, 5la speranza non delude, poiché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito santo che ci è stato dato.
Nel versetto precedente Paolo aveva elencato una serie di virtù che si realizzavano l'una dietro l'altra in coloro che giustificati da Dio dovevano sopportare le avversità (l'avversità produce costanza, la costanza fedeltà provata, la fedeltà provata speranza), per giungere alla speranza. In questo versetto è specificato che la speranza non delude (letteralmente: non fa arrossire di vergogna), perché è una speranza che è fondata sull'amore di Dio. Le promesse di Colui che ti ama davvero saranno mantenute, anche se al momento presente sembrano prevalere forze contrarie. La speranza poi si fonda anche sullo Spirito Santo, che è presente nei cuori dei fedeli e li sostiene.
6Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi.
Paolo ricorda gli elementi principali della nostra salvezza, per assicurare i suoi lettori della solidità della speranza a cui li esorta. Noi eravamo in una situazione di debolezza, in preda al male e al peccato e Cristo è morto per noi, che eravamo empi, cioè non pii, non dediti all'amore di Dio, all'osservanza della sua legge. Questo è successo nel momento opportuno, cioè nella pienezza dei tempi, nel momento che Dio ha ritenuto più giusto per realizzare questa liberazione.
7Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona.
Paolo sottolinea la straordinarietà di questo passo che Cristo ha compiuto in nostro favore. Già è difficile trovare qualcuno che sacrifichi la vita per una persona giusta. Figuriamoci se si trova qualcuno che muore per un cattivo. Eppure Cristo ha fatto così nei nostri confronti. Non ci meritavamo proprio che egli morisse per noi perché non eravamo per niente buoni.
8Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Paolo ribadisce il concetto. La nostra speranza è ben fondata, perché Dio ha dimostrato ampiamente di amarci attraverso la morte di suo Figlio. Si trattava di una questione alquanto inutile: morire per dei peccatori!
9A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui.
Quindi ora possiamo stare sicuri, perché se Cristo si è dato tanto da fare per noi quando eravamo peccatori, certamente il suo amore e la sua protezione continueranno ora che siamo pienamente riconciliati con Lui, partecipi del Suo amore. E' il suo sangue che ci ha resi giusti. Non solo, il suo sangue è compimento del sangue dell'agnello che gli israeliti avevano cosparso sulle proprie porte per evitare che l'angelo della morte uccidesse i loro primogeniti, quella notte in cui riuscirono a fuggire dalla schiavitù d'Egitto. Se allora i credenti erano stati salvati dalla morte dei bambini e dalla schiavitù di Egitto, noi saremo salvati dall'ira del giudizio, dalla conseguenza delle nostre colpe.
10Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.
Paolo ricapitola quanto ha detto nei versetti precedenti. Eravamo nemici, Dio ci ha resi di nuovo amici e alleati, ci ha riconciliati grazie alla morte del Figlio. Egli che ci amava quando eravamo nemici, molto più ci amerà ora e ci donerà la salvezza, non più grazie alla morte del Figlio, ma grazie alla sua vita. Vita a cui partecipiamo in pienezza. E' questa la nostra condizione.
11Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.
E' una condizione davvero felice e possiamo proprio vantarcene, anche se non ne abbiamo nessun merito. Infatti il nostro gloriarci è per mezzo di Gesù Cristo che ci ha meritato questa pace con Dio, la riconciliazione, l'entrata in una vita davvero piena e libera.

Meditiamo
- In cosa ripongo la mia speranza?
- Penso mai che Gesù è morto per me?
- In quali aspetti la mia vita si può dire "empia"?

 

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