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TESTO Commento su Giovanni 18,33c-37

don Michele Cerutti

Domenica di Cristo Re (Anno A) (09/11/2014)

Vangelo: Gv 18,33c-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 36Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Con la domenica di Cristo Re si conclude un anno liturgico. Ogni chiusura di anno ci porta ad esprimere una lode di ringraziamento. Anche in un periodo difficile economicamente per alcuni, e magari anche dal punto di vista della salute fisica e della tranquillità psicologica per altri, ci sono sempre motivi per dire grazie al Signore. Può risultare difficile; tuttavia guai se il cristiano non sa trovare i motivi per elevare la gratitudine a colui che ci cerca laddove il crinale della nostra storia sembra farci sbandare!

Credo e sono convinto che abbiamo perso il sentimento di gratitudine e ogni cosa che ci viene donata diventa sempre di più un obbligo più che un favore concesso. Questa è la complessa realtà della nostra società e ciò si riflette nel rapporto con Dio.

Quante volte la nostra preghiera diventa solo un elenco di richieste e poco spazio invece al grazie per quello che ci è già stato donato. Quante volte, anche nel momento in cui ci rivolgiamo a chiedere scusa al Signore nel sacramento della Confessione, ci limitiamo a uno sterile elenco di peccati e mancanze. Attenzione: la riconciliazione troverebbe maggiore fecondità se sappiamo aprire il nostro cuore alla gratitudine per i benefici ricevuti e allora capiremmo che la nostra mancanza o il nostro peccato ci allontana veramente da Lui datore di ogni bene.

Sforziamoci allora a riscoprire i motivi per dire grazie in questa settimana che ci prepara al grande periodo dell'Avvento. Questo tempo ci porta all'incontro con un Gesù che entra nella nostra storia e ci chiede quindi una conversione del cuore perché l'incontro sia fruttuoso.

La festa di Cristo Re, indetta da Pio XI, voleva ricordare, in un mondo caratterizzato da grande dittature e da grandi figure di sovrani, la grandezza della sovranità di Cristo. Oggi questa festa sembra un poco anacronistica. Nella nostra Europa i Re sono realtà sempre più da cartolina, tenuti in vita da qualche gossip giornalistico che utilizza la faccia di qualche sovrano europeo per stampare qualche copia in più della rivista scandalistica.

Però la figura del Re riferita a Gesù ha un valore importante. Il sovrano rappresenta, nella nostra mentalità e concezione, il potere massimo. Dichiarando Gesù Re ne riconosciamo la sovranità nella nostra vita e nelle nostre scelte. Incarnandosi in una culla e morendo su una Croce quello che invece ne scaturisce è che la sua regalità è una regalità di servizio.

Siamo sicuri che il Signore è Re delle nostre scelte e della nostra vita? Lo mettiamo come paragone del nostro vissuto? Domande che dobbiamo porci e con attenzione per cercare di capire come viviamo la nostra fede.

Il rischio è molto spesso quello di una fede in cui è assente Gesù stesso. Una fede fatta di affidamento ai Santi dove la loro intercessione a Cristo è assente. Grandi pellegrinaggi a Santuari di bella devozione mariana fatti per avere grazie particolari dove manca il vero passaggio dell'incontro con Gesù.

A noi è chiesto un salto di qualità: vivere una fede in cui Cristo è il protagonista e tutto ciò che sta intorno a questa dimensione, come ad esempio le varie devozioni, debbono essere vissute con questa finalità.

Cristo si presenta Re dell'Universo in questa liturgia con le pagine che descrivono il momento della Passione e svela sempre di più il suo amore per l'uomo. A conclusione di questo anno liturgico, e apprestandoci ad aprirne uno nuovo, poniamoci degli obiettivi che debbono accompagnarci tutti nel nuovo periodo che si apre.

Lasciamoci spronare dalle testimonianze delle Comunità Cristiane dell'Oriente e in tante parti del mondo. Ci sono più cristiani perseguitati oggi che nei primi secoli: è quanto ha detto Papa Francesco a Santa Marta, presiedendo la Messa nel giorno in cui si fa memoria dei Santi Protomartiri della Chiesa romana, crudelmente uccisi alle pendici del Colle Vaticano per ordine di Nerone dopo l'incendio di Roma nel 64.

Il pensiero corre ad Asia Bibi, che ha una vicenda che risale al giugno 2009 quando a questa ragazza, una lavoratrice agricola, viene chiesto di andare a prendere dell'acqua. A quel punto un gruppo di donne musulmane l'avrebbe respinta sostenendo che lei, in quanto cristiana, non avrebbe dovuto toccare il recipiente e si sono quindi rivolte alle autorità sostenendo che lei nella discussione avrebbe offeso Maometto. Asia Bibi, picchiata, chiusa in uno stanzino, stuprata, infine arrestata pochi giorni dopo nel villaggio di Ittanwalai, ha negato le accuse e ha replicato di essere perseguitata e discriminata a causa del suo credo religioso.

Oltre un anno dopo l'arresto, il giudice Naveed Iqbal emette la sentenza, nella quale esclude «totalmente» la possibilità che Asia Bibi sia accusata ingiustamente, aggiungendo inoltre che «non esistono circostanze attenuanti» per lei.
La famiglia ha presentato ricorso contro la sentenza.

Nel dicembre 2011 una delegazione della Masihi Foundation (Mf), ONG che si occupa dell'assistenza legale e materiale di Asia Bibi, ha visitato la donna in carcere. Le sue condizioni di igiene personale erano terribili e le sue condizioni di salute, sia fisica che psichica, sono apparse critiche. Secondo Haroon Barkat Masih, direttore internazionale di Mf, Asia Bibi ha comunque espresso parole di perdono nei confronti dei suoi accusatori: "In primo luogo vivevo frustrazione, rabbia, aggressività. Poi, grazie alla fede, dopo aver digiunato e pregato, le cose sono cambiate in me: ho già perdonato chi mi ha accusato di blasfemia. Questo è un capitolo della mia vita che voglio dimenticare". La donna ha quindi espresso il desiderio di poter tornare alla sua famiglia.

Nel 2012, secondo alcune fonti, Qari Salam, l'uomo che ha accusato Asia Bibi di blasfemia avrebbe dichiarato di essersi pentito di aver sporto la denuncia, che sarebbe stata basata supregiudizi personali ed emozioni religiose esasperate di alcune donne del villaggio. L'uomo starebbe quindi pensando di non portare avanti l'accusa ma sarebbe comunque in difficoltà perché sotto pressione da parte di organizzazioni fondamentaliste islamiche.

Riconosciamo la grazia di poter professare il nostro amore per Gesù, di riunirci a celebrare il Sacrificio Eucaristico e portare con noi i simboli del nostro credo .

Anche se testimoniare Cristo è un compito difficile, godere della libertà nella nostra fede, andare contro corrente, rimanere saldi agli insegnamenti del Maestro mentre le platee del mondo ( come al Colosseo ed al Circo Massimo) urlano l'opposto è la nostra scelta.

Gli attacchi mediatici puntano allo sgretolamento della nostra fede ed all'incatenamento a dei falsi ideali di libertà, che invece di renderci liberi rallentano ed ostacolano il nostro incontro con Gesù.

Sentiamoci spronati a vivere una fede che abbia passione e non si abitui a vivere di pochi slanci.

 

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