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TESTO L'Amore è Gesù in noi e tra di noi

mons. Antonio Riboldi

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (26/10/2014)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,34-40

In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Ci sono piccoli brani della Sacra Scrittura - e uno di questi è nel Vangelo di Matteo di oggi - che basterebbero per capire chi siamo, ciò a cui siamo chiamati, ciò che svela la bellezza della vita.
Scrive l'apostolo Matteo:

"I farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: ‘Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?' Gli rispose: ‘Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: ‘Amerai il tuo prossimo come te stesso'. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti'". (Mt 22,34-40).

Quanti libri si sono scritti per capire chi siamo e la ragione della nostra esistenza!

Una ricerca dettata - credo - dal bisogno di capire il senso di un bene qual è la vita e scoprire il tesoro che vi è in essa nascosto. Il più delle volte, però, si rimane in superficie, senza trovarne così la ragione. A volte, addirittura, si va contro la bellezza dell'esistenza.

"Ma c'è una ragione perché io viva questa maledetta vita? Non bastano le sciocchezze che ci offrono e che sono la più grande delusione. Non c'è nulla di peggio del ‘vuoto dentrò. - così, con la rabbia in corpo - mi diceva un giovane, che non riusciva a cogliere il ‘perché vivo?'.

Nessuno - credo - possa dubitare che un Padre, che è Dio, ed è solo Amore, nel darci la vita, non abbia comunicato ciò che Lui è e quindi abbia dato a me, a tutti, la possibilità di ‘sentirsi' Sua creatura, di più, Suo figlio, di cui si prende cura, come solo Lui sa fare.

Non c'è creatura al mondo che valga come l'uomo, che sia un ‘valore unico ed assoluto' davanti al Cuore di Dio, e quindi nostro. Siamo stati creati e viviamo perché siamo amati e dobbiamo, e possiamo, ogni giorno, scoprire l'Amore.

Ci sono momenti nella vita - credo valga per ciascuno - in cui abbiamo sperimentato, già qui, il ‘paradiso', la vera grandezza e bellezza dell'uomo, ed è stato quando ci siamo sentiti amati da qualcuno. Un'esperienza di amore, quello vero, quello del cuore, non ho dubbi di poterla paragonare ad un ‘assaggio' di Paradiso. Così è, non solo per i santi, ma per quelli che sanno scoprire la ragione della vita e la interpretano con amore. Lo possiamo vedere testimoniato nella vita di tanti fratelli e sorelle, che hanno saputo con la Grazia farsi conquistare da Cristo: è la divina storia di uomini, che hanno vissuto l'amore di Dio, amando i fratelli.
Ma farsi conquistare da Dio non è facile.

Lo evidenzia la nostra povera storia di uomini, che sempre cercano ‘altrove': solo perché Dio è sulle nostre labbra, non significa amarLo. Lo amiamo quando diviene la nostra stessa vita, il cuore della nostra vita. E non basta! Dio, come Padre, ha voluto che tutti gli uomini si amassero, perché ognuno e caro a Lui, prezioso, come solo un figlio può essere. Da qui ‘Amerai il prossimo tuo, come te stesso' e Gesù, nell'ultima Cena, dirà ai Suoi: ‘Amatevi sempre, come Io vi ho amati'.

Viviamo un tempo - ma è di tutti i tempi - in cui sembra che l'uomo abbia smarrito questo Amore. Lo raccontano i notiziari, giorno per giorno. Si parla di razzismo, di insofferenza del diverso, rischiando di portare una comunità civile verso la pericolosa china dell'indifferenza o dell'odio, verso l'inciviltà. Scriveva il beato Paolo VI: "Oggi invece di vedere nel nostro simile l'estraneo, il rivale, l'antipatico, l'avversario, il nemico, dobbiamo abituarci a vedere l'uomo, degno di rispetto, stima, assistenza, amore, come a noi stessi.". (7. 12. 1967)

Allora la domanda che viene spontanea è: Non è forse l'oscuramento dell'amore del Padre in noi, quello che, di conseguenza, oscura l'amore verso i fratelli? In altre parole, il venir meno della fede, può essere la ragione dell'egoismo, dell'individualismo, questa terribile malattia, dalle mille metastasi, che, se invade qualcuno di noi, non solo mette al bando in lui l'umanità, ma lo condanna alla solitudine?

Torna alla mente il peccato d'origine: dopo aver rinnegato l'amore del Creatore, l'uomo cerca l'oscurità. La domanda di Dio: ‘Uomo, dove sei?' risuona anche oggi e la risposta è la stessa: ‘Mi sono nascosto, perché sono nudo'.

Ma se l'Amore di Dio per noi trova spazio nella vita, immediatamente questa, come la luce del sole, si irradia, si china sui fratelli, a cominciare dai più deboli. I santi, gli uomini di carità, proprio dall'amore a Dio, sapevano compiere quelle opere, che sono la bellezza eterna dell'uomo. Chi non ricorda la testimonianza di Madre Teresa, che cercava i relitti dei marciapiedi di Calcutta? Il segreto di tanta carità era la sua profonda e sincera familiarità con Dio...a cominciare dall'Eucarestia.

E così è in tutti quei fratelli e sorelle, anche oggi, che, spendendosi, ridonano un'anima alla nostra storia. Chi di noi non vorrebbe possedere un cuore tanto grande da dimenticare se stesso, per ridare la gioia della vita a chi non ne ha?

‘C'è più gioia nel dare, che nel ricevere' questa è la verità della vita.

Quello che spinge tanti ad essere generosi verso chi ha bisogno è l'amore verso Cristo, la fede che il bisognoso, chiunque esso sia, è ‘la carné di Cristo, come spesso afferma Papa Francesco, rifacendosi alle parole di Gesù: ‘Qualunque cosa avrete fatto al più piccolo l'avete fatto a Me'.

Davvero amore di Dio e amore del prossimo sono la meravigliosa e sicura via da percorrere, l'unica che dà senso alla vita, la rende eterna e dona gioia perfetta, già quaggiù. Ne vale la pena. Che il Padre ci apra gli occhi e il cuore per conoscere e sperimentare quanto ci ama e così poter moltiplicare questo Amore ricevuto verso gli altri.

 

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