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TESTO Commento su 1Ts 1,5-10

Monastero Domenicano Matris Domini  

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (26/10/2014)

Brano biblico: 1Ts 1,5-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,34-40

In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Collocazione del brano
Questo brano segue immediatamente quello di domenica scorsa. Paolo continua ad elencare i motivi della sua gioia e del ringraziamento a Dio per ciò che ha saputo della comunità di Tessalonica. Essi nonostante le prove hanno perseverato nella fede e questo è diventato motivo di ulteriore diffusione del Vangelo nelle regioni circostanti.
Fratelli, 5cben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene.
Paolo ha parlato del Vangelo che ha portato buoni frutti a Tessalonica grazie allo Spirito Santo.
Qui ricorda pure lo stile con cui lui e Sila si sono comportati, cioè in piena consonanza con il Vangelo stesso (si nota qui forse un piccolo riferimento alle accuse dei giudei che hanno ostacolato la sua missione e lo hanno costretto a lasciare in fretta la città). Loro si sono comportati rettamente tra la gente di Tessalonica e a loro favore.
6E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo,
E come gli apostoli sono divenuti testimoni del Vangelo, anche i tessalonicesi sono divenuti imitatori di loro e del Signore. Questa imitazione si è realizzata in pieno, visto che, come Cristo, sia gli apostoli che i nuovi credenti hanno dovuto subire delle tribolazioni. Il termine usato thlipsis è quello che designa le difficoltà degli ultimi tempi, provocate dallo scatenarsi delle forze contrarie al Vangelo di Cristo (ricordiamo che Paolo a quei tempi riteneva ormai imminente il ritorno di Cristo). Però queste tribolazioni sono state vissute "con gioia di Spirito Santo". La presenza dello Spirito ha dato ai cristiani la serenità necessaria per poter sostenere queste inevitabili conseguenze della loro scelta di fede.
7così da diventare modello per tutti i credenti della Macedonia e dell'Acaia.
I tessalonicesi grazie alla loro convinta adesione a Cristo sono diventati un modello per gli altri.
Si realizza un processo a catena: Cristo - gli apostoli - i tessalonicesi - le altre comunità fondate nella zona. L'esempio della loro fede diventa un ulteriore annuncio del Vangelo. La parola di Dio non può essere rinchiusa egoisticamente in un gruppo di pochi eletti. La fede si propaga ad altri attraverso il contagio dell'esempio.
8Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto nella Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne.
Questa diffusione della notizia fa sì che Paolo e Sila non abbiano nemmeno più bisogno di parlare dell'esempio dei cristiani di Tessalonica.
9Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero
In questo versetto è contenuto in modo sintetico quello che è successo ai tessalonicesi. Essi hanno accolto con gioia i missionari e si sono convertiti, nel vero senso della parola. Hanno voltato le spalle agli idoli, agli dei che avevano venerato fino ad allora e si sono rivolti al Dio vivo e vero, per obbedire e servire solo Lui. E' il passaggio obbligato dal politeismo al monoteismo.
10e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall'ira che viene.
Ma c'è ancora un passo da fare. Unico Dio è anche quello degli ebrei. Il Dio vivo e vero che Paolo ha mostrato ai tessalonicesi ha un Figlio, che Dio ha risuscitato dai morti. Paolo non parla qui dell'incarnazione, né della predicazione di Cristo. Si attiene all'essenziale ed è proiettato verso il futuro. Gesù è stato risuscitato dai morti, ci ha dato un motivo di speranza, la morte non è l'ultima parola. Gesù ritornerà e sarà per noi motivo di salvezza. La formula risulta ancora un po' "acerba", si tratta della testimonianza della fede delle prime comunità che vedremo maturare nel corso delle altre lettere di Paolo.

Meditiamo
- Avverto anche in me la "gioia dello Spirito Santo"?
- Da che cosa mi sono convertito quando ho fatto la mia scelta personale di fede?
- Sto attendendo l'arrivo del Figlio di Dio e della sua salvezza? In cosa consiste per me questa salvezza?

 

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